Black Pumas

live report

Black Pumas Milano accoglie i Black Pumas al Fabrique

04/11/2024 di Giovanni Sottosanti

Concerto del 04/11/2024

#Black Pumas#Rock Internazionale#Rock

Una nebbia subdola e inattesa avvolge un freddo lunedì sera di inizio novembre, quando Milano decide di sfanculare il divano di casa, la pigrizia e il trend negativo che da sempre colora il primo giorno della settimana, causa ripresa lavorativa dopo il weekend. Al diavolo anche i luoghi comuni che i concerti di lunedì sera non si debbano fare. Ma che giorno del cavolo è? E chi vuoi che ci vada? Il Fabrique risponde presente con voce chiara, forte e decisa per il concerto dei Black Pumas, allo stesso modo dell'Alcatraz, dove questa sera invece sono di scena gli irlandesi Fontaines D.C.(qui la nostra recensione).

Quando alle 21.30 la band di Austin guadagna il palco, il Fabrique si presenta affollato come poche volte mi è capitato di vederlo. Un pubblico gioioso, partecipe, festante, colorato e, per larga parte, decisamente giovane. Forse non tutto è perduto, mp3, FLAC, Spotify, iPhone e tecnologie varie hanno già fatto abbastanza danni, ma sicuramente non hanno vinto sulla voglia di vivere e respirare la musica.

Due grandi puma neri sullo sfondo vegliano su Eric Burton, Adrian Quesada e la Banda. Dopo l'intro, è Next To You ad aprire le danze e da lì in avanti è solo Festa. Con Gemini Sun arrivano le prime stilettate funk, mentre More Than A Love Song, già al terzo pezzo, mette a ballare tutto il locale. Non solo funk, ovviamente anche soul, blues e r&b, come in Mrs. Portman, dove la voce di Eric Burton regala un falsetto degno del miglior Curtis Mayfield. Una voce capace di graffiare e sedurre e nel gioco dei raffronti ovviamente non possono mancare all'appello Marvin Gaye, Sam Cooke e Stevie Wonder, ma anche Otis Redding e James Brown. Inequivocabilmente è lui il leader indiscusso della band, carismatico e magnetico, vero animale da palco, si impossessa della scena e cattura i cuori di tutti i presenti. Adrian Quesada all'electric guitar ricama incessantemente assoli sporchi di black music, blues, soul e travolgenti incursioni psichedeliche. Il resto della band non è da meno, basso, batteria, percussioni, tastiere e cori girano alla grande, contribuendo e creare un sound pieno, corposo e tremendamente accattivante.

Ormai tra palco e pubblico non ci sono più distanze né confini, Know You Better pulsa un groove ipnotico e nero fino al midollo, Marvin Gaye è lì, anche lui applaude, salta e balla. Black Moon Rising e Angel rallentano i giri e disegnano atmosfere intime e suggestive, Old Man, Ice Cream (Pay Phone) e Confines offrono un altro giro nella Harlem degli anni '70, mentre Hello, Fire e October 33 trattengono il fiato, volano alto e ipnotizzano cuore e anima di tutti i presenti. Siamo in dirittura d'arrivo e Colors la cantano anche i muri del Fabrique, mentre il primo bis vede Eric Burton solo sul palco, armato di chitarra acustica, per una versione particolarmente intensa della splendida Fast Car by Tracy Chapman. E poi è solo Rock And Roll, travolgente, ipnotica, onirica, psichedelica, infinita, corale, totale.

"The land and the sea
Who am I?
Who are we?
Rock and roll"

La nebbia? Applaude anche lei.

Foto di Marco Paderni "Blasters".

SETLIST

Intro / Next to You

Gemini Sun

More Than a Love Song

Mrs. Postman

Know You Better

Black Moon Rising

Angel

Old Man

Ice Cream (Pay Phone)

Confines

Hello

Fire

October 33

Colors

Encore:

Fast Car (Tracy Chapman cover)

Rock and Roll