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Francesco De Gregori Conferenza stampa per il nuovo album De Gregori canta Bob Dylan – Amore e furto.
Francesco De Gregori realizza il suo sogno dedicando un disco all'autore più amato: Bob Dylan .
Preceduto da un primo ascolto integrale del nuovo lavoro, che mi ha lasciato grandi e piacevoli sensazioni, ma su cui non mi dilungo rimandando alla completa recensione che verrà in seguito pubblicata su queste pagine, in una sala affollatissima, e in anticipo sui tempi previsti, Francesco De Gregori si presenta in gran forma e molto sereno e rilassato.Reduce dal grande successo del suo ultimo lavoro Vivavoce ( doppio disco di platino) e dal relativo tour di sessanta date culminato con il grande concerto all’Arena di Verona, Francesco De Gregori racconta la genesi di questo lavoro, o forse meglio definirlo atto d’amore, un progetto coltivato da molti anni, visto che Bob Dylan è sempre stato per lui una grande passione e un preciso riferimento musicale, un modello di scrittura delle canzoni che ha avuto una grande influenza sui suoi lavori.
Spiega che la scelta dei brani è stata del tutto casuale, non è stata fatta alcuna ricerca, le canzoni sono affiorate da sole, si è ritrovato a canticchiarle, le ha scelte perché gli piacevano ed era affascinato dal suono, anche se occorre notare che una buona metà dei pezzi provengono dai primi due decenni di composizioni di Bob Dylan e mancano i brani più famosi del grande menestrello, sarebbe stato troppo ovvio, e avrebbe voluto inserire My back pages e Just like a woman, ma si è trovato di fronte ad insormontabili difficoltà di traduzione.
Già le traduzioni, tutte autorizzate da Bob Dylan e dal suo editore: De Gregori le ha volute tutte estremamente fedeli alle liriche originali, incontrando non poche difficoltà, ha passato anche settimane sulla scelta di una parola o di un’altra, e cita come esempio Dignità (Dignity) che ha richiesto solo per la prima strofa molte stesure, dovute ai problemi di metrica della lingua italiana, “nella metrica italiana tutto quello che dice Bob non ci può stare” e prestando sempre grande attenzione nel metterci solo Bob Dylan e non qualcosa di suo.
Da notare che oltre ai brani tradotti, lo stesso titolo del disco Amore e furto, in un gioco di specchi, è il titolo di un album del 2001, Love and theft, dove Dylan aveva in qualche modo “copiato” da altre fonti di ispirazioni.
Grande attenzione ai suoni (il disco “suona” veramente alla grande ) agli arrangiamenti, che in molti casi sono vicini agli originali, con qualche eccezione come in Come il giorno (I shall be released) e Via della povertà (Desolation row), versione molto diversa, soprattutto per quanto riguarda il testo qui decisamente più fedele all’originale rispetto alla versione fatta con Fabrizio De Andrè nel 1974 e contenuta nell’album Canzoni. Inoltre non ha voluto fare nessun pezzo solo chitarra, ne suonare l’armonica, confermando che non ci sono altri brani registrati e che tutte le canzoni tradotte sono nel disco.
Inevitabili le domande su Bob Dylan, che ha visto recentemente dal vivo a Parigi e a cui augura più che il Nobel per la letteratura quello per “ la musica”, di incontri avvenuti o solo immaginati, sulla grande pressione avvertita durante il concerto di questa estate a Lucca dove si esibivano entrambi , ma che non ha sortito nessun incontro , incontro che ricordava invece avvenuto anni fa in un camerino durante un concerto organizzato da David Zard a Roma.
Francesco è molto felice di aver realizzato questo progetto, tenuto nel cassetto da molti anni, ed è sinceramente poco preoccupato dallo scetticismo che ha circondato la realizzazione del disco.
Durante la conferenza è stato anche presentata una edizione speciale del racconto fotografico, “Francesco De Gregori. Guarda che non sono io”, cui è stato aggiunto un Dvd con un documentario inedito realizzato dal suo pianista Alessandro Arianti , con le immagini del backstage del recente tour europeo.
Ci sarà anche il nuovo Tour, in partenza a marzo 2016, in cui Francesco De Gregori dedicherà una parte del concerto a tutti i brani di questo disco, comunque un angolo ben distinto dal resto del concerto, separato dalle sue canzoni.
Non possiamo che ringraziare Francesco De Gregori per questo lavoro, per questo atto d’amore, che non è solo per Bob Dylan ma anche per noi che amiamo entrambi , con la speranza che possa diventare un momento di scoperta e di avvicinamento alla buona musica per tanti giovani, magari oggi distratti da altri modelli musicali.
Foto di Giuseppe Verrini