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Matteo Marchese Il video di Spanish Fly
Come solista Matteo Marchese, nel suo album DOT, ci ha presentato un viaggio esplorativo nei territori della musica che ama; nel video di Spanish Fly, editato da Ila Scattina, ci conduce in un viaggio nello spazio, alla ricerca di nuove energie, che servirebbero anche per tenere in vita una relazione altalenante. La canzone ne racconta le fasi, con un arrangiamento new-wave e accattivante e la voce, il piano e la chitarra acustica di Pier Ballarin/Broomdogs.
Oggi vi presentiamo in anteprima il nuovo videoclip di Matteo Marchese, dedicato al brano Spanish Fly ft. Broomdogs. Si tratta di un brano tratto da DOT, primo album da solista del batterista, produttore e arrangiatore, presentato come “un viaggio esplorativo nei territori della musica che Matteo da sempre ama, accompagnato da alcuni amici ed eccezionali musicisti che condividono la sua visione dell’arte e che hanno scelto di affiancarlo in questo tragitto”.Arianna Marsico nella sua recensione di DOT per Mescalina aveva così sintetizzato l’essenza del lavoro:
DOT mette sicuramente tanta carne al fuoco, e ci fa capire che Marchese ha molto da dire anche per sè e tanti suoni nel proprio cuore da “liberare”.
Tra i compagni di viaggio di Marchese, c’è appunto il polistrumentista, cantante e produttore Pier Ballarin, noto come solista con il moniker Broomdogs: in Spanish Fly è alla voce, alla chitarra acustica e al pianoforte. Racconta Matteo, che ricollega il pezzo al “pop elettronica, l’Inghilterra e poi la new-wave”: “appena [Pier] ha sentito la base, mi ha detto che non avevo scampo, il pezzo era per lui”. Così, invece, l’artista, che nel pezzo suona batteria, basso e synth, commenta i temi della canzone:
"Spanish Fly cerca di fotografare le fasi altalenanti di una relazione sentimentale. E lo fa attraverso immagini astratte, quasi a non voler abbandonare il piano ideale.
In un limbo di sensazioni e intenzioni sospese, ognuno reclama per sé il proprio spazio come momento di respiro e rilascio della tensione. Solo lasciando fluire la propria energia creativa ed emotiva è possibile tornare più autentici e consapevoli per infiniti nuovi inizi".
Nei versi si parla infatti di navigare di notte verso il nulla, senza alcuna ancora di salvezza; le speranze di un tempo sembrano sul punto di svanire, ma il protagonista non intende arrendersi, né è così saggio da interrompere questa storia. Forse non si è pronti a un cambiamento, ma appunto occorre in qualche modo ricominciare.
Di cambiamenti parla anche il video che Ila Scattina (Uncle Singer Production) ha dedicato alla canzone, editando Destination Earth, un cartone promozionale del 1956 creato da John Sutherland.
Il cartone mostra la grande adunata per il ritorno del goffo Capitano Cosmic su Marte; l’imperatore Ogg, che è anche un inventore e sulle sue scoperte basa il suo potere, incita con un macchinario il pubblico, che allora applaude acriticamente e meccanicamente, così come prima si era diretto nell’arena come una massa di automi. Ogg si gode i suoi applausi non spontanei. In quello che nel cartone era un flashback, si vede l’imperatore indicare un pianeta a caso e il povero Cosmic essere costretto a salire su una navicella spaziale, per raggiungere gli Stati Uniti e cercare nuove fonti di energia per la limousine di Ogg. Una volta arrivato, rende invisibile la sua astronave e se stesso per osservare la vita sul pianeta e le auto che lo travolgono. C’è infatti un traffico frenetico sera e mattina di vetture veloci e colorate, alla portata di tutti, per tutti gli usi e le esigenze, compresa una coppia di neosposi.
Cosmic si reca in biblioteca per studiare i segreti dei mezzi di locomozione terrestri e scopre l’energia petrolifera che alimenta anche navi, treni, ecc. Torna allora sul suo pianeta per condividere le nuove conoscenze, che non serviranno solo a facilitare la vita del privilegiato imperatore, che già è contrariato, ma cambierà la vita di tutti, che già sorridono felici; allora le destinazioni diventeranno illimitate. Sarà un lieto fine? Sicuramente le scoperte aprono nuovi, eccitanti orizzonti per tutti, che sembrano ravvivati dalle nuove speranze. E anche una relazione ormai forse spenta e a rischio di andare alla deriva, ha bisogno appunto di nuove energie. E nuove mete illimitate.
