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A.a.v.v. Exit music – songs with radio heads
2006 - !K7/Audioglobe
Esistono cover-bands e compilation di artisti vari che omaggiano la band di Thom Yorke, provenienti dai mondi musicali più disparati; una raccolta di performance elettroniche, una raccolta di rap old school, famose alternative bands che coverizzano i brani più celebri e infine persino un´insieme di cover in versione country/bluegrass da far incuriosire parecchio i seguaci della tradizione nordamericana oltre che i fans dei Radiohead. Insomma una band contemporanea, ancora attiva e nel pieno del proprio percorso di ricerca e precussione, che già diventa oggetto di tributi come se fosse esistita mezzo secolo fa.
Exit Music "Songs with Radio Heads" non è altro che una piacevole parentesi dove un insieme di musicisti e composer della scena elettronica si divertono ad imitare i beniamini di Oxford: se non altro questa volta il manipolo di artisti presenta tutto sommato la stessa attitudine nella ricerca di nuovi suoni di Yorke e soci, visto che la maggior parte dei brani bazzicano in zona glitch, elettro-pop, easy o elettro-funky. Durante il periodo estivo per esempio Mtv e alcune radio commerciali hanno trasmesso parecchio il rifacimento, con concentrazione di fiati in chiave acid-jazz, di “Just” che qui troviamo a firma di Mark Ronson e Alex Greenwald.
Da segnalare tra i dieci brani invece l´esperienza elettro-soul di Mathew Herbert in "Nice Dream" con l´apporto artistico della vocalist Mara Carlyle. Saltellando poi qua e là per i dispersivi segmenti lounge come "Morning Bell", l´orecchio non può che gradire la versione irrequieta di "Airbag" (Rjd2) o apprezzare gli apporti jazzistici di basso, piano e batteria sistemati in “Karma Police” da The Band Plus.
Un lavoro come questo benché sia stato eseguito in maniera accurata può risultare ripetitivo e a tratti presentare episodi inutili come la "No Surprise" di Shawn Lee o il rifacimento prolisso di "In Limbo".
“Exit Music” va considerata una raccolta di musica da viaggio, da inserire nel proprio i.pod o da usare come sottofondo, ma nonostante si nasconda nella sua veste di oggetto ludico o di riempitivo discografico, può riservare alcune sorprese e far affiorare quel messaggio già ben chiaro ovvero che la musica dei Radiohead ha segnato un’epoca.