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DICHIARAZIONE
UNIVERSALE DIRITTI UMANI
Alla
fine la domanda che mi ero posta alla partenza, ovvero se
serve tutto questo, ha trovato una risposta: si, serve. Nella
notevole partecipazione di persone alle serate, nel vedere
tantissimi musicisti coinvolti con tanto desiderio di partecipare
e di far arrivare il loro messaggio in musica da quel palco,
nell'osservare l'affollarsi di persone al banchetto di Amnesty,
nel silenzio e nell'attenzione da parte del pubblico durante
le letture, silenzio come un abbraccio per le sofferenze che
non sempre sono conosciute ai tanti e possono venire a coscienza
anche in questo tipo di occasioni, come semi buttati per terra,
che in parte andranno persi, ma in parte potranno germogliare
nelle persone attraverso nuove considerazioni e consapevolezze.
A
cura di Carla Martelli
Sono
partita con un po' di tensione e timore, in fondo il tema
di "Canenero", brano premiato dal Premio Amnesty Italia, mi
appartiene. Avevo paura di come avrei potuto reagire (io,
ma non solo io, chissà quante persone con il mio sentire erano
lì in mezzo alla folla!): avrei potuto tornare indietro nel
tempo ricordando quella cosa che ha rovinato parte della mia
vita, rievocata e sbattuta in faccia da una musica, per di
più premiata. Mi chiedevo quanta reale sensibilità e condivisione
avrei potuto trovare, quanto tutto questo avrebbe potuto aiutare
e servire.
In fondo è un festival, unico nel suo genere per il "cocktail"
musica-arte-diritti-impegno sociale, ma le persone vanno lì
solo per ascoltare canzoni? O queste possono aiutare a capire,
a fare andare dentro alle questioni più dure, a squarciare
il velo di quella omertà vergognosa che cela quanto accade
fra le mura domestiche, silenzio che calpesta l'anima delle
persone. E Amnesty? Quanti sono a conoscenza di cos'è, del
perché è s'è costituita, di almeno un articolo della DUDU?
Ecco, tutti questi pensieri mi giravano nella mente arrivando
a Villadose sabato sera.
Sapevo che la manifestazione aveva cambiato location rispetto
allo scorso anno e dal vecchio centro giovani si era trasferito
presso la sede della squadra di rugby locale.
Varcata la soglia mi hanno accolto spazi più definiti e ampi,
suddivisi in area espositiva, palco, platea, zona bar e ristorante;
immediatamente ho percepito anche l'ottima organizzazione,
i sorrisi, l'emozione e la cordialità dello staff, la cura
e qualità casalinga della gastronomia; a guadagnarci di più
è stato lo spazio riservato allo spettacolo grazie all'ottima
acustica e un service impeccabile.
Sabato sera, dopo l'aperitivo a suon di spritz e dub
di Riddim Guerrilla, si sono esibiti per le semifinali: U-Lead,
Orlando Andreucci, Terramaris e i Trois Fois Rien che hanno
coinvolto e hanno fatto letteralmente scatenare tanti bambini
in balli sfrenati e capriole davanti il palco, sotto lo sguardo
meravigliato e divertito dei presenti. A seguire l'esibizione
dei triestini Macaco Jump con il loro ska-party.
In conclusione della serata ecco l'attesa proclamazione dei
finalisti dell'undicesima edizione di VxL: PuraUtopia, Proxima
Luna, Elena Vittoria, Terramaris, Ultimavera e Trois Fois
Rien.
Arriva la domenica e tanta intensità negli appuntamenti.
Nel pomeriggio presso lo splendido Municipio di Villadose
s'è tenuta un'affollata conferenza stampa e abbiamo assistito
alla premiazione dei Subsonica per il loro brano "Canenero".
La motivazione della scelta era la capacità, attraverso suoni
e testi, di sensibilizzare sul tema spinoso della pedofilia;
Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty
International, ha dichiarato: "Si tratta di una delle forme
più feroci di violenza, perpetrata nei confronti di un soggetto
debole e indifeso. I Subsonica hanno avuto il coraggio di
utilizzare la musica per raccontare quanto questo fenomeno
sia diffuso e presente anche in realtà apparentemente normali,
per ricordare quanti 'cani neri' stiano sbranando il futuro
di tanti bambini".
Dopo applausi, ringraziamenti e un aperitivo con dj set siamo
tornati allo stadio di rugby per il proseguo della manifestazione;
a noi giurati del concorso spettava il compito di ascoltare
con attenzione i finalisti e decretare la Canzone per Amnesty.
PuraUtopia, Proxima Luna, Elena Vittoria, Terramaris, Ultimavera
e Trois Fois Rien hanno presentato i loro brani; fra un'esibizione
e l'altra, il collegamento dal backstage curato da Elisa Orlandotti
(visibile dal pubblico grazie ad un maxischermo) e gli interventi
di Michele Orvieti che presentavano le motivazioni relative
ai pezzi in concorso e i gruppi partecipanti, dei quali potevamo
cogliere appieno l'emozione e la soddisfazione di salire sul
palco di Voci per la Libertà. Nel frattempo assistevamo ad
incursioni fra le persone, nel retro della manifestazione,
nei luoghi più impensabili e nelle situazioni più surreali
da parte di Trovarobato's men che carpivano, catturavano e
registravano materiale audio per una puntata speciale di Magazzeno
Bis.
Altri momenti intensi della serata sono arrivati quando la
parola è passata dalla musica ai diritti con le letture fatte
da Savino Zaba che ha dato voce a testimonianze dei detenuti
illegalmente nel carcere americano di Guantanamo attraverso
estratti dal libro "Poesie da Guantánamo" e da Patrizia Vita
(Ufficio comunicazione di Amnesty Italia) che ha riportato
le parole di figlie, mogli, madri violentate e uccise dalla
prepotenza maschile. Sulla platea era calata una densa emozione,
un insolito silenzio e una scrupolosa attenzione.
E' stata poi la volta dei vincitori del PAI 2008 che hanno
mostrato la loro gratitudine alle oltre duemila persone intervenute,
regalando un piccolo gioiello in acustico: Max e Samuel hanno
eseguito versioni inedite dei loro successi arrangiandoli
per soli chitarra e voce, deliziando ed entusiasmando i presenti.
Concluse le esibizioni dei gruppi noi giurati ci siamo riuniti
per decretare i vincitori; di lì a poco sul palco la comunicazione
agli artisti in trepidante attesa: Premio Una Canzone per
Amnesty ad Elena Vittoria con "Peacock", brano in cui l'artista
racconta attraverso una poesia surreale, nata dagli eventi
occorsi in Myanmar lo scorso inverno e filtrati attraverso
la sua vena onirica, la figura femminile di Aung San Suu Kyi,
che incarna il mantra e l'amore, gioiello di cui parla la
canzone, Premio della Critica agli Ultimavera con "Spostamenti
di massa", Premio della Giuria Popolare ai Proxima Luna con
"Rive Gauche".
Elena Vittoria, commossa ed incredula per la vincita annunciatale
ha riproposto al pubblico la sua "Peacock" come degna conclusione
di questa bellissima serata.
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