John Hiatt

live report

John Hiatt Chiari Blues Festival-Parco Villa Mazzotti

10/07/2018 di Pietro Cozzi

Concerto del 10/07/2018

#John Hiatt#Americana#Songwriting David Ransom Kenneth Blevins Slow Turning Chiari Villa Mazzotti


L'antipasto abbondante e di alta qualità lo avevamo già gustato la primavera scorsa: a Chiari, inespugnabile roccaforte della buona musica nella pianura bresciana, aveva fatto tappa Sonny Landreth per un concerto memorabile. La promessa era quella di rivedersi in estate, in una location ad hoc, per il piatto forte, la cui ricetta avrebbe affiancato la più raffinata slide della Louisiana al grande John Hiatt con i suoi Goners.

Ed eccoci qui dunque, nello sterminato parco di Villa Mazzotti. Il progetto del tour, soprattutto in questa suo segmento europeo, è quello di celebrare i trent'anni del disco Slow Turning (1988) con i compagni di allora: oltre a Sonny Landreth ci sono David Ransom al basso e Kenneth Blevins alla batteria. La scaletta gira lì intorno e prevede solo qualche sporadico inserto da altri lavori. Band, location, organizzazione, atmosfera: ci sarebbero tutte le premesse per un show memorabile ma purtroppo qualcosa non va e anche l'onnipotente Giove Pluvio si mette di traverso. Hiatt è decisamente sottotono, soprattutto nella prima parte del (breve) concerto, forse non ha più la voce di una volta o forse è una serata storta perché fatica molto sulle tonalità più alte e spesso si nasconde dietro qualche urletto in falsetto. Drive South è una partenza molto moscia, ma non convincono nemmeno Icy Blue Heart e Sometime Other Than Now, mentre funzionano meglio i pezzi dal ritmo più marcato, come Tennessee Plates, la ripescata Riding With The King, di cui racconta origini e fortune, o Ride Along, che cresce con un bel pathos. Il timbro soul e graffiante è ovviamente il suo ma mancano potenza, intonazione, grinta. Ed è un peccato perché la band intorno a lui viaggia che è una meraviglia e la slide di Sonny Landreth ha la potenza di fuoco un'intera orchestra, con una varietà di tocco e di stili che non lascia indifferenti. La classe infinita di quest'uomo non sta tanto negli interventi solisti quanto nella capacità di garantire un incessante contrappunto, sempre originale, alle canzoni. Trudy & Dave, già bella di suo, si muove verso nuovi e inaspettati territori poetici. Tennessee Plates deborda in zona smaccatamente blues, con un'invenzione diversa dopo ogni ritornello. Icy Blue Heart si fregia di un sottofondo che sembra un romantico eco lontano. È quasi un “concerto nel concerto”, e un pubblico di intenditori non esita ad adottarlo quasi subito come il vero eroe della serata, omaggiandolo degli applausi più calorosi al momento della presentazione dei musicisti (Is Anybody There?). Qui Hiatt si sposta al piano e recupera un po' di smalto. D'altra parte è difficile deludere del tutto quando hai in repertorio così tante canzoni di scrittura eccelsa e una carriera così lunga da raccontare. Piccoli capolavori nati anche “rubando dalle cose che mi diceva mia moglie”, come l'immagine delle “svolte lente” (Slow Turning) a indicare i cambiamenti nella vita: “Ho pensato: beh grazie, ecco il titolo di una canzone!!!”

Su It'll Come To You il cielo plumbeo che abbiamo guardato distrattamente viene a presentarci il conto. Nuvoloni neri e lampi non sono però sfuggiti ad Hiatt, che ci invita a una sobria preghiera perché il tempo regga ancora un po', anche se il vento impetuoso sembra dirci che non può davvero funzionare. C'è giusto il tempo di finire il pezzo e salutare senza neppure arrivare (ironia della sorte) a Feels Like Rain: mentre tutti si rifugiano al coperto il set termina dopo solo 11 pezzi e un'ora scarsa. Una performance monca, a cui difettano 5-6 pezzi, tra cui la Congo Square di Landreth. Segue mezz'ora di diluvio sotto il provvidenziale tendone bianco da dove scendono cascate d'acqua sempre più corpose. Il liberty di Villa Mazzotti, illuminato dai bagliori dei lampi, regala sinistri scorci da horror neogotico: a modo suo è uno spettacolo anche questo. John però non tornerà più: peccato perché “un po' di fede il lui” ce l'avevamo ancora.

 

SETLIST

 
Drive South

 Trudy & Dave

Tennessee Plates

Icy Blue Heart

Eyes 
 
Riding With The King

Sometime Other Than Now

Georgia Rae

Is Anybody There?

Ride Along

Slow Turning

It'll Come To You