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Piccolo Intervento A Cuore Aperto L'Ep Nuvola in anteprima
Vi presentiamo in anteprima il nuovo disco del gruppo bergamasco, che torna con una nuova formazione per riflettere sulla precarieta' e la permanenza, sulla leggerezza e su cio' che si spezza, sull'indifferenza di chi arriva e se ne va, sulle gelate invernali e sulla resistenza dell'ibisco, con sonorita' che oscillano tra chitarre vagamente radioheadiane, indie-rock agrodolce che ricorda i Verdena, funky divertente, melodie pop e delicatezza cantautorale.
Nuovo EP per la band bergamasca Piccolo Intervento a Cuore Aperto, che vi facciamo ascoltare in anteprima. Il titolo del lavoro è Nuvola: “Nuvola”, come un cloud in cui salvare immagini, foto, ricordi da tenere lì, a portata di mano in caso di bisogno.
“Nuvola”, come simbolo di leggerezza.
“Nuvola”, come uno sguardo che dall'alto si poggia sulle cose fotografandole nella loro interezza, dalla giusta distanza, per non perdersi nemmeno un particolare.
“Nuvola”, come quella dei fumetti, che contiene le cose da dire.
“Nuvola”, come il nuovo EP dei Piccolo Intervento a Cuore Aperto. Cinque brani, tra il funky e il cantautorato, tra l'elettrico e l'acustico. Cinque nuvole che si muovono veloci per il cielo della nuova scena indipendente.
Il “personale medico” è ora composto da Alessandro Belotti (batteria), Carlo Chiesa (chitarre), Dario Conconi (voce, pianoforte, testi), Fiammetta Pellini (basso), Gioele Cortese (synth e chitarre).
Si parte con Stati Uniti (noi), una riflessione su come con il tempo ci si possa ritrovarsi diversi e lontani dagli amici di una volta, perché il passato non torna più, la vita adulta è più frenetica e, soprattutto con la pandemia, si sono sperimentate nuove forme di solitudine, che hanno troncato tanti rapporti. «In questi ultimi anni la lontananza e la solitudine sono state tangibili, per tutti. Volevamo riflettere su questo tema in senso più generale: nelle relazioni (di amore, di amicizia, tutte) capita di allontanarsi, e talvolta è veramente difficile avvicinarsi di nuovo, tante sono le forze in gioco, interne e esterne. Ciononostante, dentro di noi c’è un desiderio viscerale di stare uniti, di stare vicini», racconta la band. Il brano, eclettico e a tratti malinconico, rivela influenze composite: si spazia da sprazzi di chitarre à la Radiohead a un sax tenore, fino a un cantato che spesso (anche nella straniante seconda voce) ricorda i Verdena. “Noi siamo sempre stati uniti…”.
Si continua con Sottobosco, ballad ancora più verdeniana, nelle chitarre pensose, nella metrica, nella batteria del ritornello agrodolce e nello stile dei versi, tra inversioni e minimalismo; il brano, che è stato il primo singolo ad anticipare l’EP, parla di dolori, bugie, magie infrante, da cui ci si cerca riparo: «Il sottobosco è il luogo dove si può trovare rifugio, ogni volta che ci sentiamo feriti. Dove possiamo sentirci accolti per quello che siamo, al riparo dalla violenza e dall'egoismo.»
Fiunky è un po’ un divertissement funky e ballabile, in cui i nostri “medici” prescrivono un “ballo chimico” che “farebbe ballare anche una mummia” come “farmaco generico” per un quotidiano di rifiuti, tristezza, ritardi sul lavoro, polvere e piaghe da decubito. Divertente il finale quasi “epico”, che inneggia alle occasioni per risalire in superficie, che bisogna cogliere: “Muoviti!”.
La title-track invece è un pezzo indie-rock elettroacustico, coinvolgente e dolceamaro, che si concentra sull’indifferenza di chi arriva e poi se ne va, di chi riesce a “fregarsene” di tutto, dei soldi, dell’amore, “del buio, del tempo, dei pianti, di quanti sorrisi mi hai dato”, ignorando la fragilità dell’altro: “Mi chiedo tu come fai…”.