Il brano appare ben scandito, dal fascino internazionale e new-wave, tra bassi sinuosi e agrodolci e batteria accattivante; i synth del ritornello gli danno un appeal più luminoso ed efficace, mentre nelle strofe non mancano chiaroscuri. La chitarra acustica di sfondo lascia invece una scia intima; il pezzo è stato prodotto, arrangiato, mixato e masterizzato al Green Fog Studio da Mattia Cominotto.
L’album di Matteo Marchese è stato pubblicato da The Prisoner Records, con edizioni Sounzone e distribuzione The Orchard. Il musicista ha presentato il suo primo esordio da solista così:
«Mi chiamo Matteo e ho sempre avuto la musica come compagna di viaggio, anche prima di suonare, anche prima di sapere che sarebbe stata la mia vita.
Suono la batteria e un po' di altri strumenti, ho prodotto e arrangiato dischi, ho avuto uno studio di registrazione, due etichette e una casa editrice. Nella mia carriera ho collaborato con label discografiche (Ishtar, Schema, Philology, Sony, Warner), registrando e condividendo il palco con artisti incredibili dai quali ho imparato molto (Mario Biondi, Rosalia de Sousa, Lee Konitz, Fabrizio Bosso, Renato Sellani, Sirya, Ghemon, Robi Zonca, Ila and The Happy Trees, Tonino Carotone tra gli altri). Poi a un certo punto devi fare da te, per te.
E così è nato DOT, il mio primo album.
Nove tracce che parlano della musica che amo. Per ogni brano ho avuto degli amici che mi hanno visto e hanno capito la mia strada».
Potete ascoltarlo qui sotto.
E ora…pronti a viaggiare per lo spazio con Matteo Marchese e Broomdogs?
Editing del video e foto: Ila Scattina – www.chiamaunclesinger.com
Biografia
Matteo Marchese nasce a Genova nel 1976 da padre genovese e madre istriana e da piccolissimo si trasferisce in Val Camonica. I luoghi sono fondamentali per il suo futuro approccio alla musica. La contaminazione tra la calma del mare e la durezza della montagna lo porteranno a cercare un’unione tra i due ambienti. La distanza tra i luoghi viene percepita come la distanza tra le persone e nella musica trova il modo di sentire un’unione. Studia batteria world e funk e insieme ai suoi maestri scopre che il mondo può fornire una tavolozza di impressioni e di viaggi. Apre uno studio di registrazione con un socio, il Cavò Studio, che diventa una delle realtà jazz più affermate nei primi 2000. Lavora con Ishtar, Schema, Philology, Sony, Warner e con musicisti del calibro di Mario Biondi, Rosalia de Sousa, Lee Konitz, Fabrizio Bosso, Renato Sellani, Paolo Fedrigotti, Moni Ovadia, Ares Tavolazzi. Al lavoro di fonico e produttore affianca come batterista dal vivo e in studio artisti come Sirya, Ghemon, Robi Zonca, Ila and The Happy Trees, Tonino Carotone, Flabby. Nel 2005 inizia il suo percorso alla scoperta della musica dell'uomo e con Carlo Sinigaglia stabilisce un nuovo modo di fare musicoterapia che viene descritto nel libro Il giorno in cui abbiamo inventato l'acqua calda. Inizia a tenere seminari e corsi (Fondazione Besta, Ospedale Don Gnocchi), oltre che a operare in contesti relazionali e di riabilitazione con forme di handicap grave. Decide di vendere lo studio e di usare la musica per aiutare le persone. In questo percorso impara quanto la musica possa fare per un essere umano e decide di farne la sua principale attività. Un modo di crescere come persona e musicista. Nella sua musica porta le esperienze fatte nel mondo parallelo della mancanza di relazione. Il disco DOT è la prima forma che Matteo ha trovato per descrivere geograficamente ed emotivamente il suo mondo, cercando di unire i posti dentro e fuori di noi.
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