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Sfera Cubica Una compilation al cubo: il volume 2 in free download e streaming!
#Sfera Cubica#Italiana#Alternative #Pop #Pop rock #Blues #Folk #Experimental #art-rock
Siamo lieti di ospitare il secondo volume della tripla compilation Una compilation al cubo, con cui Sfera Cubica riassume il suo 2014, dal rock al cantautorato più delicato, dal blues al pop. Nella tracklist Saluti da Saturno, Rocío Rico Romero, Deian e Lorsoglabro, Stella Burns (feat. Emma Morton), Piccoli Animali Senza Espressione, Johann Sebastian Punk, I giorni dell'assenzio, IO e la TIGRE e VeiveCura.
Sfera Cubica ripercorre il suo 2014 con una mega-compilation in tre volumi, che in 28 canzoni racconta generi e stili diversi che sono stati promossi durante l’anno, in uno spaccato variegato e affascinante delle tante sfaccettature della musica indipendente di oggi, dal rock al cantautorato più delicato, dal blues al pop, dall'elettronica all'indie-pop e al synth-pop. Ecco come Sfera Cubica presenta Una compilation al cubo:Finché non abbiamo iniziato a contarli per gioco, non ci siamo resi conto della varietà di tutti gli artisti con i quali abbiamo trascorso il 2014. Quando, durante una delle nostre riunioni settimanali, ci siamo messi ad elencarli tutti abbiamo iniziato a ricordare brani, video, risultati raggiunti (e anche quelli mancati!), aneddoti e sonorità... abbiamo passato tutta la mattina a raccontare, come quando ti ritrovi a parlare di una comitiva di amici con cui ti sei divertito per molto tempo. "Una compilation al cubo" è nata così, ripercorrendo insieme il nostro 2014 da ufficio stampa e tutti gli artisti con i quali abbiamo avuto il piacere di condividerlo. Tantissimi, per una sola compilation. E una compilation cubica non poteva che essere condivisa con tre media "complici" che avessero voglia di aiutarci a raccontare un anno di lavoro.
Andrea, Chiara e Michele
Tutti e tre i volumi sono disponibili da oggi in streaming e in free download, il primo su Dance Like Shaquille O’Neal, il secondo qui sotto in questa pagina e il terzo volume su Just Kids.
Cliccate per scaricare tutte le canzoni del vol. 2 di Una compilation al cubo.
Si parte con un brano che risuona come un carillon dolceamaro, malinconico e struggente, ovvero la personalissima e dolcissima versione di Saluti da Saturno di Ciao mare di Raoul Casadei, quasi irriconoscibile e diventata a tutti gli effetti una canzone di Mirco Mariani. È tratta dall’album “Shaloma Locomotiva” (LABOTRON // Distribuzione Master Music/Believe), candidato anche nella sezione Targhe Tenco 2014 dedicata agli interpreti, e il poliedrico artista e fine polistrumentista la presenta così:
“il ricordo di questo brano mi riporta seduto sul terrazzo di casa dei miei genitori. Lo ascoltavo su un 45 giri e ci suonavo sopra con due pennelli in mano e due libri appoggiati per terra… erano le mie prime bacchette e i miei primi tamburi. Fin da allora ho sempre pensato che è una melodia meravigliosa. E’ una melodia vacanziera e festaiola che però nasconde una pensiero struggente”.
Nella nostra recensione, a cura di Arianna Marsico, si sottolineava invece che
“le potenzialità del liscio di diventare il blues italiano traspaiono nelle nuove versioni di Ciao mare e soprattutto dell’arcinota Romagna mia. Qui si introducono suoni distorti che accentuano lo stridore della lontananza, ponendo l’accento sulla malinconia che l’usuale veste danzereccia fa perdere di vista”.
http://www.mescalina.it/musica/recensioni/saluti-da-saturno-shaloma-locomotiva-
Photo credits: Pietro Bondi http://www.pietrobondi.blogspot.it/
Subito dopo, ecco un altro brano delicato, la suggestiva e ipnotica ballata Isabel, uno scrigno di ossigeno, bellezza e atmosfera spalancato da sonorità minimali e da una produzione attenta. A cantarlo l’artista di origini andaluse Rocío Rico Romero nel suo album
Le atmosfere sono quasi sempre dilatate, sospese, rarefatte. Il disco è pervaso da Roca Básica (LIQUIDO Records & Produzioni), così presentato da Sfera Cubica:
“Il disco è pervaso da un’apparente quiete immensa alternata ad improvvise solitudini. Gli arrangiamenti, raffinatissimi, si dipanano come ideogrammi tracciati su carta di riso. Sopra tutto questo, la voce cristallina, sicura e fragile allo stesso tempo, di Rocío. […] . È un lavoro colmo di desideri, un disco di sfogo, liberazione e seduzione”.
