Adriano Tarullo Storie di presunta normalità
2017 - Autoprodotto
Dopo numerosi riconoscimenti, sembra che il cantautore-chitarrista abbia ben chiare le proprie capacità che lo fanno oscillare tra il blues e il funk raccontando delle vere e proprie immagini, anche interiori, facendosi ben sostenere dalle scelte musicali. Storie di presunta normalità arriva dopo la vittoria nella sezione Canzone d'autore nel Premio Letterario Internazionale “Treditre Editori – Città di Avezzano” (2004), dopo aver rappresentato il cantautorato abruzzese in Belgio nella manifestazione Voxteris (2012) e dopo essersi aggiudicato il Pigro Ivancover (2014) e la selezione dal Club Tenco per il format Il Tenco Ascolta; ad ogni riconoscimento è seguito un album iniziando nel 2006 con Sacce cu è ju bblues, Spartenze (2008), I vuojjie bbene a nonnate (2010) e Anch'io voglio la mia auto blues (2013) che viene candidato per le Targhe Tenco nella sezione "Miglior album in dialetto".
La traccia di apertura del nuovo album è Bastarda malattia che risulta un'ottima presentazione, di una triste quotidianità con una persona malata, senza essere “tecnico” Tarullo si limita a descrivere le modifiche comportamentali del padre e della sua realtà diversamente percepita, un brano veramente interessante, profondo e di rara comunicabilità musicale, visto l'argomento trattato. Sembra che Adriano Tarullo riesca molto bene a raccontare storie, di vita vera, lo fa ne La nuova nera con un funk che aiuta la descrizione di una realtà che ormai fa parte della nostra società, ma che, come nel caso precedente, riesce a rendere fruibile musicalmente, pur raccontando sentimenti e situazioni ben diverse dagli argomenti molto gettonati nelle canzoni; e riesce a farlo anche in Un mestiere difficile, immaginando il lavoro in ospedale. Il cantautore appare molto capace nell'immedesimarsi, nell'usare la propria arte per narrare vite, come ben chiaramente fa in Colm Thomas, immaginandosi il rapporto padre-figlio quando il genitore è del calibro di Dylan Thomas, in chiave folk-blues. Il singolo scelto per la presentazione di Storie di presunta normalità è Cenere di stelle che riassume i mondi di Adriano Tarullo tra fiaba e vita, in un video di animazione curato di Francesco Colafella, dove alle immagini grande importanza viene data alle parole, esattemente come accade nelle dodici tracce. Storie di presunta normalità si apre con molte parole per descrivere il padre, la traccia finale L'arte di una madre è strumentale con i versi solamente scritti e non presenti nell'audio, una scelta originale che conferma Adriano Tarullo ben conscio delle sue radici dalle quali non può (e non vuole) prescindere.