live report
Francesco De Gregori De Gregori artista stanziale: la prima delle date di Nevergreen (perfette sconosciute) a Milano, teatro Out Off
Concerto del 29/10/2024
(qui la notizia), non credevamo ai nostri occhi: dopo il successo dei live del 2019 al Teatro Garbatella di Roma dal titolo Off The Record, venivano presentati "20 concerti al Teatro Out Off di Milano con lo spettacolo "Nevergreen (Perfette sconosciute)", un viaggio attraverso le "gemme" meno conosciute del vasto repertorio del cantautore.". Il comunicato stampa era chiarissimo: venti concerti per 200 spettatori a sera, scaletta mobile e segreta, ospiti a sorpresa; il contrario del live best of, a cui fin troppi artisti ci hanno abituati.
Ovvio che la curiosità fosse tanta; così, eccoci alla prima delle venti date, dopo aver preso i biglietti - polverizzati in mezza giornata- , e si percepisce in tutti una grande curiosità, per un progetto che coinvolge, a differenza di quanto annunciato, tutta la "banda", come la chiama il cantautore: sul palco con lui Guido Guglielminetti al basso e contrabbasso, Carlo Gaudiello al piano e tastiere, Paolo Giovenchi alle chitarre e Alex Valle alla pedal steel guitar e al mandolino, mentre l'hammond e la fisarmonica spettano a Primiano Di Biase, le varie chitarre a Paolo Giovenchi, la batteria e le percussioni a Simone Talone e i cori a Francesca La Colla.
Ma che Il Principe abbia (ancora, sempre e per sempre) voglia di suonare, è chiaro fin dall'inizio, fin da quando, cordiale e aperto come lo avevamo scoperto la scorsa estate (qui il nostro live report a più voci), si avvicina alla prima fila proclamando, in esplicito contrasto con l'amato Dylan, "Le foto, i video, i telefonini...Usateli pure, fate quello che volete, non me ne frega niente, ma comunque vi consiglio di godervi la serata” e aggiungendo "È una scaletta che cambia ogni sera, non chiedetemi Pablo!". (Nel corso della serata, c'è anche un siparietto tra lui e uno spettatore che la richiede ironicamente, ma che viene corretto da lui: "Eh no, sei simpatico, ma il grido in genere è più acuto e straziante...").
A 73 anni, quello che per brevità chiameremo artista non ha più nulla da dimostrare, né il suo pubblico ha niente da capire: bisogna solo ascoltare, e partecipare a quella che sembra una festa per intimi, uno di quei secret concerts per miliardari; solo che i prezzi sono da palazzetto (o da stadio, per dire), ma il rapporto dell'artista col pubblico, e di questo con la musica, è strettissimo, confidenziale, con la voce narrante che ci porta in mezzo alle tappe della propria vita, dal cordoglio di lui sedicenne per la morte di Luigi Tenco (una commovente Festival, in cui basterebbe la sua sola voce, senza alcun coro, per suscitare i brividi), al ricordo di Caterina Bueno, con la canzone a lei dedicata,
alle visioni psichedeliche di Un guanto o L'uccisione di Babbo Natale, la cui esecuzione ricorda quella estiva - che ci fece sospettare che sarebbero state inserite in questo giro. E uno spazio molto ampio viene dedicato a quei personaggi minori, agli esclusi, che De Gregori, sulla scia di De André, ha voluto dipingere negli anni, per restituire loro dignità, da La ragazza e la miniera (una vera Nevergreen, che suscita le urla di approvazione degli appassionati), al solitario della splendida Caldo e scuro, al reduce Gambadilegno a Parigi, a I Matti, al Cuoco di Salò, fino al conduttore del treno per Auschwitz di Numeri da scaricare ("Oggi pensavo che anche noi musicisti, ora che sta sparendo la musica su supporto fisico, siamo numeri da scaricare", sdrammatizza l'autore).
L'atmosfera è caldissima; merito di un De Gregori rilassato, deambulante per tutto il tempo lungo il palco (tanne che per l'intensa San Lorenzo, voce e piano), in costante interazione coi suoi musicisti, dal capobanda Guglielminetti, sempre preciso ("l'uomo a cui dovremmo baciare il pavimento su cui cammina"), al versatile Valle, indimenticabile al mandolino e alla pedal steel, senza dimenticare tutti gli altri, che "suonano davvero! Simone Talone, lo so che hai davanti il plexiglas, ma fai sentire come suona davvero una batteria, senza basi!", esclama a un certo punto il cantautore, con una punta neanche troppo velata di polemico orgoglio.
