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Daniele Faraotti Il video di Vivaldi We Love You in anteprima
Un omaggio a Jean-Luc Godard e alla sua pellicola Week End del 1967, che rielabora versi del sonetto introduttivo alla Primavera di Vivaldi e fa riferimenti psichedelici a We Love You dei Rolling Stones: mentre il brano assomma o alterna synth, piano e riff lisergici, il video mescola disegni delle scene del film e fotografie, in un contrasto tra la campagna idealizzata di Vivaldi e la realta', che invece appare piu' violenta, impressionante e repressiva.
Dopo varie anteprime e la pubblicazione in primavera del lato B del suo nuovo lavoro, Daniele Faraotti, chitarrista, produttore e cantautore, torna con l’album completo, Phara Pop vol. 1 per Creamcheese Records, dove “l’allegoria è di casa e i riferimenti di grande cultura sono la cifra stilistica della sua libertà espressiva”. Il disco è anche definito “figlio di un abbandonarsi alla vita, un tornare ai rapporti umani, a celebrare le separazioni, gli incontri, le nostalgie”, nonché “figlio anche di un tempo afasico, dentro cui si raccolgono le tante semine strutturali e artistiche che aveva coraggiosamente sviluppato con il precedente lavoro English Aphasia”.Dopo appunto l’English Aphasia, l’artista è riapprodato all’italiano; l’album è nato in solitudine, ma non mancano alcune collaborazioni, come Valeria Sturba (al theremin e al violino in Isolde), Domenico Caliri (alla chitarra elettrica nel Ballerino di quadriglia), Daniele D’Alessandro (clarinetto in Sib in La Nave), Matteo Zucconi al contrabbasso, compagno di ventura nel duo dei FaZu e infine Simone Pederzoli, trombonista di grande esperienza, già session man in tre canzoni dell’album precedente.
Oggi ospitiamo in anteprima il video di un brano tratto appunto dal disco completo di Faraotti, Vivaldi We Love You (adieu J.L.G.), che l’autore presenta così:
Il sonetto de La Primavera di Vivaldi e We Love You degli Stones, messi uno di fianco all’altro. Una strofa per uno. Si racconta di Zefiretti e prigionieri, di temporali in atto e poi passati. Di suonatori di Zampogna, in una campagna di sogno, dove probabilmente è stata allestita una prigione.
Così spiega invece l’omaggio a Godard, nel frattempo scomparso:
Mi piace molto Week End di Godard - ho pensato, beh ci faccio un video - uso le scene che mi piacciono di più - le disegno e qui e là apporto modifiche. Le cose accadono, irrompono, si rompono e la vita sulla strada incontra la mia. Mi spiego meglio: sulla strada di Week End ho incontrato mio padre, mio nonno, mio cugino Demetrio, e alcuni momenti della loro e della mia vita. Qualche foto l'ho disegnata ma altre le ho utilizzate così come sono - un po’ gialline alcune, ma di grande qualità, così come molte cose dei tempi andati. Il giradischi! Forse l'incontro più importante della mia vita, importante come l'incontro con la musica. Ascolto molto meno di un tempo. Vivaldi ha una piccola citazione - è il testo della canzone però che prende a piene mani dal sonetto della Primavera. We Love You cantano gli Stones - nei cori cantano anche John e Paul. Jean Luc ha girato un film con gli Stones e così mentre lavoravo, Jean ha pensato bene di passare a miglior vita. E' così Vivaldi We Love You è diventato l'addio a Jean Luc Godard.
