Jono Manson E The Gang

live report

Jono Manson E The Gang Somma Lombardo / Castello Visconti di San Vito

18/06/2024 di Laura Bianchi

Concerto del 18/06/2024

#Jono Manson E The Gang#Americana#Songwriting

Chi l'ha detto, che bisogna andare a un funerale per rendere omaggio a chi è scomparso? E se il miglior funerale fosse trovarsi tutti, spontaneamente, a ricordarlo, pensarlo, ascoltando la musica preferita, da lui e da noi? Tutti riuniti, per capire che chi passa non passa mai, se ha lasciato un'eredità di affetti, passioni e sentimenti, da curare e preservare? È successo stasera. Parole, ma soprattutto musica, nel ponte tra America e Italia, costruito in un'epoca in cui l'unico ponte possibile era fisico, concreto, e che resiste anche ora, che i ponti sono eterei, liquidi, forse più fragili.

Stasera, il Castello Visconti di Somma Lombardo ospita un incontro d'eccezione, grazie alla volontà visionaria di Andrea Parodi e a una giunta illuminata, per un concerto nel quadro di Storie di Cortile(qui l'elenco completo dei dettagli)Più che di un Cortile, si tratta proprio di una corte, che accoglie un evento straordinario. Il songwriter di New York trapiantato a Santa Fe, Jono Manson, è sceso da poche ore dall'aereo per suonare con The Gang, il gruppo di combat rock più coerente e trascinante, e il palco si accende di una luce speciale.

Perché stasera in molti siamo venuti anche come testimoni della vitalità di un genere, il folk rock, alla cui diffusione ha dedicato la vita Paolo Carù, scomparso da pochi giorni, gestore di un rinomato negozio di dischi, cofondatore della rivista Buscadero,  e ricordato con riconoscenza da tutti: un emozionato Guido Giazzi, pur con la voce incrinata, rassicura tutti sul futuro del progetto Buscadero e ci invita al Buscadero Day, il prossimo 21 luglio a Ternate; Manson confessa, in un italiano quasi perfetto,  "se non avessi incontrato Paolo, tutto questo non sarebbe successo" (e sono in molti, a pensarlo...); Marino Severini, front man dei Gang, usa una metafora poetica per definire l'operato di Carù: "un pontefice", nel senso etimologico di costruttore di ponti tra mondi diversi, l’America delle radici e la "periferia dell'impero", l'Italia, che ha molti punti di contatto con le realtà cantate dall'American Songbook.

Manson conquista il pubblico con la simpatia, la voce straordinariamente intensa, a dispetto del jet lag, e soprattutto con una chitarra parlante, versatile e travolgente, e con un pugno di canzoni tratte dal suo repertorio ormai trentennale, dal grande classico Under the stone ai nuovissimi brani dall'EP Coney Island Serenade (qui la nostra recensione).

E, se parliamo di resistenza, i Gang sono i migliori testimoni: coerenti e arrabbiati da sempre, Banditi senza tempo, portano avanti con energia e pervicacia la loro visione di un "umanesimo di razza contadina", che celebra gli ultimi del mondo, i forzati delle catene di montaggio di tutti i tempi (Sesto San Giovanni), i morti di lavoro (Non finisce qui), i migranti (Marenostro, con la collaborazione di Manson, produttore dei loro lavori recenti).

La struggente Paz, stasera, non è dedicata solo ad Andrea Pazienza, ma anche a chi, da un negozio a Gallarate, ha saputo dare il suo contributo a migliorare il mondo.

Serata vivificante. Da custodire con attenzione. Perché la storia del Buscadero non finisce qui.


Comunque,  i funerali si terranno giovedì 20 giugno alle ore 15.45 nella Basilica Santa Maria Assunta di Gallarate. Per capire chi fosse Paolo Carù, qui la notizia a lui dedicata.

 

FOTO DI ROBERTO SASSO