In particolare Isabel conduce sulle ali del sogno, immersi nell’ “infinito della notte”.
Nella nostra recensione, a cura di Veronica Eracleo, si evidenziava che “i testi sembrano più dei mantra poetici con versi molto brevi e spesso ripetuti che descrivono scene piene di malinconia, come ad esempio Isabel (“Io, scelgo la notte. Io, scelgo la notte...intrecciandomi nel suo racconto. Io, scelgo la notte. Alleata della mia estenuazione e del battito che si incrina. Io, scelgo la notte. Nel carcere della veglia abbandono il mio corpo… incateno i miei sogni alle mie mani. Li ruba e non li ridà indietro"). http://www.mescalina.it/musica/recensioni/rocio-rico-romero-roca-
Photo credits: Futura Tittaferrante
Si continua con Prezzo speciale di Deian & Lorsoglabro, titletrack dell’album omonimo pubblicato dai Dischi del Minollo/Edisonbox: si tratta di un brano dal testo originale e immaginifico, ironico e stralunato che testimonia l’eclettismo dell’artista e le sue influenze, che fondono in modo spiazzante e affascinante elettronica, figlia anche del krautrock, l’eco delle suggestioni del rock psichedelico, un’attenzione ai testi cantautorale e altro ancora in un mosaico che neanche Deian Martinelli saprebbe descrivere nella sua totalità, pur precisando che in agguato “c’è sempre il fantasma di Syd Barrett a decretare cosa sia giusto e cosa no”. Ecco come è illustrato invece il significato del titolo:
“Speciale è il prezzo che chiunque sta pagando per ciò che nessuno in particolare ha deciso. Speciale è il prezzo che si paga per non aver scelto come individui di essere calati in una realtà che è lo specchio di una civiltà in conflitto, con tutte le drammatiche conseguenze del caso. Speciale è un aggettivo dal significato vago e di uso molto comune che definisce qualcosa di non comune e non vago, ma peculiare. Speciale è l’aggettivo che viene utilizzato per qualificare il prezzo di molti beni di consumo, di prodotti costruiti per alimentare una filiera che fa capo a una sola ragione d’essere, i soldi.
Speciale è anche il prezzo che si paga per l’assurdità di ritenersi innocenti, non complici, estranei al sistema di cui invece si è una parte, infinitesimale, ma l’unica parte su cui ognuno può avere una reale influenza: se stessi. Ripiegarsi in sé, in quest’ottica, non è un segno di autismo, ma di compenetrazione con l’esterno, da cui filtra il mondo per riuscirne contaminato dall’individuo, così come quest’ultimo viene contaminato dal mondo. E viceversa, e viceversa, e viceversa.”
Al numero 14 troviamo il cowboy e crooner, o cowboy glam, Gianluca Maria Sorace, leader degli Hollowblue, dal suo album da solista Stella Burns Loves You (Twelve Records/Audioglobe) con un pezzo elegante e accattivante in cui duetta con Emma Morton, combinando la sua voce profonda, notturna e suadente con la voce jazz della cantante scozzese-barghigiana. Il brano si intitola A Little Piece of Blue ed è introdotto da una parte strumentale dalle sonorità folk, persino quasi world. Sorace così presenta il progetto:
“Stella Burns sono io e non sono io.
Sono un cowboy ma non lo sono veramente.
Suono blues senza aver mai suonato prima d’ora il blues ed esplorato la musica delle radici.
Nato in Sicilia ma mai vissuto in Sicilia, abito a Livorno da sempre senza esserne parte fino in fondo.
Senza una particolare terra da poter chiamare casa e quindi tutta una terra da poter chiamare casa.
