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Na Isna Il video di Neri mai (con intervista)
Il tempo che non torna, rinunce che possono diventare irrevocabili e solitudini d’acquario tra suoni curati in Neri mai, tratta dall’album Un dio furioso. Vi presentiamo il pezzo con un’intervista a Marco Lodi sui suoi ascolti, da Demetrio Stratos a John Zorn, da Piero Ciampi ai Portishead, Nick Drake ed Elliott Smith, su come nascono le sue canzoni e tanto altro.
Nuovo singolo per i Na Isna di Marco Lodi, Neri mai, tratta dall’album Un dio furioso, già nell’elenco dei candidati alle Targhe Tenco 2014 per la categoria "Opera prima (di cantautore)". Vi presentiamo un video realizzato per presentare il brano, un pezzo dall’impronta cantautorale, dai suoni avvolgenti e curati, che preparano il crescendo finale sul “tempo che non torna”. La canzone si presenta infatti come una riflessione sul tempo, sguardi difficili da ascoltare (sinesteticamente) e da comprendere, solitudini d’acquario e ricerche d’armonia, a cercare una ricomposizione artistica per una rinuncia e una perdita che può diventare anche involontariamente irrevocabile. Neri mai è presentata così:Quando rinunciamo a qualcosa o qualcuno, coscientemente o per istinto di sopravvivenza, ci assumiamo il rischio di non avere altre chances. Sono passaggi cruciali, limiti senza ritorno, istanti che richiedono tutta la nostra dedizione per non diventare "mai". Il Rimorso è un dio furioso.
Il disco, prodotto artisticamente da Enrico Mescoli, Andrea Franchi (da sempre al fianco del Benvegnù solista) e Federico Truzzi, è il primo della band carpigiana, il cui nome riprende un’espressione, Na Isna, adoperata in alcune zone della Guinea-Bissau, dove Marco è nato, e dell'Africa equatoriale per augurare al nascituro di riuscire a mantenere un rapporto ben saldo con le sue radici, come base per il proprio futuro.
Abbiamo parlato con Marco dei suoi ascolti e modelli, da Demetrio Stratos a John Zorn, da Piero Ciampi ai Portishead, Nick Drake ed Elliott Smith, dell’operazione di ricerca che l’ha portato e lo porta a musicare testi letterari, delle nostre radici umane e naturale da rispettar e di tanto altro ancora.
Mescalina: Uno degli dei furiosi a cui allude il titolo è forse il più potente e trascurato, la natura, la Terra spesso sfruttata e devastata dall’opera dell’uomo. Marco, tu sei nato in Guinea-Bissau: quanto è diverso secondo te il rapporto con lanatura nei paesi africani e quanto hanno quindi da insegnarci nel rispetto di questo dio furioso?
Marco Na Isna Lodi: Non posso parlare per esperienza diretta, in realtà, perché ho vissuto in Guinea-Bissau solo pochi mesi dopo la nascita. Immagino però che debba esistere un rapporto più simbiotico con l'ambiente e con la natura in un qualsiasi luogo sul pianeta in cui l'uomo non sia ancora riuscito ad imporre una vera e propria antropizzazione. Si potrebbe dire anche così: ovunque al centro delle attività umane vi sia un imprescindibile rispetto dell'ecosistema, noi figli di civiltà industriali e post-capitalistiche abbiamo molto da imparare – e da dare. Che questa lezione provenga da un paesino della campagna emiliana o dal Polo Nord o dal Kilimangiaro poco importa, in fondo. E poi, con tutte le conoscenze scientifiche che ci siamo costruiti - e già da diverso tempo - è davvero incredibile che non si riesca a dare vita ad un sistema che sfoci in uno stile di vita più sostenibile del nostro.
Mescalina: Nel nuovo singolo Neri mai come spiegheresti i versi “prima di essere Dio, c’è da perdere un dio”?
