live report
Ibisco Alcazar, Roma
Concerto del 08/11/2024
Canzoni pungenti come pugnali che meritano più di un ascolto per essere assimilati e il pubblico presente lo sa: li acclama e li richiede sempre più forte, cantando a voce unanime i loro brani mentre si alzano al cielo delle mani che si muovono a tempo. Gli spettatori apprezzano, sorridono e applaudono calorosamente abbandonandosi anche a uno sfrenato e liberatorio pogo.
Per quanto abbia apprezzato l’esibizione della band di Henry Bowers, ero lì per l’artista che apriva questo nuovo appuntamento di #ALTRNTV, un artista alternativo (appunto!) come suggerisce lo stesso nome dell’evento. Così come già raccontato per Postino, c’è un altro artista che in questi anni ha riecheggiato nelle cuffie, o nelle caotiche strade di città, rimanendo sempre nella categoria dei “concerti ai quali partecipare”: Ibisco. Uno pseudonimo affascinante, dai tratti esotici che nell’immaginazione di ognuno di noi assume i contorni di un fiore profumato e colorato, elegante e delicato. Nel caso del giovane cantautore emiliano dimenticate i colori, lasciate l’eleganza e aggiungente una cospicua dose di musica elettronica e oscurità: Ibisco è questo… e lo dimostra il titolo della riedizione del suo primo album (Nowhere Emilia, 2022) intitolato Darkside Emilia (2022) in cui si susseguono sonorità elettroniche abbastanza cupe.
Sale sul palco vestito completamente di nero, con una camicia trasparente e una lunga gonna che lascia intravedere una fascia bianca: un outfit che, per come si muove sul palco, lo trasforma in uno sciamano e infatti, accanto a tastiere e synth, Ibisco fa davvero magie.
Affida a Dopah!, estratta dal suo ultimo disco Languore (2023), l’apertura della sua esibizione seguita da Houtunno: le luci creano un’atmosfera psichedelica, come quella che si respira nei suoi brani in cui il cantautorato si combina con la musica elettronica per uscirne in un modo inedito e inaspettato. Insieme al lui sul palco, a contribuire alla creazione di questa magia, ci sono Daniele Schipani al basso e Antonio Rapa alla batteria.
Quella di Filippo Giglio (vero nome dell’artista) è una voce impeccabile e precisa, che segue armoniosamente i ritmi da lui stessi creati, con linearità e minime incertezze. Una voce calma, tranquilla, che si sposa alla perfezione con gli ambienti cupi dei suoi brani per emergere poi con splendore su brani più intimi e commoventi come Vera, Albanera o l’intensa Meduse, eseguita solo con la voce ed il pianoforte. Nella scaletta si alternano brani estratti dai suoi album eseguendo i più noti come Darkamore, Bologna Nord o l’ultimo singolo Flora erotica. E forse, di tutte le sensazioni che trasmette Ibisco, l’eros è proprio il sentimento più tangibile ed evidente. Le sue movenze sul palco, il modo in cui si destreggia tra microfono, synth e tastiera, delineano un atteggiamento estremamente sensuale e, soprattutto, di annullamento dell’artista con la sua stessa musica: è quasi tangibile l’annientamento di Ibisco nel momento in cui inizia a suonare le tastiere e il synth, inglobandosi completamente nei suoi coinvolgenti assoli – come quelli di intro e chiusa in Chimiche – e nei beat più o meno incalzanti: un seducente stato di trance dal quale è praticamente impossibile non rimanere affascinati…. O sedotti, così come suggerisce la canzone che chiude il concerto quale Seduci, uno dei suoi ultimi singoli.
Sfuggente, a tratti schivo, Ibisco riesce a mantenere freddezza e rigidità sul palco calandosi perfettamente nel suo personaggio oscuro e sciogliendosi in un liberatorio sorriso solamente alla fine del concerto.
Quello che è mancato di più è stato proprio quel contatto e quel calore del pubblico che avrebbero reso ancora più suggestiva questa esibizione. D’altronde la musica elettronica è contatto, passione, calore: una catarsi collettiva in cui incontrarsi con i propri dèmoni e liberarsene, e, se viene meno, “godi solo a metà” direbbe il claim di un noto marchio.
Tenebroso e cupo, ma con un lato rivolto sempre alla luce: la musica (e l’apparenza) di Ibisco si possono facilmente ricondurre allo Yin e Yang, in cui ci sono la perfetta coesistenza e collaborazione del buio e della luce: un artista che trova in queste due opposizioni il suo equilibrio.
E io la mia estasi.
SCALETTA
Dopah!
Houtunno
Darkamore
Vera
Bologna Nord
Flora Erotica
Pianure
Chimiche
Languore
Alcolicixbenzina
Meduse
Albanera
Ragazzi
Seduci