Paolo Virzì MY NAME IS TANINO
2002 » RECENSIONE |
Con Corrado Fortuna, Rachel McAdams, Frank Crudele
di Claudio Mariani
“è difficile da spiegare, it’s very difficult. But when you arrive in Roma, now, you don’t understand nothing…Dove c’è una piazza loro ci mettono, che ne so, una chiesa, one church. Metti, no, per esempio, for example. Poi senza contare il problema dei parcheggi. Cioè proprio uno che non ci si raccapezza. Understand?”
Bastano queste due citazioni per far capire che tipo di film è “My name is Tanino” (a dir la verità basterebbe solo il titolo…), una pellicola che riesce ad equilibrare le reali necessità vitali di una gioventù provinciale, con l’umorismo classico della commedia italiana. Tanino, relegato nella monotona vita siciliana del suo paesino, mediocre studente di cinema, appassionato di un fantomatico Cinaski, prende una sbandata per un’americana mozzafiato in vacanza dalle sue parti. Il risultato è la necessità di raggiungerla negli Stati Uniti, prendendola forse come pretesto per fuggire da una realtà sempre più opprimente. Da lì le esilaranti vicissitudini che coinvolgono il ventenne siciliano, sperduto tra mafiosi, famiglie a dir poco strambe e un fidanzamento forzato che sancisce l’abbandono di ideali e moralismi per lasciare posto a necessità e convenienza.
Il film parte come commedia, fa ridere molto, soprattutto nella prima parte, vira poi leggermente sui risvolti non del tutto positivi della storia, fermandosi un attimo, ma restando godibilissimo. Ora, può nascere la discussione tra i sedicenti critici che hanno sentenziato che di questo film se ne poteva fare a meno, quegli stessi che ci parlano di Ovosodo e di Ferie d’agosto come film di tutt’altra risma, e chi, come il pubblico, che sostiene che il film è bello perché ti fa passare quasi due ore piacevolmente, ti fa ridere e ti rende di buon umore. Lasciamo il giudizio a chi vede il film, secondo noi ne vale nettamente la pena, non abbiamo visto una persona che sia uscita delusa dalla sala cinematografica. E’ inutile ricordare i fasti passati del regista, ogni film va considerato in una maniera diversa e preso come opera a sé stante; questa volta Virzì ci voleva far ridere, di questo e di nient’altro bisogna tenere conto, solo del risultato ottenuto. Per il resto bisogna menzionare il bravo attore Corrado Fortuna, perfetto per la parte, e la tecnica registica del direttore, che sicuramente è migliorata moltissimo: Virzì ha fatto passi da gigante da questo punto di vista. Non rimane altro da dire, se non di andare a vedere questo film, fregandosene di quello che dicono quelli che se non vedono della satira politica, del moralismo impegnato o della malinconia strappalacrime nei film, catalogano il tutto come “inutile”!
A volte bisogna lasciarsi andare, come ha fatto Tanino nel film…