Barry Jenkins Mufasa - Il re leone
2024 » RECENSIONE | Cartoni animati | Avventura
Con Doppiatori italiani Luca Marinelli, Mattia Moresco,Adriano Trio, Alberto Boubakar Malanchino, Valeriano Corini, Edoardo Veroni, Stefano Fresi, Edoardo Leo
24/12/2024 di Roberto Codini
“Il Re Leone” diventa un film. Già nel 2019 Jon Favreau aveva realizzato un film, davvero molto bello, tratto dal celebre cartone della Disney. Questo secondo capitolo, realizzato da Barry Jenkins, regista di “Moonlight”, è in realtà un prequel e un sequel insieme.
La giovane leonessa Kiara, principessa figlia di Simba e Nala che ha paura dei temporali, durante una notte di tempesta viene intrattenuta da Rafiki, il babbuino che si definisce mandrillo, che le racconta la storia di suo nonno Mufasa che diventò re. Rafiki è il personaggio più bello del film, il saggio con tanto di bastone che racconta il Cerchio della Vita. Un altro personaggio da ricordare è un uccello, Zazu, un pellicano che segue i protagonisti.
Nonostante questo, il film è molto lontano sia dal cartone animato al quale si ispira, sia dal film del 2019, molto più bello e soprattutto non destinato ai bambini. Il Re Leone non è un film per bambini e la versione di Jenkins è un musical che a tratti sembra il Festival di Sanremo. Giorgia, Mengoni, Elodie, canzoni, canzoni, canzoni, troppe canzoni. Ci sono gli Emarginati, i Leoni bianchi cattivi e desiderosi di vendetta, che avranno un alleato inaspettato (non possiamo svelarlo, lo vedrete nel film) e i nomi del doppiaggio non bastano a renderlo un film memorabile.
Timon e Pumbaa sono doppiati dai “ricercatori ricercati” Edoardo Leo e Stefano Fresi, ma i personaggi sono molto meno belli di quelli del cartone. Il doppiaggio di Mufasa è affidato a un grandissimo attore, Luca Marinelli, che a nostro avviso è la cosa migliore del film.
Il film sta realizzando grandi incassi al box-office, piace molto perchè lo spettacolo non manca e la storia c’è, ma le canzoni sono troppe. Con quaranta minuti di meno sarebbe stato meglio. Chi ha conosciuto e apprezzato il Re Leone noterà la differenza, ma i tempi sono diversi, bisogna “inventare altri tempi”, come suggeriva Stefano Benni.
Chi, come il sottoscritto, ama i musical e ancora sta aspettando il musical sul pasticcere trotzskista di Nanni Moretti, non riesce ad apprezzare fino in fondo un film dove gli animali cantano troppo, i cattivi annunciano la loro vendetta cantando e la storia parte dal passato per annunciare il futuro, ma manca il presente, quel presente che il Maestro Oogway di Kung Fu Panda declamava come il tempo necessario.
Ma Rafiki, anche se lo ricorda, non è il Maestro Oogway. La notte di Mufasa non è una notte da leoni ma una notte di canzoni. La lista delle canzoni di Sanremo è già stata presentata. Peccato. Mufasa non avrebbe sfigurato.