A chiudere il lotto è la bella Ibisco, una ballata struggente come una fiaba moderna, tra chitarre elettriche rock, melodie più morbide e pop e note di piano in punta di piedi, per raccontare un amore che nasce pian piano con lui che le canta “parole un po’ indie / trovate sul web” ogni sera alle sei. Ma le bombe strappano il cielo e come una cerniera, creano una cesura tra passato e futuro, incuranti dei sogni e dei progetti delle piccole vite quotidiane. Però “poi c'è l'ibisco, che ama le estati lunghe e calde, ma che sa anche adattarsi alle gelate invernali. Resiste, magari sfiorisce e perde qualche ramo, ma aspetta il ritorno della bella stagione”. Allora si inneggia a una dolce, disperata forma di resistenza e di legame oltre il tempo, anche con la bambina della coppia che sta per nascere: “Si rompeva il cielo / E lei si ferì / Si rompevano le acque / E gli disse così / Amore promettimi / Che ogni sera alle sei / Le canterai i versi / Che ho scritto per lei / Vi amo tanto e io non Canterò mai più / Sarò il vento che ti spingerà / Sarai un fiore e forte crescerai / Avrai tempo per capire / Se io non ci sono più, io non ci sono più”.
Commenta il gruppo: «L’ibisco è un fiore delicato e meraviglioso, ma allo stesso tempo è forte e tenace, come tutti i fiori del resto. Questa canzone è dedicata a tutti coloro che hanno subìto una perdita, di qualunque tipo, con l’augurio che il vento li spinga in avanti e continuino a crescere, come i fiori più belli.»
Aggiunge il gruppo sul lavoro, che li vede in una nuova formazione: «Le nuvole vanno e vengono, non si prendono troppo sul serio. In "Nuvola" anche noi ci critichiamo, prendendoci un po’ in giro, ironizzando sui nostri difetti, sulle nostre ombre. L’esperienza del primo album autoprodotto ci aveva segnato: dopo tanto lavoro e tante aspettative, al momento di presentare il disco, il Covid ha fatto evaporare tutto. Abbiamo imparato che tutto è impermanente, tutto passa, come le nuvole. E che quando realizzi questo, la vita diventa un bellissimo gioco.»
A questo punto non vi resta che ascoltare le canzoni e sottoporvi anche voi a questo Piccolo Intervento a Cuore Aperto: siete in buone mani!
Tracklist
1. Stati Uniti (noi)
2. Sottobosco
3. Fiunky
4. Nuvola
5. Ibisco
Crediti
Prodotto e registrato da Piccolo Intervento a Cuore Aperto
Testi: Dario Conconi
Mix: Gioele Cortese
Master: Andrea de Bernardi presso Eleven Studio
Alessandro Belotti: batteria
Dario Conconi: voce, chitarra acustica, pianoforte
Carlo Chiesa: chitarre elettriche
Fiammetta Pellini: basso
Gioele Cortese: tastiere e samples:
Lorenzo Rosbuco: chitarre elettriche in Stati Uniti (noi)
Giulio Gianì: sax tenore in Stati Uniti (noi)
Biografia
Piccolo Intervento a Cuore Aperto cerca di mettere in musica un percorso di ricerca interiore fatto di momenti dissacranti e una gran sete di verità.
Paura del 2020 è il primo disco autoprodotto, un concept album variopinto, fatto di tante atmosfere diverse. Dopo tre anni, tra cambi di formazione e sperimentazione, tornano con un nuovo lavoro, più compatto e con un'identità più solida. Tra le influenze Verdena, Iosonouncane, Subsonica, Marta sui Tubi. Fuori dallo stivale, Arcade Fire, Radiohead, MGMT.
Il personale medico è composto da Alessandro Belotti (batteria), Carlo Chiesa (chitarre), Dario Conconi (voce, pianoforte, testi), Fiammetta Pellini (basso), Gioele Cortese (synth e chitarre).
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Costello's
Foto in bianco e nero di Irina Afanasyeva
Foto a colori di Silvia Quadrini
Artwork di Nuvola: Roberto Ferro
Artwork di Ibisco: Silvia Quadrini
Artwork di Stati Uniti (noi): Marco Pacchiana