Come uno straniero, che vuole essere accettato e amato e per questo ama.
Come un moderno Ziggy Stardust, cowboy.
Come una Stella caduta sulla terra.
L’amore ci innalza e ci unisce e l’amore brucia e ci distrugge.
Stella Burns loves you parla di questo.”
Nel nostro speciale dedicato al video di un altro pezzo, Another Call Is What I'm Waiting For (con intervista), così avevamo presentato l’artista:
“Sonorità acustiche “calde”, rigorosamente vintage, una voce suadente che strizza l’occhio all’eleganza di Bowie, alle tonalità dense di malinconia di Morrissey o a certe atmosfere agrodolci, raffinate e vintage dei Divine Comedy: cowboy e crooner, o cowboy glam, come spesso viene definito, Gianluca Maria Sorace, leader degli Hollowblue, ha pubblicato un album da solista sotto il moniker Stella Burns, intitolato Stella Burns Loves You, in cui emerge pienamente una personalità artistica fascinosa e originale, che fonde e alterna il folk e il blues a un sound cinematico delicato, emozionante ed avvolgente”.
http://www.mescalina.it/musica/special/24/03/2014/stella-burns
Si prosegue con una canzone che ha un’intro elettronica vaporosa, per poi farsi ancora più “catchy”, un grande brano pop, Instant Pharma dei Piccoli Animali Senza Espressione, tratto dal secondo disco dell’ex bassista e fondatore dei Virginiana Miller Andrea Fusario, intitolato Cerco casa vista Marte, album che ospita anche Robin Guthrie dei Cocteau Twins in Sarà di nuovo estate.
Tra linee vocali raffinate si ironizza sull’impressionante consumo e abuso di farmaci, dai palliativi fino agli psicofarmaci, prima di una coda strumentale gradevolissima e ballabile. Il gruppo presenta così il pezzo:
“Instant Pharma è, forse, la canzone più pop mai scritta dai PASE. Un pezzo dritto e quasi dancey che scherza, si fa per dire, con gli eccessi farmacologici”.
Nell’album, pubblicato da IRMA Records/Music Market/Materiali Musicali, suoni più analogici rispetto al passato (con il calore della batteria del nuovo ingresso Luca Brunelli Felicetti): questo elemento, unito alla morbidezza delle linee melodiche, agli ambienti sonori dilatati e alla profondità degli arrangiamenti rendono l’album una matura prova di sofisticato pop/rock cantautorale che può ricordare tanto il Battiato della seconda metà degli anni ’90 quanto il David Sylvian di “Dead Bees on a Cake”. I testi adeguati al nuovo approccio musicale si sono fatti meno teorici e astratti, con riferimenti talvolta circostanziati e riconoscibili all’attualità: nel nuovo disco si parla della crisi, degli “eccessi farmacologici” e dei curiosi fenomeni sociali come le varie forme di counseling e life coaching.”
Ora tenetevi forte, perché arriva un terremoto musicale, quello di un esordiente d’eccezione: è Johann Sebastian Punk, artista iconoclasta, che fonde in modo imprevedibile spunti classici e un circo incredibili di suoni rock di qualsiasi matrice. Nella compilation troviamo la sua travolgente Yes, I Miss The Ramones, un concentrato di energia tra punk dirompente e piano rock’n’roll, inserti di (im)possibili orchestre. Il brano è tratto dall’album More Lovely and More Temperate (S.R.I. Productions / Audioglobe & Digitalea), scritto, registrato e arrangiato dal solo Massimiliano Raffa con produzione esecutiva curata, oltre che dall’ideatore di SRI, Daniele Calandra, anche da Beatrice Antolini. Si leggeva nel comunicato sul disco:
“Al suo interno convivono glam-rock e shoegaze, bossa nova e AOR, baroque pop e surf-punk, clavicembali e sintetizzatori, ritornelli orecchiabili e tempeste rumoristiche che indurrebbero persino un sordo ad invocare pietà. Johann Sebastian Punk è l’interprete della fine della musica, della morte dei generi musicali, è un saltimbanco, un burattino e un eroe decadente intenzionato a riportare un’immagine universale di bellezza laddove questa è stata sostituita da un grigio e sordido provincialismo”.
