live report
Postino Monk
Concerto del 18/09/2024
#Postino#Italiana#Canzone d`autore I Segreti L`ordine delle cose da dire Latte di soia
Si può dire che questo è stato un live “sofferto” poiché posticipato due volte: come ha dichiarato uno dei protagonisti della serata “non mi era mai capitato prima!”. Questo però non ha smorzato l’attesa e la voglia di essere a questo concerto, soprattutto quelle della sottoscritta.
Mercoledì 18 settembre al Monk di Roma ho seguito il doppio live de I Segreti + Postino, inizialmente previsto all’Eur Social Park, ma spostato poi al chiuso causa maltempo. Sembra quasi un paradosso, ma, per quanto l’estate termini a fine settembre, assistiamo a un timido accenno di autunno già da fine agosto, con le prime piogge ed i primi freddi, che di tutto sanno fuorché di estate.
Prima di iniziare questo report, però, è doveroso fare una premessa: il Monk è un locale accogliente, molto intimo. Durante il live si annulla completamente la barriera che divide il pubblico dall’artista, grazie alle casse poste ai piedi del palco, sulle quali il cantante ha una solida base dove camminare ed avvicinarsi al pubblico durante l’esibizione. Di contro, però, la sua acustica non è delle più eccellenti e questo, purtroppo, compromette anche un giudizio imparziale del live.
Motivo per il quale mi vedo quasi costretta a non poter dare un giudizio completamente favorevole al live de I Segreti, che (sia chiaro, non per colpa loro) non sono riuscita ad apprezzare appieno. La loro musica è per me nuova, pertanto avrei avuto piacere ad assistere al loro concerto per poterne apprezzare a dovere le qualità artistiche, ma purtroppo il volume della musica sovrastava la voce del cantante. È stato comunque molto bello vedere come la voce del pubblico si sia unita in un lungo e continuo canto, che ha scortato la voce del cantante durante l’esecuzione del loro breve set, rimodulato ad hoc per l’occasione. Si percepisce una bella alchimia tra il frontman de I Segreti e i ragazzi del pubblico, che sentono nelle frasi dei loro brani – tra questi spiccano i più famosi come Vorrei solo, Un po' chiamiamola felicità, Qualunque cosa sia – lo specchio delle loro emozioni. Uno dei momenti più emozionanti del loro live è stato sulla canzone Bologna, dedicata alla città di provenienza della band: una ballad delicata e sincera.
All’esibizione de I Segreti segue quella di Postino – con un’acustica migliore – il cui ingresso è anticipato dalla sua stessa voce che mette in chiaro alcune cose: “i concerti non li volevo fare, mi generano l’ansia, l’ansia dell’errore – e ancora – mi piace scrivere e sono contento che ci sia qualcuno che mi ascolta. Per cui infondo è doveroso che sia qui per voi ma soprattutto per me. Uscire dalla zona di conforto è terapeutico ed è alla base del miglioramento dell’essere umano”. D’altronde il suo ultimo disco si intitola L’ordine delle cose da dire e lui, prima di salire sul palco, è pronto per affrontare l’ultima data del suo tour estivo. Per aprire il concerto sceglie un brano dal messaggio ben chiaro e preciso, quale Per non morire: quando tutto intorno ci crolla addosso, c’è sempre una persona sulla quale puoi contare per tornare a galla. E, se di mare si parla, e di galleggiare, il brano successivo non può che essere l’intensa Come le balene, estratto dal suo primo album Latte di soia. In questo preciso momento tutto il pubblico è come le balene della canzone, che vanno alla deriva per allontanarsi da ciò che le opprime e tornare a respirare, in serenità.
