Walter Salles Io sono ancora qui
2024 » RECENSIONE | Drammatico | Storico
Con Fernanda Torres, Selton Mello, Fernanda Montenegro
09/02/2025 di Arianna Marsico
Io sono ancora qui di Walter Salles potrebbe avere come sottotitolo, anzi titolo, La forza di Eunice.
Eunice (interpretata da una superba Fernanda Torres) è Maria Lucrécia Eunice Facciolla Paiva (vedendo il film capirete l'importanza del nome per intero), moglie di Rubens Paiva, ingegnere, attivista ed ex deputato, desaparecido durante gli anni della dittatura militare brasiliana, a cui presta il volto Selton Mello. Una storia tremendamente vera, tratta dal libro Ainda estou aqui (2015) del figlio Marcelo Rubens Paiva.
Come già fatto per Central do Brasil (1998) e I diari della motocicletta (2004), nonché nelle vesti di produttore in City of God (2002), Salles squarcia veli di silenzio sull’America Latina, aiutandoci ad ampliare il nostro sguardo.
Quanto poco sappiamo delle dittature militari di quegli anni in quel quadrante di mondo? Il regime brasiliano non usò metodi così diversi da quelli di Videla in Argentina. E nello sguardo di Eunice, nella sua dignità nel combattere e nel ricominciare, si ritrova la stessa forza delle Madres de Plaza de Mayo, che ogni giovedì (e non solo) scendono in piazza a Buenos Aires, per chiedere la verità sui figli desaparecidos e i nipoti mai conosciuti.
La forza della famiglia Paiva sta tutta in quel sorriso che Eunice chiede ai figli di mostrare alle foto per la stampa. Perché quello, nonostante tutto, nonostante condanne tardive o assenti, nessuna dittatura ha potuto strapparglielo. E la forza del film sta nella delicatezza con cui lo ritrae.
Eunice (interpretata da una superba Fernanda Torres) è Maria Lucrécia Eunice Facciolla Paiva (vedendo il film capirete l'importanza del nome per intero), moglie di Rubens Paiva, ingegnere, attivista ed ex deputato, desaparecido durante gli anni della dittatura militare brasiliana, a cui presta il volto Selton Mello. Una storia tremendamente vera, tratta dal libro Ainda estou aqui (2015) del figlio Marcelo Rubens Paiva.
Come già fatto per Central do Brasil (1998) e I diari della motocicletta (2004), nonché nelle vesti di produttore in City of God (2002), Salles squarcia veli di silenzio sull’America Latina, aiutandoci ad ampliare il nostro sguardo.
Quanto poco sappiamo delle dittature militari di quegli anni in quel quadrante di mondo? Il regime brasiliano non usò metodi così diversi da quelli di Videla in Argentina. E nello sguardo di Eunice, nella sua dignità nel combattere e nel ricominciare, si ritrova la stessa forza delle Madres de Plaza de Mayo, che ogni giovedì (e non solo) scendono in piazza a Buenos Aires, per chiedere la verità sui figli desaparecidos e i nipoti mai conosciuti.
La forza della famiglia Paiva sta tutta in quel sorriso che Eunice chiede ai figli di mostrare alle foto per la stampa. Perché quello, nonostante tutto, nonostante condanne tardive o assenti, nessuna dittatura ha potuto strapparglielo. E la forza del film sta nella delicatezza con cui lo ritrae.