Noi di Mescalina, per voce di Francesco Malta, che ha anche intervistato JSP, avevamo accolto il cd così:
“La rivelazione dell'anno: il modo più semplice per descrivere Johann Sebastian Punk è questo. Il debutto discografico ha fatto drizzare le antenne a tutti, tanto da valergli prima la candidatura, poi l'essere tra i finalisti delle Targhe Tenco per la miglior opera prima”. http://www.mescalina.it/musica/interviste/30/10/2014/johann-sebastian-punk
Altro giro, altra corsa: nel volume n. 2 di Una compilation al cubo trovate ancora la title-track del disco de I giorni dell’assenzio, Immacolata solitudine, un brano rock diretto e immediato, che parte con una strofa dalle sonorità quasi sospese, per poi esplodere in un tripudio di chitarre; non mancano però nuovi rallentamenti più introspettivi, in un’altalena di ritmi che rende l’idea degli stati d’animo espressi dai versi. Nel comunicato del cd si leggeva:
“I Giorni dell'Assenzio esordiscono con un album che vede molti amici musicisti e non solo come guest o supporters da Luca Di Bucchianico del Management del Dolore Post Operatorio a Umberto Palazzo de Il Santo Niente. […] Immacolata Solitudine" è un grido fatto da sonorità rock e testi brucianti come alcuni sogni che si realizzano ma poi vanno a fuoco in un secondo.
Avevamo osservato sul disco, pubblicato dalla Ridens Records, in un articolo firmato anche in questo caso da Francesco Malta:
di immacolato c'è veramente poco in questo primo lavoro de I Giorni dell'Assenzio. Rock sporco, potente e diretto che non ha nulla a che fare con il titolo dell'album. Invece la solitudine un po' c'è andando a scavare a fondo nei testi, una solitudine di provincia in cui la musica può essere una speranza per uscire dalla routine.
http://www.mescalina.it/musica/recensioni/i-giorni-dellassenzio-immacolata-solitudine
Penultima traccia è La mia collezione impossibile del duo IO (aka Aurora Ricci) e la TIGRE (aka Barbara Suzzi), un brano ironico e pulsante, quasi aggressivo e da Riot grrls, che inveisce su un uomo da inserire “nel raccoglitore dell’impossibile amore” in un “elenco decennale di gloriosi inizi rotolati sul finale”. Il suo atteggiamento sprezzante è ormai vano, dato che la sua stessa figura è inutile e non serve più alla protagonista. Aurora e Barbara
“sono profondamente convinte che la musica debba essere un mezzo e non il fine.
Sono profondamente convinte che prima venga il loro benessere e la loro amicizia, e solo grazie a questo, la loro musica può avere un senso.
IO e la TIGRE sono due e si bastano. Sono la carezza e lo schiaffo. Sono un ritorno dolce dopo anni di fredda diffidenza”.
Il significato di quest’ultima frase possiamo comprenderlo in questi righi della nostra recensione dell’EP autoprodotto IO e la TIGRE, scritta da Veronica Eracleo:
“Il cuore, l’amore e la sofferenza, la dolcezza e le grida sono le dicotomie della storia del duo, di questo incontro casuale di IO e la Tigre avvenuto agli inizi degli anni Novanta in cui IO si aggiunge al gruppo di Tigre (Lemeleagre) per poi abbandonarlo e mettersi in pausa musicale. Pausa passata a non toccare mai la chitarra se non per portarla con sé nei vari traslochi, fino a quando i pensieri appuntati nel fedele quadernetto fanno riesplodere in Aurora la voglia di riprendere a suonare e ad esprimersi sotto forma di canzone. Ed è allora che Barbara incrocia nuovamente il cammino di Aurora fino all’approdo di IO e la Tigre prima come duo artistico e poi come titolo del loro lavoro”.
http://www.mescalina.it/musica/recensioni/io-e-la-tigre-io-e-la-tigre
Si aggiungeva nella presentazione ufficiale: “L’EP è chiaramente una femmina e piena d’orgoglio porta il nome dei genitori. Nasce da una reazione emotiva e da un bisogno di dare una forma a tutto quello che l’Universo aveva fatto succedere in questi anni di lontananza, affinché anche gli altri potessero vederlo”.