Nelle illustrazioni del video troviamo quindi il lungo piano sequenza del film del 1967, con l’ingorgo e gli incidenti stradali, cabriolet e veicoli capovolti o in fiamme, macchine della polizia e persone costrette a proseguire a piedi; tra colori primari, le strisce verdi delle campagne e scorci metropolitani, appaiono volti femminili, autoritratti e ritratti di Godard, sguardi e sorrisi, bambini in slittino e adulti in divisa, disegni e fotografie ritagliate o intere, che si accampano come in un viaggio nella memoria, tra versi che riecheggiano il sonetto iniziale della Primavera di Vivaldi (con angeli che salutano e ninfe che danzano) e psichedelia a tinte accese che ricorda il brano degli Stones e il suo amore per i fan, provocatoriamente esteso forse anche a chi aveva arrestato Jagger e Richards durante un festino. Così al mondo idealizzato della più dolce delle stagioni, tra muse, zampogne e ricordi dell'innocenza infantile, si giustappone e contrappone la vita reale, con scontri tra automobilisti, repressione e prigioni. Musicalmente il brano appare vagamente lisergico tra riff quasi volutamente ossessivi e ritmica in evidenza, tensioni di synth e inserti di piano brillante.
Daniele Faraotti
Biografia
L’oroscopo di quest’anno (2022), vuole per il capricorno tante soddisfazioni – dice che queste ultime lo attendono dal 2008. In effetti, per Daniele Faraotti, capricorno classe 1961, tutto comincia nel 2008 con la pubblicazione di Ciò che non sei più (Alka Record 2008). Non che prima non ci fosse stato niente, le attività svolte precedentemente potevano tranquillamente rientrare nell’ambito della formazione. Formazione lunga quella del Faraotti; tante le canzoni scritte, prima della prima canzone riconoscibile come tale – un percorso piuttosto accidentato. Si è trattato di recuperare quella scintilla che sembrava persa, tra esami in conservatorio, titoli di studio e domande di ammissione. Tra le cose mediamente grosse di questi anni di formazione, sicuramente va ricordata la collaborazione con Patty Pravo (Roxy Bar, MTV 1994) e la partecipazione come chitarrista ad un paio di canzoni nell’album di Claudio Lolli La scoperta dell’America. Anche la direzione artistica della rassegna U. S. W. (Und so Writer) a San Lazzaro di Savena (Bo ) è tra le cose da ricordare. Le edizioni del 2008 e del 2009 (le uniche) hanno visto molta musica indipendente esibirsi sul palco dell’ITC.
Nel 2009 esce Ciò che non sai più (Alka Record 2009), Ep con quattro canzoni e un video. Le canzoni erano state registrate nelle session dell’album precedente, che con questo gioca molto con il titolo. Il lavoro è ottimamente accolto dalla critica e poi seguono tanti i concerti in giro per l’Italia, il più importante a Scisciano (Na) di spalla ai Massimo Volume.
Poi è la volta Canzoni in Salita (Bombanella Records 2012). Le recensioni fioccano copiose, ma i concerti diminuiscono un po’.
Circa due anni di lavoro servono invece per completare In Cage’s shoes, una composizione strumentale di 21 minuti omaggio a John Cage, che viene pubblicata in Exit from the Cage del 2014.
Quattro anni di silenzio portano poi ad English Aphasia. Pubblicato in digitale nell’aprile del 2019, vede l’edizione in vinile del 2020 rilanciare l’Inglese Afasico che, tra buone recensioni e complimenti, ripagherà il Faraotti di un periodo non proprio roseo sotto molti punti di vista.
Nell’estate del 2019 il cantautore inizia la stesura delle canzoni che andranno a far parte di Phara Pop vol. 1. Durante il lockdown del 2020 avviene la stesura dei testi, la messa a punto degli arrangiamenti e nascono tante nuove canzoni. Su Phara Pop finiscono così 20 canzoni scritte tra il luglio 2019 e giugno 2020. Il singolo RadioMagia viene pubblicato a gennaio 2022 con il relativo video; molto materiale rimane fuori dalla scelta finale. Non è esclusa una appendice di prossima pubblicazione con le outtakes.
Attualmente Faraotti è anche al lavoro per i nuovi mix di Canzoni in salita e In Cages Shoes, che attendono una ri-edizione e un re-master in vinile, più altre novità che bollono in pentola. E poi ci sono i FaZu, band psichedelica, sperimentale, in duo con Matteo Zucconi, contrabbassista generoso e versatile.
Label: Creamcheese Records www.danielefaraotti.com
Ufficio stampa: Paolo Tocco paolotoccopress@gmail.com