E, come in una festa per pochi, ecco arrivare gli ospiti amici: Pacifico, che dichiara il proprio amore incondizionato per il Maestro ("forse era meglio se imparavi la chitarra da Hendrix...!"), e canta con lui Alice
fermandosi sul palco anche quando arriva Gianna Nannini, per cui i due affermano di aver tradotto e riarrangiato un omaggio al Maestro di tutti, il Bob Dylan di It's all over now Baby Blue, che in italiano diventa Baby Blue:
La rocker senese, che già aveva inciso una versione di Diamante, testo di De Gregori, la regala a noi stasera in un'interpretazione emozionante, prima della quale scatena un entusiasmo da stadio con America, ancora freschissima e provocatoria nonostante i decenni (segno che i tempi non sono poi tanto cambiati, anzi...), mentre l'amico imbraccia l'elettrica e si lancia anche lui nell'impresa - riuscitissima - di dimostrare che i settanta sono i nuovi trenta, con maggiore esperienza e autoironia:
Alla fine del concerto, dopo oltre due ore di musica (attenzione; siamo a teatro, lo spettacolo inizia preciso alle 21!), le evergreen hanno il sopravvento, ma ci sta anche questo, compresi la commozione su Sempre e per sempre, i cori su Rimmel, e il siparietto finale con De Gregori che, perfetto padrone di casa, invita tutti a ballare the last waltz su Buonanotte fiorellino, coinvolgendo anche, in rappresentanza di tutta Milano, il sindaco Sala. Che si alza, danza (male, come tutti...), sorride. In rappresentanza non solo di Milano, ma della gratitudine di tutti quelli che ammirano il Principe da decenni e ringraziano la vita per essere suoi contemporanei.
Si replica stasera, il 31 ottobre, e il 2, 3, 4, 6, 7, 8, 10, 11, 12, 14, 15, 16, 18, 19, 20, 22 e 23 novembre. Tutto sold out.
SETLIST (che stasera cambierà, "siete avvisati, se non vi sta bene peggio per voi, ormai avete preso i biglietti!", parola di De Gregori...)
Quattro cani
La ragazza e la miniera
Caldo e scuro
Cercando un altro Egitto
I matti
Caterina
Festival
Gambadilegno a Parigi
L'uccisione di Babbo Natale
Il cuoco di Salò
Numeri da scaricare
San Lorenzo
Generale
Alice (con Pacifico)
Baby Blue (traduzione di It's all over now Baby Blue di Bob Dylan, con Pacifico e Nannini)
America (con Nannini)
Diamante (con Nannini)
Banana Republic
Un Guanto
Sempre e per sempre
Rimmel
BIS
Mannaggia alla musica
Buonanotte Fiorellino
Quando, nello scorso giugno, in redazione arrivò la notizia che Francesco De Gregori aveva scelto Milano, e un teatro di soli 200 spettatori, per i concerti autunnali, Ovvio che la curiosità fosse tanta; così, eccoci alla prima delle venti date, dopo aver preso i biglietti - polverizzati in mezza giornata- , e si percepisce in tutti una grande curiosità, per un progetto che coinvolge, a differenza di quanto annunciato, tutta la "banda", come la chiama il cantautore: sul palco con lui Guido Guglielminetti al basso e contrabbasso, Carlo Gaudiello al piano e tastiere, Paolo Giovenchi alle chitarre e Alex Valle alla pedal steel guitar e al mandolino, mentre l'hammond e la fisarmonica spettano a Primiano Di Biase, le varie chitarre a Paolo Giovenchi, la batteria e le percussioni a Simone Talone e i cori a Francesca La Colla.
Ma che Il Principe abbia (ancora, sempre e per sempre) voglia di suonare, è chiaro fin dall'inizio, fin da quando, cordiale e aperto come lo avevamo scoperto la scorsa estate (qui il nostro live report a più voci), si avvicina alla prima fila proclamando, in esplicito contrasto con l'amato Dylan, "Le foto, i video, i telefonini...Usateli pure, fate quello che volete, non me ne frega niente, ma comunque vi consiglio di godervi la serata” e aggiungendo "È una scaletta che cambia ogni sera, non chiedetemi Pablo!". (Nel corso della serata, c'è anche un siparietto tra lui e uno spettatore che la richiede ironicamente, ma che viene corretto da lui: "Eh no, sei simpatico, ma il grido in genere è più acuto e straziante...").