Nella scaletta si susseguono brani più movimentati, come Dimmi perché iniziare, Fuori dalla disco, La Deriva con il suo trascinante “parappappapara”, ai brani più introspettivi e profondi della sua produzione, come Le cose da dire, Persefone, A trent’anni, fino a toccare i singoli Mi fai venire, Sbagliamo insieme e il più recente Le cose che odio di te. Ovviamente nella scaletta non possono mancare i suoi singoli di maggior successo (Anna ha vent'anni, Fuori dalla disco, Sbagliamo insieme), nonché i più tristi: “se siete venuti qui solo per sentire Blu, non la faccio!”. E infatti, su Blu e su Ambra era nuda, le voci degli spettatori e quella di Samuele (vero nome dell’artista) si fondono in un unico grande emozionante coro che sovrasta i vuoti e le mancanze lasciate da chissà chi nel loro “cuore blu”. Perché le canzoni di Postino sono così: c’è chi ci ha pianto, chi vi ha colmato vuoti, chi le ha dedicate ad amori finiti o a quelli mai iniziati. Più che canzoni, sono delle lettere da indirizzare, che nella loro dimensione live acquistano i contorni perfetti di una catarsi collettiva.
E se Samuele ci ha indirizzato queste lettere, è giusto che anche lui ne riceva una! Infatti, durante il concerto, sale sul palco un postino che gli indirizza una busta in cui c’è la lettera di un ragazzo che racconta di aver sofferto di attacchi di ansia e che, grazie alla sua musica (e quella di altri artisti) è riuscito a trovare il coraggio di cambiare: “Ringrazio te Samuele e tutti voi che trasformate le vostre emozioni in musica perché fate si, forse inconsapevolmente, che chi non riesce a capire le proprie, abbia un modo per farle uscire. È confortante sapere che c’è qualcuno che come te racconta una realtà senza filtri, perché fa sentire meno soli”.
Nell’ora di concerto, sul palco Postino sembra schivo: si avvicina al pubblico, poi si ritrae, interagendoci e scherzandoci il giusto, fino a rifugiarsi dietro la sua chitarra che lo avvolge come uno scudo. Ripensando però anche dalle parole ascoltate a inizio concerto, si capisce una cosa: Postino non è schivo, è un pensiero azzardato ed errato, ma è come la sua musica, essenziale (e molto, molto timido!). Nella semplicità della sua esibizione, è la musica a diventare la vera protagonista. Quest’atmosfera rende tutto più intimo, tutto più familiare e, nello stesso tempo, sicuro: più che un concerto è come sentirsi a casa, tra le pareti che ti hanno cresciuto e dove sai che puoi essere te stesso. Il live si chiude con il bis di Come le balene, in cui a cantare è solo il pubblico, e Postino, completamente disarmato, non può che abbandonarsi a quel coro e tendergli il microfono dal palco.
Definire un unico momento emozionante di questo live è per me molto difficile poiché sono una di quelle persone che, con le canzoni di Postino, è riuscita a colmare vuoti e sanare tristezze. Se a venticinque anni, quando ho ascoltato per la prima volta Latte di soia, ho trovato pace per la mia confusione, oggi è ancora più difficile non riuscire a immedesimarmi nelle parole del suo ultimo disco che raccontano i disagi dei miei coetanei che barcollano tra incertezze lavorative, ansie sociali e timori per il futuro. Il tutto può suonare come un cliché, ma, se in una sola sera un artista riesce a farti rivivere alcuni istanti della tua vita anche anagraficamente distanti da loro, significa che quella serata la porterai dentro di te per tanto tempo. Perché la voce di Postino è così: entra nella tua vita in modo inaspettato e, se vuoi, ci resta. A lungo. È un amico fedele, sempre lì al tuo fianco, sul quale sai che puoi sempre contare, anche se non è fisicamente vicino. Anche perché un “artista” non è mai solo un artista: nel cuore di chi l’ascolta, sarà sempre qualcosa in più.
Scaletta Postino:
Intro
Per Non Morire
Come le balene
Dimmi perché iniziare
Le cose da dire
Anna ha vent'anni
Persefone
A trent'anni
Le cose che odio di te
Blu
Le cose che amo di te
La Deriva
Sbagliamo insieme
Mi fai venire
Quando non parli
Fuori dalla disco
Ambra era nuda
Bis: Come le balene