Si chiude con gioiellino che svela pian piano il suo luccichio prezioso: è Utopia Pt. I-III (Baggio)" di Davide Iacono, in arte VeiveCura. Il brano è quasi una minisuite con più movimenti, che parte con un piano agrodolce in primo piano, puntellato prima da suoni in sottofondo quasi “tropicali”, poi da un sax di seta; poi si colma di malinconia soffusa, raccontata ancora dal piano, per una chiusa quasi maestosa. Al centro del pezzo l’entusiasmo e la delusione della Nazionale italiana a USA 1994 con uno dei più famosi rigori sbagliati, quello di Roberto Baggio; come si legge nell’articolo di Annalisa Pruiti Ciarello sull’album Goodmorning Utopia (La Vigna Dischi):
Ci sono sogni irraggiungibili e sogni raggiunti e poi spezzati che si trasformano in incubi come quel rigore sbagliato ai Mondiali, tra gli insulti e la compassione, Codino si è guadagnato anche un posticino all’interno di questo album in Utopia Pt. I-III (Baggio).
http://www.mescalina.it/musica/recensioni/veivecura-goodmorning-utopia
Nel comunicato ufficiale si osservava:
“Goodmorning Utopia è un percorso dentro cuore e psiche dell’artista, elementi tanto colmi di passione quanto di insoddisfazione. Con esso si rivela l’archetipo dell’uomo che tenta di toccare il cielo pur avendo entrambe le braccia incatenate a terra. La bellezza c’è, ci circonda più o meno sensibilmente, ma appena tentiamo di afferrarla essa sfuma fuori dai nostri pugni chiusi”.
L’Utopia del titolo era illustrata da questa citazione:
Una carta del mondo che non contiene il Paese dell’Utopia non è degna nemmeno di uno sguardo,
perché non contempla il solo Paese al quale l’Umanità approda di continuo.
E quando vi getta l’ancora, la vedetta scorge un Paese migliore e l’Umanità di nuovo fa vela” (Oscar Wilde)
Photo credits: Chiara Incarbone
E così il nostro viaggio nel 2014 in musica di Sfera Cubica termina qui…ma non perdete gli altri volumi della compilation!
Ecco la tracklist completa.
Sfera Cubica si fa in tre: "Una compilation al cubo"
Una compilation al cubo #1 - supported by DLSO
1. Godblesscomputers - "What we have lost"
2. K-Conjog - "How To Cure Hangover in April"
3. Kein - "Sugar"
4. Torakiki - "Dorothy"
5. Portfolio - "To The Right"
6. junkfood - "Days are numbered"
7. Underdog - "Lundi Massacre"
8. Francobeat - "E' bella la pioggia"
9. Tommaso Tanzini - "L'immagine"
10. I Quartieri - "Zeno"
Una compilation al cubo #2 - supported by Mescalina
11. Saluti da Saturno - "Ciao Mare"
12. Rocío Rico Romero - "Isabel"
13. Deian e Lorsoglabro - "Prezzo Speciale"
14. Stella Burns "A Little Piece of Blue" (feat. Emma Morton)
15. Piccoli Animali Senza Espressione - "Instant Pharma"
16. Johann Sebastian Punk - "Yes, I Miss The Ramones"
17. I giorni dell'assenzio - "Immacolata solitudine"
18. IO e la TIGRE - "La mia collezione impossibile"
19. VeiveCura - "Utopia Pt. I-III (Baggio)"
Una compilation al cubo #3 - supported by Just Kids
20. Ottodix - "Post"
21. Caron Dimonio - "Sul monitor"
22. Omosumo - "Ahimanà"
23. Shiva Bakta - "Baktism" (versione integrale)
24. The Gentlemen's Agreement - "Dire… Direttore"
25. Cecco e Cipo - "Un monumento al grasso"
26. Carlo Maver - "Bona noite Leo"
27. Endless Tapes - "Punto di vista differente"
28. Miriam in Siberia - "Failing"
Artwork: Marcello Petruzzi / Housatonic Design Network
Ringraziamo l’ufficio stampa Sfera Cubica e tutti gli artisti coinvolti.
Michele Orvieti
michele.orvieti@sferacubica.it
Andrea Schipani
andrea.schipani@sferacubica.it
Chiara Caporicci
chiara.caporicci@sferacubica.it
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