La Belgrado di Tito
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Josip Broz detto Tito è sicuramente uno degli uomini politici che di più hanno segnato il secolo scorso. Da umile figlio di contadini a capo di stato, da giovane operaio a leader del "Movimento dei non allineati", nella parabola del Maresciallo Tito c'è non solo la storia del ventesimo secolo, ma le passioni, i drammi, gli scontri di un'epoca che come nessun altra ha avuto la capacità di teorizzare i concetti di bene e di male e di applicarli alla politica. La sua figura racchiude gli aspetti del reale, del mito e della leggenda come pochi. Il reale è il capo della guerra partigiana contro i nazifascisti, che divenne padre della Jugoslavia, che cerco, con Nasser e Sukarno, un'altra via che non fosse per forza filoamericana o filosovietica ma anche che represse brutalmente il dissenso degli anni cinquanta. Il mito sono le migliaia di "jugoslavi" che si recano ogni anno in pellegrinaggio al suo paese natale Kumrovec o alla sua tomba, la "Casa dei fiori a Belgrado", ove è sepolta, dopo una storia contrastata, anche la moglie Jovanka. Sempre mito sono le tante strade o piazze che portano ancora il nome di "Marsala Tita" e i bar Tito a Belgrado e Sarajevo. La leggenda è l'idea dell'intelligence americana, durante la resistenza, che Tito non fosse una persona ma una sigla, Terza Internazionale Terroristica Organizzazione, e che a turno i comandanti partigiani ne assumessero l'acronimo. Oppure le tante versione sulla vita del "fabbro più famoso del mondo": da massone a agente del NKVD, da ebreo a compagno di scuola di Adolfo Hitler, a figlio illegittimo di Wiston Churchill. Ma il compito di questa presentazione non è analizzare i meriti e i limiti di Tito, neppure ragionare sulla sua creatura, una patria comune per "gli slavi del sud" infrantasi nei conflitti che hanno devastato la Jugoslavia degli anni novanta, bensì di presentare i luoghi che nella città di Belgrado, capitale della Repubblica Federalista di Jugoslavia, ed ora della Serbia, riportano alla memoria il titoismo. Per gli amanti della storia che vorranno avventurarsi nelle piazze e nelle strade della "città bianca" ma anche per i tanti giovani che stanno facendo diventare la capitale serba una meta per il turismo low coast.
Foto di Luigi Lusenti
Piazza Slavia è la piazza più balcanica della capitale balcanica dei Balcani. Dalla piazza partono due strade. La Nemanjina e la Kralja Milana. La prima porta verso la stazione. La seconda, cambiando nome in Terazije, alla piazza della Repubblica, il cuor
Sull'angolo fra il Bulevar Oslobodenja (libertà in serbo) e piazza Slavia ci sono delle corone appese ormai secche. Non si capisce da quanto tempo siano lì. La lapide dal 1952, ma commemora la fondazione del Partito Comunista Jugoslavo del 1919.
La Andricev Venac parte dalla scalinata a fianco del Palazzo Nuovo. All'8, sull'angolo con la piazza dei Pionieri, sorge uno stabile di 4 piani. Al primo la casa museo di Ivo Andric. Un ingresso anonimo, una porta quasi sempre chiusa. Bisogna tornarci più
La medaglia e la pergamena che l'Accademia di Stoccolma consegnarono a Ivo Andric con la seguente motivazione: "per la forza epica con cui ha tracciato e rappresentato i destini umani concernenti la storia del suo paese".
