Molecola

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Molecola Il video di Primo in orbita in anteprima

17/11/2023 di Ambrosia J. S. Imbornone

#Molecola#Emergenti#Alternative

Un video affascinante che parte dalle meraviglie della natura, per farci riflettere sul progresso della scienza e della tecnica e in particolare sulla conquista epocale dello spazio: ecco in anteprima il videoclip di Primo in orbita, nuovo singolo del producer umbro molecola, in procinto di pubblicare il suo primo album, Protovisioni. L'artista si muove tra IDM, canzone d'autore e paesaggi sonori, in questo caso con un'elettronica siderale, ricca di suggestioni e di rallentamenti.
Oggi vi presentiamo il video del nuovo singolo di molecola, Primo in orbita, un interessante nome della scena indie/elettronica del Centro Italia, di cui vi avevamo già presentato un altro video, quello di Legale covalente, dall’EP del 2022 La Festa del Pongo.

Ora invece il produttore umbro sta per pubblicare l’album d’esordio, intitolato Protovisioni: è infatti in uscita il primo dicembre per l’etichetta indipendente Tazzina Dischi.

In questo brano possiamo ascoltare sonorità sofisticate, con un'elettronica siderale, frenetica, evocativa, ma anche cangiante nel ritmo, con improvvisi rallentamenti come “a perdere quota”: non è un caso, perché la canzone parla del cosmonauta Yurj Gagarin, che il 12 aprile 1961 a bordo della Vostok 1 fu il primo uomo a volare nel cosmo, ma nel video si mostra anche il lancio spaziale in reverse, come a instillare in noi un dubbio: Siamo veramente andati avanti nel cosiddetto progresso o, in fondo in fondo, tutta la corsa alla conquista spaziale/tecnologica non ha ancora migliorato l’idea di civiltà dell’uomo?”.

Il progetto musicale molecola nasce da un’idea di Marco Testa, che cerca di fondere e combinare il mondo dell'elettronica d'avanguardia alla lingua italiana, mescolando IDM, canzone d'autore e paesaggi sonori.

Il brano ha una sola parte cantata, o meglio parlata, che dà voce a Gagarin in una comunicazione dalla sua navicella spaziale; nel testo da un lato troviamo il senso della missione, quella di ridefinire il mondo e superare i limiti umani, ma ascoltiamo anche le possibili, umanissime paure del cosmonauta e i suoi pensieri. Insomma, è un momento storico, cruciale, ma anche pericoloso, forse non tanto per l’uomo, che invece sarà celebrato come un eroe, ma per l’umanità: che quello sia un primo passo in un cammino che ha allontanato per sempre gli esseri umani dalla natura? Che si sia superata una soglia che ha spalancato tanti rischi negli equilibri del pianeta e dell’universo?

Il video viene presentato così:

“Il video ha una propria narrativa intrinseca, all’inizio viene mostrata la bellezza del mondo che man mano viene contaminata dalla civiltà umana, in particolare localizzata in Russia, fino a scene che rappresentano la guerra e conseguente lancio nello spazio. Nel tutto è collocata una figura che rappresenta l’infanzia ed il sogno di tutti noi bambini degli anni ‘90 di andare all’esplorazione dello spazio. A serrare il ritmo del video sono gli zoom sempre più a sincrono con la ritmica e movimenti circolari nel finale.”

Il video ci mostra infatti nei primi fotogrammi l’incanto di una natura primigenia e incontaminata, tra cieli, alberi e stelle, cascate e scintillii sul mare, ghiacci, nuvole, deserti e paesaggi innevati. Poi ecco che arriva il momento di rottura, la conquista dello spazio, reale e sognata nei giochi, così come la conquista simbolica del cielo, con edifici altissimi a sfidarlo come moderne torri di Babele, tra statue e croci. Quel lancio spaziale al contrario allora sembra quasi voler invertire il corso della storia, tornare indietro perché ora forse è troppo tardi e sarebbe stato meglio non spingersi sempre più oltre nei progressi della scienza e della tecnica.

Dal punto di vista musicale, il pezzo si apre con “un'introduzione ambient che si arricchisce con bassi Moog profondi e una ritmica elettronica che evolverà man mano nello sviluppo della traccia. Qui i glissandi la fanno da padrone, muovendo contemporaneamente tutte le parti armoniche”.

Le stelle che osserviamo nel cielo, proiettandoci i nostri sogni e le nostre aspettative per il futuro – ci ricorda la canzone – sono in realtà il firmamento del passato: la luce possiede infatti una velocità di 300.000 km al secondo e se una stella si trova a mille anni luce, noi la vediamo com’era ben mille anni fa. Insomma…ma noi, uomini e donne, staremo andando avanti, o il nostro pericoloso, spaventoso progresso non è altro che un regresso?

Ai posteri l’ardua sentenza, a voi il video da vedere e ascoltare.

CREDITS:
molecola
Primo in orbita
Prodotto presso Sinusoide Studio
Musica composta da Marco Testa
Mix e master: Marco Testa
Video ideato e montato da Marco Testa
Fonti: Pexels

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