Manoel De Oliveira

Drammatico

Manoel De Oliveira BELLE TOUJOURS – BELLA SEMPRE


2006 » RECENSIONE | Drammatico
Con Bulle Ogier, Michel Piccoli, Leonor Baldaque, Leonor Baldaque, Júlia Buisel, Ricardo Trepa

di Calogero Messina
Mentre gli americani sfornano inutili sequel che hanno il solo scopo di racimolare qualche milione di dollari ai botteghini (!), in Europa accade invece –caso unico della storia del cinema – che un regista longevo e prolifico come il Maestro Manoel De Oliveira (classe 1908!) decida di riportare in vita, dopo 38 anni, due personaggi del film “Bella di Giorno” per il puro ed onesto piacere di rendere omaggio al regista ed allo sceneggiatore della mitica pellicola: Luis Bunuel e Jean Claude Carriere. Il risultato è “Belle Toujours – Bella sempre” (Evento Speciale del 63° Festival di Venezia) e si rimane attoniti e sorpresi per il rigore, la semplicità e la pulizia di una messinscena così lineare e pudica da farne un perfetto esempio di cinema da camera ma potentemente cinematografico. Husson (ad interpretarlo sempre il maestoso Michel Piccoli) e Severine (al posto di Catherine Deneuve la meno affascinante e seducente Bulle Ogier) dopo tanti anni si reincontrano casualmente e decidono di andare insieme a cena ma solo perché l’uomo le ha promesso di rivelarle se ha confessato o no a suo marito gli intriganti misteri e sordide avventure che hanno animato gli anni giovanile della donna. Non vi sveliamo il crudele epilogo invitandovi però a gustare il piacere di un cinema modernamente classico, fintamente animato da personaggi (vedasi il barman o le due prostitute) irrilevanti nella loro naturale e necessaria presenza e servito da una regia così schietta e spontanea da risultare artificiosa e fredda. Amaro racconto breve sulla caducità dei sentimenti umani e la potenza lenta e corrosiva della vendetta, “Belle Toujours” finisce per ammaliarci -identica reazione ad ogni suo lavoro – grazie alla grandezza e statura di un autore come De Olivina che si fa scherno dei suoi numerosi anni per ricordarci di come il cinema abbia il dovere alto, attuale e fanciullesco di interrogarsi su quel grande mistero che rimane la vita dell’uomo.

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