Marco Na Isna Lodi: La sintesi è difficile…Diciamo che tutta la canzone ruota intorno al concetto di tempo, ad una serie di immagini che evocano l'aspetto inesorabile e decisivo del suo scorrere e che, in questo contesto, i versi citati esprimono una semplice pillola morale, tanto essenziale quanto diretta: possiamo essere dei buoni padroni del nostro "destino" solo se ci esercitiamo a mantenere un diverso rapporto con l'ambiente, perché in un certo senso questo ambiente è il nostro "destino". Forse nell'attuale frangente storico il nostro "dio" dovrebbe essere la natura, a cui dovremmo rivolgerci con il rispetto che riserveremmo ad un dio. Forse dovremmo "perdere" qualsiasi altro "dio", per poterci riuscire.
Mescalina: In questo album rielabori in musica in quattro brani parole di Arthur Rimbaud, Andrea Zanzotto e Dylan Thomas: è un’operazione che pensi che potresti fare anche in futuro per nuove canzoni?
Marco Na Isna Lodi: Sì, e in realtà è già successo o succederà presto anche con versi di Erri De Luca, Giampiero Neri, Alda Merini, Dostoevskij, Gadda, Allen Ginsberg, William Burroughs, per dirne alcuni. Il motivo è che non si tratta solo di un omaggio all'opera di questi o altri autori, ma di una vera e propria ricerca.
Penso sempre alla Gioconda di Duchamp: ci vuole del coraggio, forse alcuni lo considereranno un affronto, ma se si prende un'opera esistente e la si restituisce con una nuova chiave di lettura – basata sulla conoscenza, prima di tutto – si cerca sempre di offrire un incoraggiamento alla costruzione di un senso critico capace di resistere a qualsiasi conformismo. Quello stesso senso critico che sarebbe poi la nostra salvezza se decidessimo di rivolgerlo verso l'ecosistema, come già detto.
Mescalina: I testi dei tuoi brani sono sempre profondi, curati, frutto di un linguaggio metaforico efficace: come vi lavori? Nasce prima la musica o cerchi le note giuste per raccontare un’idea o musicare una poesia?
Marco Na Isna Lodi: Grazie, prima di tutto! La speranza più pressante è che riescano a veicolare questi concetti di cui stiamo parlando qui, che siano strumenti in grado di far scattare nuove chiavi di lettura del mondo, piccole "scosse" per il torpore umano. Come lo sono state le parole dei poeti che interpretiamo per noi, per intenderci. Sul piano compositivo non c'è una vera e propria regola. Credo dipenda più che altro dal momento in cui mi accingo a scrivere: se succede in una fase della vita "in ascolto" è più facile che mi venga da aprire un libro – già a me caro, per qualche ragione – e cercare di armonizzarne i versi, ma se avverto un'urgenza creativa da "carta bianca" mi precipito a buttare giù alcune righe e cerco una struttura e un'armonia solo in un secondo tempo
Mescalina: Nella presentazione del disco si citano come punti di riferimento internazionali Radiohead, i primi dEUS, Jeff Buckley e i National. Al di là delle sonorità, quali artisti internazionali pensi possano essere stati per te un modello per il loro percorso artistico e la loro concezione della musica (se ve ne sono)?
Marco Na Isna Lodi: Se posso citare alcuni "modelli" lo faccio molto volentieri, nei limiti delle mie conoscenze: mi pare di avere fin qui vissuto in un mondo fatto di Dirty Three e Morphine, John Zorn e Chopin, Heitor Villa-Lobos e Demetrio Stratos, Tom Waits e Luigi Tenco, e Piero Ciampi, e Nina Simone, e Smiths, e Portishead, e Tricky, e di post-rock, Mùm, Einstürzende Neubauten, Nick Drake, Elliott Smith, John Lennon...Mi fermo, ma ne avrei.
Mescalina: Ci sono invece degli artisti italiani che stimi particolarmente e pensi possano aver influenzato la tua musica?
