Barry Jenkins Moonlight
2016 » RECENSIONE | Drammatico
Con Alex R. Hibbert, Ashton Sanders, Trevante Rhodes, Mahershala Ali, Naomie Harris, Janelle Monáe, Andre Holland, Jharrel Jerome, Edson Jean, Jaden Piner
13/03/2017 di Paolo Ronchetti
Dall'infanzia all'età adulta, la vita di un giovane nero alla ricerca della propria identità.
Splendido e meritatissimo Oscar come miglior film questo Moonlight. Ed erano anni che non rimanevo così sorpreso da un Oscar. Direi addirittura doppiamente sorpreso: sorpreso dalla sua bellezza (e intelligenza) e sorpreso dal fatto che abbiano avuto il coraggio di premiarlo.
Basta qualsiasi immagine, basta qualsiasi sequenza o frammento sonoro per cancellare in un attimo tutti gli altri film che quest’anno erano pretendenti al trono. Bastano le voci (e i corpi) meravigliose degli attori (in VOS); Bastano i silenzi e i non detti; basta il coraggio di eliminare un personaggio sino a quel momento protagonista senza aver bisogno non solo di spiegare come mai non ci sia più nella storia, ma addirittura CHE non ci sia più nella storia (e scusate lo spoilerraggio). In questo senso un film che assomiglia alla musica di Miles Davis: la storia (il tema) la sapete anche se non ve la spiego passo per passo (non vi faccio tutta l’esposizione del tema nota per nota). Vi farò vedere solo le cose importanti per la storia (vi suono solo le note che ritengo importanti le altre le avete già in testa). Insomma un cinema complesso ma allo stesso tempo semplice e immediato. Come la vita, anche nei momenti più duri. Scelte non comuni in un Cinema contemporaneo normalmente ipertrofico di parole e spiegazioni. Insomma un film da lasciare a bocca aperta.
Barry Jenkins è poi un regista veramente giovane con alle spalle solo una serie di corti e un lungometraggio a bassissimo budget. Praticamente un regista all’esordio ma con una grande consapevolezza del fare cinema. Un regista che sembra giocare con leggerezza piena di senso con la macchina da presa, i suoi movimenti, il suo posizionamento. E Jenkins riesce a fare più o meno le stesse cose anche per quanto riguarda la magistrale direzione degli attori (e anche qui un Oscar meritatissimo così come quello per la miglior sceneggiatura non originale), per quanto riguarda il lavoro sui colori e le immagini studiate con il direttore della fotografia e persino con la musica e i suoni. Una musica che spazia per tutto il 900 arrivando ai giorni nostri senza mai cadere nel banale anche quando, come spesso succede, il testo delle canzoni sottolinea ciò che sta accadendo (mirabile in questo senso la semplicità e sensualità della scena nel ristorante).
Ma questo mi pare anche un film che potrebbe (o avrebbe potuto) indicare alla comunità afroamericana, e non solo, consapevolezze diverse. Moonlight è anche in questo senso un film prezioso anche perché mette in scena un sentimento difficile da filmare come la "tenerezza" (che non è quella dei bimbi o dei gatti o cani che giocano nei video... è sentimento fragile e pieno di dignità); un sentimento solo apparentemente debole ma, in sostanza, pieno di quell'orgoglio che è l'altro sentire prezioso che questo film comunica. Un film che, sotto una apparente coolness, ci mostra una via per riconoscerci pienamente, al di là dei nostri limiti e delle nostre scelte, uomini e donne; uomini e donne capaci di vedere, nell’altro e in sé stessi, quella tenerezza e dignità che ci renderà migliori.