A 73 anni, quello che per brevità chiameremo artista non ha più nulla da dimostrare, né il suo pubblico ha niente da capire: bisogna solo ascoltare, e partecipare a quella che sembra una festa per intimi, uno di quei secret concerts per miliardari; solo che i prezzi sono da palazzetto (o da stadio, per dire), ma il rapporto dell'artista col pubblico, e di questo con la musica, è strettissimo, confidenziale, con la voce narrante che ci porta in mezzo alle tappe della propria vita, dal cordoglio di lui sedicenne per la morte di Luigi Tenco (una commovente Festival, in cui basterebbe la sua sola voce, senza alcun coro, per suscitare i brividi), al ricordo di Caterina Bueno, con la canzone a lei dedicata,
alle visioni psichedeliche di Un guanto o L'uccisione di Babbo Natale, la cui esecuzione ricorda quella estiva - che ci fece sospettare che sarebbero state inserite in questo giro. E uno spazio molto ampio viene dedicato a quei personaggi minori, agli esclusi, che De Gregori, sulla scia di De André, ha voluto dipingere negli anni, per restituire loro dignità, da La ragazza e la miniera (una vera Nevergreen, che suscita le urla di approvazione degli appassionati), al solitario della splendida Caldo e scuro, al reduce Gambadilegno a Parigi, a I Matti, al Cuoco di Salò, fino al conduttore del treno per Auschwitz di Numeri da scaricare ("Oggi pensavo che anche noi musicisti, ora che sta sparendo la musica su supporto fisico, siamo numeri da scaricare", sdrammatizza l'autore).
L'atmosfera è caldissima; merito di un De Gregori rilassato, deambulante per tutto il tempo lungo il palco (tanne che per l'intensa San Lorenzo, voce e piano), in costante interazione coi suoi musicisti, dal capobanda Guglielminetti, sempre preciso ("l'uomo a cui dovremmo baciare il pavimento su cui cammina"), al versatile Valle, indimenticabile al mandolino e alla pedal steel, senza dimenticare tutti gli altri, che "suonano davvero! Simone Talone, lo so che hai davanti il plexiglas, ma fai sentire come suona davvero una batteria, senza basi!", esclama a un certo punto il cantautore, con una punta neanche troppo velata di polemico orgoglio.
E, come in una festa per pochi, ecco arrivare gli ospiti amici: Pacifico, che dichiara il proprio amore incondizionato per il Maestro ("forse era meglio se imparavi la chitarra da Hendrix...!"), e canta con lui Alice
fermandosi sul palco anche quando arriva Gianna Nannini, per cui i due affermano di aver tradotto e riarrangiato un omaggio al Maestro di tutti, il Bob Dylan di It's all over now Baby Blue, che in italiano diventa Baby Blue:
La rocker senese, che già aveva inciso una versione di Diamante, testo di De Gregori, la regala a noi stasera in un'interpretazione emozionante, prima della quale scatena un entusiasmo da stadio con America, ancora freschissima e provocatoria nonostante i decenni (segno che i tempi non sono poi tanto cambiati, anzi...), mentre l'amico imbraccia l'elettrica e si lancia anche lui nell'impresa - riuscitissima - di dimostrare che i settanta sono i nuovi trenta, con maggiore esperienza e autoironia:
Alla fine del concerto, dopo oltre due ore di musica (attenzione; siamo a teatro, lo spettacolo inizia preciso alle 21!), le evergreen hanno il sopravvento, ma ci sta anche questo, compresi la commozione su Sempre e per sempre, i cori su Rimmel, e il siparietto finale con De Gregori che, perfetto padrone di casa, invita tutti a ballare the last waltz su Buonanotte fiorellino, coinvolgendo anche, in rappresentanza di tutta Milano, il sindaco Sala. Che si alza, danza (male, come tutti...), sorride. In rappresentanza non solo di Milano, ma della gratitudine di tutti quelli che ammirano il Principe da decenni e ringraziano la vita per essere suoi contemporanei.
Si replica stasera, il 31 ottobre, e il 2, 3, 4, 6, 7, 8, 10, 11, 12, 14, 15, 16, 18, 19, 20, 22 e 23 novembre. Tutto sold out.
SETLIST (che stasera cambierà, "siete avvisati, se non vi sta bene peggio per voi, ormai avete preso i biglietti!", parola di De Gregori...)
Quattro cani
La ragazza e la miniera
Caldo e scuro
Cercando un altro Egitto
I matti
Caterina
Festival
Gambadilegno a Parigi
L'uccisione di Babbo Natale
Il cuoco di Salò
Numeri da scaricare
San Lorenzo
Generale
Alice (con Pacifico)
Baby Blue (traduzione di It's all over now Baby Blue di Bob Dylan, con Pacifico e Nannini)
America (con Nannini)
Diamante (con Nannini)
Banana Republic
Un Guanto
Sempre e per sempre
Rimmel
BIS
Mannaggia alla musica
Buonanotte Fiorellino