
Monterossi - La Serie
Attesa da molti, ecco arrivare su Amazon Prime Video, la serie tratta dai romanzi scritti da Alessandro Robecchi, che hanno come figura principale quella di Carlo Monterossi. Ecco le impressioni sorte vedendo questa serie televisiva.Alessandro Robecchi ha avuto fin qui, una carriera lavorativa decisamente intensa. Giornalista per il Manifesto, oggi al Fatto Quotidiano, collaboratore di Radio Popolare, leggendaria una trasmissione intitolata Piovono Pietre che dal 7 Gennaio 1997 al 14 Giugno 2001 ha fatto da colonna sonora personale mattutina nei percorsi casa-ufficio. Undici minuti di satira feroce e sublime, un programma di poco più di 10 minuti in grado di far pensare nonostante il tono ironico e scanzonato. Da li, chi scrive, ha iniziato ad apprezzarlo e seguirlo con attenzione.
Poi la televisione, Chiambretti, Crozza, e chi più ne ha ne metta. Robecchi è parte fondamentale, insieme ad altri, del successo di questi personaggi televisivi. Grande appassionato di musica scrive libri, uno su Manu Chao, collabora con il Mucchio Selvaggio con lo pseudonimo di Roberto Giallo. Nel 2014 esce il suo primo romanzo per Sellerio Editore, Questa non è una canzone d’amore che porta alla ribalta la figura di Carlo Monterossi, autore di successo grazie ad un programma, Crazy Love, poi diventato qualcosa di molto diverso che avrebbe dovuto essere nelle intenzioni dell’autore stesso. Attorno a Monterossi una serie di personaggi divenuti fondamentali come Oscar Falcone, Nadia Federici, il Sov Tarcisio Ghezzi e la moglie Rosa, il poliziotto senza regole Carella, la Gregori (ma non era un personaggio maschile nei libri?), e la portiera devota, Katrina, che nella serie diventa Caterina e, last but not least, la Regina della "Grande Fabbrica della Merda", ovvero Flora De Pisis.

In realtà bisogna uscire dal “mondo” creatosi, e calarsi nella visione che hanno avuto il regista, ma soprattutto l’autore nel traslare il racconto scritto in un lungometraggio. E proseguendo nella visione alla fine questo nuovo "prospettiva" diviene familiare ed allora ecco arrivare i riscontri rispetto ai libri, le cui storie, sia quella citata che quella tratta da Di rabbia e di vento (il terzo volume uscito della serie), sono decisamente aderenti e fedeli al testo.Alla fine la sensazione è positiva, e quando si arriva alla chiusura del secondo racconto, quindi del sesto episodio, ci si aspetterebbe di vederne iniziare un altro. Peccato non vi sia altro, anche se credo, e spero, troveremo una seconda parte di questa serie tra qualche tempo.
Se c’è una cosa che ho trovato sinceramente sbalorditiva è stato sentire alcune della canzoni dell’ amatissimo (da Robecchi, da Monterossi, da tantissimi di noi) Bob Dylan. Una serie si fregia della colonna sonora che si merita, e noi non possiamo che essere lieti per la scelta fatta, restando fedeli alla “spiritual guidance” di Monterossi, che Dylan lo cita spesso, o vi ricorre con frequenza.
La domanda finale, ovvia, potrebbe essere quanto vi sia dell’autore in questi libri e nella serie? E la risposta potrebbe essere la citazione di Guarda Che Non Sono Io di Francesco De Gregori.
O forse sì, o, forse, può darsi.