Nuri Bilge Ceylan

Drammatico

Nuri Bilge Ceylan Il Regno D’Inverno - Winter Sleep


2014 » RECENSIONE | Drammatico
Con Haluk Bilginer, Melisa Sözen, Demet Akbağ, Ayberk Pekcan, Serhat Kiliç



16/10/2014 di Paolo Ronchetti
PALMA D'ORO, Premio Fipresci a Cannes 2014

 Aydin, attore in pensione, gestisce un piccolo albergo in Anatolia. Le giornate, oltre che dalla relazione a volte brutale e inaspettata con il luoghi ed i suoi abitanti, sono caratterizzate dalla presenza della moglie Nihal, con la quale vive una relazione sentimentale burrascosa, e della sorella Necla che, reduce da un recente divorzio, cerca di superare il duro colpo della separazione. Il piccolo albergo diventa il palcoscenico sul quale i protagonisti mettono in scena i loro conflitti, fino a quando Aydin non decide di intraprendere un lungo viaggio in solitaria. I dialoghi filosofici sulla vita e sull’arte insieme allo splendido clima invernale rendono la narrazione di grande effetto non solo visivo.

 È stata meritata Palma D’oro a Cannes 2014 questo Il Regno D’Inverno - Winter Sleep di Nuri Bilge Ceylan che gioca per tutto il film al depistaggio. Al depistaggio della parola: della parola sfogo, della parola assente, aggressiva o affabulatoria. Al gioco della parola che alla fine non dice o dice troppo. Al depistaggio della natura sull’uomo: alla fantastica illusione che basti un luogo bellissimo, una moglie altrettanto bella, una intelligenza attenta, il sapere filosofico per definirsi di fronte agli altri e alla grandiosità della natura.

 Film sull’incomunicabilità e sulla ricerca di quella cosa che non riusciamo mai a capire nonostante le fughe, la buona volontà e le parole che diventano bottiglie vuote. Film anche di grande (nascosta) e sottile ironia mentre spoglia la solitudine dell’uomo mostrandone le parti contrastanti. Chi è questo ex attore borghese che abbandona tutto per uno splendido piccolo albergo tra le montagne dell’Anatolia? A chi assomiglia e vuole assomigliare? 

  A noi che lo vediamo probabilmente. A noi che sappiamo che queste tre ore non ci sembreranno mai lunghe perché non ci daranno risposte ma anagrammi da decifrare nel tempo, giochi di potere che sembrano i nostri e un pensiero con cui, forse, ripensare anche attimi della nostra quotidianità. 

 Ed al di là di tutto ciò rimane, come sempre, la maestria unica di Ceylan nel fotografare la natura, nell’indugiare nel silenzio delle cose restituendone il mistero e la potenza, nel renderci partecipi dell’ancestralità dei luoghi, degli eventi e degli atti dei suoi personaggi.

  Questo Regno D’Inverno, ci darà forse l’ennesima illusione che questo “non bastarci” così borghese, e allo stesso momento così autentico, non ci salverà ma, forse, potremmo incominciare a cogliere l’aspetto più grottesco e reale delle nostre azioni.

 Attori, nella versione originale, assolutamente nella parte con una menzione speciale per Haluk Bliginer e ennesimo splendido lavoro per il regista turco dopo i pluripremiati Uzak, Le Tre Scimmie, e C’era Una Volta In Anatolia. Consigliato.


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