Una scalinata divide il Palazzo della Presidenza della Repubblica dalla casa di Ivo Andric. La scalinata conduce al Parco dei Pionieri, nella piazza del Parlamento. Alla fine della scalinta un monumento allo scrittore de "Il ponte sulla Drina". Gli onori
La La presidenza delle Repubblica, o Palazzo Nuovo, sorge verso la fine della Kralja Milana, diviso dal Palazzo Vecchio, ora Municipio della città, dai giardini intitolati a Ivo Andric, il grande scrittore Nobel della letteratura nel 1961. Costruito negli
La prima pietra del Parlamento di belgrado fu posta dal Re Pietro I il 27 agosto del 1907. Ci vollero anni per finirlo. La prima riunione dell'Assemblea nazionale si tenne il 18 ottobre del 1936. Dopo la guerra divenne la sede del Parlamento della Repubbl
La Casa dei sindacati fu costruita negli anni cinquanta su indicazione del Partito Comunista, nella piazza Nikola Pasic, primo ministro dal 1903 al 1926. Fino a metà dell'ottocento nei pressi sorgeva la più grande moschea di Belgrado. Sulla piazza si affa
Negli anni sessanta la città subì un forte processo di inurbazione e a nord dei due fiumi, la Sava e il Danubio, sorsero grandi agglomerati urbani, fra cui il più esteso è quello di Novi Beograd. La zona ha il carattere di una grande periferia molto in di
Novi Beograd, nella zona nuova al di là della Sava, i quartieri si chiamano Block e sono classiche urbanizzazioni degli anni sessanta. La E 75 che porta da una parte a Novi Sad e dall'altra a Zagabria divide i Block. Il Block 70 è quasi interamente abitat
La torre Genex è un grattacielo di 35 piani, alto 115 metri progettato nel 1977 da Mihajlo Mitrovi? in stile brutalista e terminato nel 1980. All'ultimo piano era previsto un ristorante girevole. L'idea era quella di farne la porta della città, per chi ar
I grandi viali dividono Novi Beograd orizzontalmente e verticalmente. L'autostrada E75 unisce il nordo con il sud della Serbia attraverso la capitale. La E75 nel territorio di Belgrado prende il nome di Bulevar Arsenija Carnojevica. La E75 inziò ad essere
Da questa parte della Sava, sulla riva del Danubio il cemento diventa protagonista. Le proporzioni diventano grandiose. E' l'idea di un paese che voleva essere grande, e in un certo senso lo è stato. Così è la storia dell'Hotel Jugoslavia, con il suo casi
Monumento alla resistenza davanti all'Hotel Jugoslavia, sulle rive del Danubio ora piene di barconi dove alla sera si scatena la movida belgradese.
Ora la torre, abitata da un lato e con uffici dall'altro, versa in un degrado incredibile, che la accomuna al degrado di moltissimi quartieri di Nova Beograd, o Block e in contrasto con i grandi palazzi in vetro che banche e multinazionali stanno costruen
Sulla Narodnih Heroja, che parte dalla Genex Tower, davanti a un minimarket sorge questo busto di Tito. Il Maresciallo è scolpito con la partizanska in testa, il berretto partigiano.
Generalštab building, il ministero della difesa, costruito nel 1963 con l'idea di ricordare le gole della Sutjeska ove si svolsero eroiche battaglie partigiane. Bombardato dalla Nato nel 1999 il palazzo è rimasto così, con le macerie in vista, come denunc
Come in tante grandi città dell'est, nel secolo scorso, gli appartamenti si dotarono di grandi paraboliche che permettevano di ricevere le televisoni dell'occidente. Ora questi enormi padelloni rimangono come arredo urbano, segno di un passato anelito di
BIGZ building fu costruito nel 1941 per ospitare la sede della National Printing Institution of Yugoslavia, la casa editrice dello Stato. Il BIGZ ha chiuso negli anni novanta dopo aver prodotto decine di miglia di libri. Ora resta un enorme cubo di cement
Ku?a Cve?a, la Casa dei Fiori, è il monumento funebre di Josip Broz detto Tito, per decenni a capo della Repubblica Federativa di Jugoslavia e leader del movimento dei non allineati. Alla tomba si accede da una grande scalinata che, prima, porta al Museo
La statua del Maresciallo Tito nel parco che circonda il mausoleo in cui è ospitata la salma dell'inventore della Jugoslavia moderna. Tito è ripreso da una famosissima foto che gli fu scattata durante la resistenza.
75 Bulevar Mira: la villa in cui per molti anni è stata tenuta quasi prigioniera Jovanka Broz. La guerra scoppiò che Jovanka avea solo 16 anni. La casa paterna fu distrutta dagli ustascia e la famiglia scappò dal paese. Jovanka a 17 anni si unì alla resis
Per quasi 34 anni, Jovanka visse praticamente prigioniera. Solo negli ultimi anni le era stato restituito il passaporto e la possibilità di parlare con estranei. Sono così uscite alcune sue rare interviste nelle quali però non ha mai fatto rivelazioni cla