Marco Na Isna Lodi: Anche qui, tanti. Ma forse quelli che hanno avuto maggiore influenza – e in un senso più ampio – sono i poeti di cui parlavamo prima.
Mescalina: Negli ottimi arrangiamenti, intensi e raffinati, si sente l’intervento di Andrea Franchi, coproduttore artistico del progetto: com’è stato lavorare con lui?
Marco Na Isna Lodi: Andrea è una persona in grado di trasmetterti molto bene tutta l'elettricità creativa da cui è attraversato, e quando questo succede dentro ad un studio di registrazione il risultato è sempre un clima di euforia compositiva. Ci si diverte moltissimo, perché diventa un luogo in cui anche i momenti di pausa e riflessione in realtà "producono un suono".
Mescalina: A quale canzone del disco sei più legato?
Marco Na Isna Lodi: Se devo proprio scegliere, probabilmente Sui tuoi passi.
Mescalina: Quale canzone altrui invece avresti voluto scrivere?
Marco Na Isna Lodi: Ovviamente innumerevoli.
Per dirne una vicina nel tempo, La schiena di Paolo Benvegnù
Mescalina: Qual è il complimento che ti abbiano fatto finora come musicista che più ti ha fatto piacere?
Marco Na Isna Lodi: Di essere riuscito a costruire qualcosa che chiede di essere ascoltato e riascoltato, e che alla fine ci riesce davvero bene. Si tratta di una cosa, tra l'altro, che trovo ancora più preziosa perché condivisa con i miei compari, un riconoscimento ad un lavoro comune - e per questo, forse, maggiormente impegnativo, complesso, particolare.
Mescalina: Un aggettivo per l’album e uno per Neri mai.
Marco Na Isna Lodi: Ribadirei per l’album l'aggettivo del titolo, che non è stato scelto a caso: furioso. Invece per Neri mai trovo adeguata la citazione da Orazio, più che un aggettivo: carpe diem!
Biografia
Il nome Na Isna viene usato in alcune zone della Guinea-Bissau e dell'Africa equatoriale per augurare al nascituro di riuscire a mantenere un legame forte e costruttivo con le proprie origini, di riuscire a crescere dalle proprie radici. Na Isna è un progetto musicale firmato da Marco Na Isna Lodi, Enrico Pasini e Luca Torreggiani nato a Gargallo, nei dintorni di Carpi (MO), nel cuore dell’inverno del 2012, che si sviluppa sulla base di altre esperienze musicali vissute in comune dai suoi tre fondatori. A partire dall’estate del 2013 entra a far parte della band anche il cantautore Enrico Mescoli. In questo periodo, in parallelo con una breve serie di apparizioni live, i Na Isna si dedicano alla composizione del materiale che confluirà all’interno del loro primo album. Tra l’ottobre 2013 ed il marzo 2014 viene quindi registrato presso il Lemon Head Studio di Carpi (MO) Un dio furioso, con la coproduzione artistica di Andrea Franchi (cantautore e collaboratore di Paolo Benvegnù) ed il mastering di Roberto Priori. Nella progettazione grafica del disco confluiscono i disegni di Marino Neri e le fotografie di Angela Tugnetti. L’album in un primo momento non esce ufficialmente, ma nonostante questo il nome della band circola tra gli addetti ai lavori: Il Fatto Quotidiano e RockIt se ne interessano e ad ottobre 2014 Un dio furioso viene inserito nell’elenco dei candidati alle Targhe Tenco 2014 per la categoria "Opera prima (di cantautore)". Nel frattempo, a partire da aprile 2014, entra a far parte del progetto anche Claudio Cilloni. Parallelamente i Na Isna si esibiscono in un tour di circa quindici date. Dopo la ghost-release del 2014, Un dio furioso è uscito ufficialmente a novembre 2015.
Info: www.facebook.com/pages/Na-Isna/191851910829987
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