The White Buffalo

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The White Buffalo The White Buffalo in Italia: doppio live report!

30/10/2024 di Autori vari

#The White Buffalo#Rock Internazionale#Rock

Jake Smith, in arte THE WHITE BUFFALO, a circa un anno e mezzo di distanza dai due sold out di Maggio 2023 di Torino e Livorno, nonche' dallo show in apertura a Bruce Springsteen al Circo Massimo, e' tornato in Italia per quattro concerti di presentazione del primo live album. Mescalina l'ha seguito nei concerti di Firenze e Milano. Ecco i due live report.
 

Firenze, 25 ottobreViper Theatre

Giovanni Sottosanti: Rolling Like A Freight Train Through The Night

Rotolando come un treno merci nella notte, in una mite serata di fine ottobre, The White Buffalo trovano approdo e ristoro al Viper Theatre di Firenze. All'interno la temperatura è addirittura bollente, la risposta del pubblico ottima e abbondante, mentre la particolare conformazione del locale, con il pavimento a scendere verso il palco, permette un'ottima fruizione del concerto da qualunque punto della sala. Jake Smith e il suo combo hanno ormai acquisito da diversi anni un più che consistente seguito di pubblico e critica sul suolo italico, rendendosi sempre protagonisti di show infuocati e coinvolgenti.

Il cowboy-biker, immenso e possente, imbraccia la chitarra acustica e si presenta da solo on stage per l'apertura con un'intensa Wish It Was True. Su Love Song #1 lo raggiungono i prodi compagni di infinite scorribande, Christopher Hoffee, basso e tastiere e Matt Lynott alla batteria. Da Kingdom For A Fool ha inizio il viaggio, intenso, sognante e selvaggio, contrassegnato da un country sporcato di rock, assalti punk, blues sanguinanti e polvere da sparo, tra bivacchi notturni, cavalli al galoppo, tramonti nel deserto e orizzonti sconfinati. Set My Body Free avanza potente e veloce, mentre This Year parte lenta, per poi accelerare in uno splendido finale in crescendo. Into The Sun è cupa e introspettiva ed è seguita da una splendida rendition della celeberrima House Of The Rising Sun, blues fino al midollo e nera come la pece.

Sycamore cavalca spazi infiniti per una delle loro ballate più intense e struggenti. La voce di Jake è sempre più duttile, morbida e profonda al tempo stesso, capace di passare senza difficoltà alcuna da ballads a pezzi tirati e arrembanti. C'mon Come Up è rilassata, mentre Come Join The Murder trafigge il cuore con un'altra ballad assassina, nella quale il cantato si fa improvvisamente nostalgico. BB Guns & Dirt Bikes riaccende i motori e riporta in pista i bikers, la strada torna a correre sotto pneumatici infuocati e motori rombanti. Il pubblico ormai è in sella con loro, asseconda la strada e accompagna ogni curva, da Oh Darlin What Have I Done a Last Call To Heaven, fino a Stunt Driver, si scende a perdifiato senza togliere la mano dal gas. Ci vuole I Got You per tirare il fiato, perché anche The Whistler parte piano con un'aria da western di Sergio Leone, poi inesorabilmente accelera per sfociare in una Pilot trascinante, totale e collettiva. I bis vedono di nuovo Smith da solo alle prese con Highwayman, pronto a ricongiungersi con la banda per un'intensa Damned, ma soprattutto per il finale epico e catartico di How The West Was Won, ennesima epopea di sconfitti e redenti, outlaws e ragazze da riconquistare.

Il treno dei White Buffalo non deraglia, resta bello dritto, nonostante tutto, anche se il viaggio non è stato semplice né scevro da insidie. I ragazzi sono arrivati a destinazione, si scuotono la polvere dagli stivali, legano le moto e si siedono al bancone del bar per la più che meritata birra ghiacciata. 

Milano, 29 ottobre - Magazzini Generali 

Pietro Cozzi

“Uno e trino”, The White Buffalo alias Jake Smith ma ormai anche nome del piccolo combo che lo vede affiancato a Christopher Hoffee (chitarra e tastiere) e Matt Lynott (batteria), sale sul palco dei Magazzini Generali dopo il “riscaldamento” degli L.A. Edwards con il loro rock melodico ad alto tasso pettyano, da intendersi ovviamente come Tom. Quanto a presenza scenica il colosso dell'Oregon, ormai abbondantemente californiano d'adozione, non è secondo a nessuno e ci mette poco a calamitare l'attenzione del pubblico che si assiepa nella sala lunga e stretta del locale. Siamo tutti qui in attesa di rivivere l'asciutta quotidianità delle sue storie di provincia, la cronaca schietta e sintetica delle semplice vicende dei suoi personaggi, riscattate dal pathos della sua voce. Per un'ora e mezza dispenserà la sua miscela di country-punk, folk da combattimento e più ricercate divagazioni in chiave Americana contemporanea, confermando di poter sfoggiare un profilo cantautorale tout court che va oltre le definizioni che ne hanno accompagnato gli esordi, in linea anche con gli sviluppi più recenti della sua discografia.

Si picchia forte fin dall'inizio alla fine, da Problem Solution a The Pilot fino all'ultimo bis di How The West Was Won, e la festa è assicurata, ma quando il ritmo accelera il rischio ripetitività è dietro l'angolo. Molto meglio funzionano, almeno a giudizio di chi scrive e lo ascolta dal vivo per la prima volta, i pezzi più lenti, quelli dove prevale la scrittura, le ballate colme di umori Americana e i blues desertici: è in queste situazioni che Smith riesce a gestire al meglio le variazioni del suo vocione stentoreo e a cavalcare le repentine impennate di tono e le accelerazioni drammatiche di cui è maestro indiscusso. Ne sono eccellenti esempi Into The Sun, Joe And Jolene, punteggiata dagli stacchi della batteria, Come Join The Murder, Last Call To Heaven, Stunt Driver, piacevolmente lunghissima e con un bel assolo slide, e la cinematografica The Whistler, introdotta dall'iconico fischiettare morriconiano. Le progressioni emotive che attraversano i brani, sottolineate quando serve da qualche ruggito profondo, sono indubbiamente capaci di scuotere in profondità.

Del resto la musica di The White Buffalo, soprattutto in concerto, è composta al 60-70 per cento dalla voce di Smith, infilata nei binari stretti delle potenti pennate della sua chitarra acustica e del drumming stentoreo, a tratti un po' invadente, di Lynott. E qui si può forse rilevare un altro dei limiti della serata. A tratti è come se il sound, già privo del “fondale” del basso, sembri un po' asfittico, in cerca di spazi di respiro che solo la sponda della chitarra può offrirgli. Rispetto ai dischi tutto sembra fin troppo compatto, condensato, povero di sfumature. Forse un accompagnamento strumentale più articolato garantirebbe una maggior varietà, magari bilanciato sul fronte opposto da una più corposa sezione del concerto per sola voce e chitarra. Il risultato è che siamo felici, ma soltanto a metà.

Setlist
Problem Solution
Kingdom For A Fool
Set My Body Free
John Jameson
Into The Sun
This Year
House Of The Rising Sun
Cursive
C'mon Come Up Come Out
Joe And Jolene
Come Join The Murder
BB Guns And Dirt Bikes
Oh Darling What Have I Done
Last Call To Heaven
Stunt Driver
I Got You
The Whistler
The Pilot

Bis
The Highway Man
Damned
How The West Was Won

FOTO DEGLI AUTORI


Trovate la recensione dell'ultimo disco live qui:https://www.mescalina.it/musica/recensioni/the-white-buffalo-freight-train-through-the-night