Giorgio Testi Hai paura del buio? Afterhours il film
2014 » RECENSIONE | Documentario
Con Afterhours
02/03/2015 di Arianna Marsico
Mettendo da parte la malinconia da fan, veniamo al film. Giorgio Testi ha avuto da subito l’idea di documentare il tour di Hai paura del buio? . E così, tra stupore e tremori fa la sua proposta e se la trova accettata. La data ripresa è la seconda all’Alcatraz di Milano.
La scelta stilistica è quella di evitare troppe riprese sul pubblico. Nonostante l’intensità della partecipazione dei presenti sia notevole è, e deve essere, sul palco che la magia si realizza. E’ come avere un diaframma aperto nel vedere, perché si riesce a mettere a fuoco esattamente ciò che in quegli istanti merita più attenzione (e che a volte per forza di cose nella travolgente esperienza del live lo spettatore si perde).
Così dopo inquadrature lente e rarefatte, quasi alla Sorrentino, che catturano momenti di concentrazione o relax prima di salire sul palco… arriva la catarsi. La rabbia delle parole e delle note esplode con 1.9.9.6.
Già la rabbia. Manuel Agnelli ha dichiarato: “Le ragioni che mi avevano portato a scrivere tutte le invettive contenute nel disco adesso mi strappano un sorriso tenero. Eppure ne sono orgoglioso. È un pezzo della mia vita che ho avuto il coraggio di fotografare allora con una sincerità a tratti imbarazzante, ma che, anche per questo, mi ha rappresentato in pieno”. Una rabbia che forse Manuel ha superato in se stesso ma che nelle canzoni di Hai paura del buio? mantiene tutta la sua sconcertante attualità.
Male di miele, diciassette anni e non sentirli. Pelle, dolente e lacerante. Sarebbe stato ancora più bello se ci fosse stato Mark Lanegan (che la canta in Hai paura del buio? Reloaded). Il suo italiano incerto acuisce il dolore, fa sentire ancora di più la spossatezza dell’abbandono.
Le riprese di Giorgio Testi colgono appieno la teatralità che per certi versi ha caratterizzato questo tour. Certi movimenti, forse studiati e marziali, restituiscono però appieno quello che si percepiva anche osservando il booklet del disco. E quello stesso tipo di abbigliamento viene riproposto, anche se rispetto al 1997 fanno capolino sul palco due visi nuovi: Roberto Dell’Era e Rodrigo D’Erasmo. Quest’ultimo nell’intervista contenuta nel libretto ammetterà di aver conosciuto Hai paura del buio? e gli Afterhours grazie ad una sua allieva di violino, stanca di esercitarsi sempre sulle stesse cose.
Il documentario di Giorgio Testi conserva la freschezza dell’omaggio del fan, pur abbinandolo ad una tecnica sapiente. Da vedere anche gli extra con le interviste, per sentire direttamente da ogni componente del gruppo il suo Hai paura del buio? . Anzi, magari da vedere prima del concerto.
Si alza il sipario, si spengono le luci…