Adriano Tarullo

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Adriano Tarullo Il video di Lei casca dalle favole in anteprima

20/11/2017 di Ambrosia J. S. Imbornone

#Adriano Tarullo#Emergenti#Songwriting

Vi presentiamo il video del secondo singolo dell’album “Storie di presunta normalità”, un punto di vista sognante sul mondo, tra piccoli entusiasmi e la ricerca di angoli di bellezza naturale in cui immergersi per trovare un equilibrio con la realtà e ritrovarsi
Nuovo singolo per il cantautore abruzzese Adriano Tarullo, Lei casca dalle favole, dall’album Storie di presunta normalità: il video del pezzo è presentato come “un racconto intriso di leggerezza dai colori pastello in cui scorre la vita di una ragazza che trascorre i suoi momenti alla ricerca di un equilibro in un paese di poche anime, nella sua quotidianità, davanti lo specchio di una stanza o immersa nei paesaggi della natura”. La protagonista della canzone “legge libri d’altri tempi per riordinare la realtà”, scrive, spalanca occhi sognanti sul mondo, si perde negli orizzonti puliti di una collina piena di fiori, tra altalene e cavalli, mentre culla “l’infinita nostalgia che ha del mare”. Nel video e nella canzone, si legge nel comunicato, troviamo “Una ragazza in cerca di un amore principesco di quello che raccontano nei film, un amore che possa mettere a tacere le perplessità di una vita. Una ragazza che cammina tra le righe di una favola, dove è facile mettere il piede su qualche parola storta e inciampare su una realtà troppo vera nel quale sognare è un buon esercizio per riuscire a sorridere”. Il video ci consente di osservare dall’esterno la dolcezza luminosa della giovane, ma anche in qualche modo di guardare il mondo dal suo punto di vista, entrando nel suo microcosmo di piccole cose e di momenti in cui la natura permette di trovarsi più a contatti con sé stessi o di immergersi nei propri sogni, al di là dei riscontri o delle delusioni che si ottengono in merito quotidianamente.

Si tratta di “una ballata ricca di tradizione alla ricerca della felicità attraverso gli occhi di una sognatrice, la speranza di riconoscersi e ritrovarsi in un posto lontano, dove anche l'aria ha il colore dei sogni e il vento fischia una dolce musica di sottofondo”: è un brano cantautorale placido e dolce, sostenuto soprattutto dalla chitarra acustica e impreziosito da tocchi eleganti di fiati.
Con questo album Tarullo ha accantonato il dialetto, ma “non quel piglio intimo e rionale con cui racconta la vita che si consuma attorno”; anche nei testi si esce allora dalla terra d’Abruzzo, per abbracciare una visione più completa. L’idea di musica che il cantautore possiede e propone non è quella di una leggerezza fine a se stessa, ma quella di “uno strumento importante per veicolare messaggi personali, di vita, di amore e di dolore”.

 

Adriano Tarullo - Biografia

Songwriter e chitarrista, classe 1976. Cresciuto tra gli appennini abruzzesi.

Nel 2004 ottiene un primo riconoscimento al concorso Premio Letterario Internazionale “Treditre Editori – Città di Avezzano”, dove risulta vincitore nella sezione -Poesia nei Testi Musicali, (ovvero Canzone D’Autore).

Dal 2006 si dedica a un progetto particolare in cui coniuga versi dialettali con generi musicali molto vicini al folk-rock e blues americani. Nasce il primo album Sacce cu è ju bblues, contenente nove tracce inedite. Vicende ed ironie popolari al ritmo del country- blues.

Vista la risposta del precedente album, prosegue il suo percorso musicale con due album in dialetto, Spartenze (2008) e I vuojjie bbene a nonnate (2010). Quest’ultimo è un disco con rivisitazioni di brani tradizionali anonimi e di brani di autori abruzzesi dei primi anni del 1900.

A maggio del 2012 è stato chiamato in Belgio a rappresentare il cantautorato abruzzese nella manifestazione Voxteris che raccoglieva per ogni nazione europea un cantautore dialettale.

L’anno successivo è il momento di una nuova uscita discografica con Anch’io voglio la mia auto blues (2013). Nel 2014 si aggiudica il Pigro Ivancover in occasione del Premio Pigro – Omaggio a Ivan Graziani per aver interpretato la canzone Il prete di Anghiari.

A fine estate, a Pescara, viene selezionato dal Club Tenco per il format Il Tenco Ascolta nel quale vengono chiamati gli artisti che il club ritiene i più meritevoli. Due mesi dopo l’album Anch’io voglio la mia auto blues è candidato nella lista delle targhe Tenco nella sezione “Miglior album in dialetto”.

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