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Sanremo 2025 Una poltrona per tre: nuove pagelle delle cover e delle canzoni in gara
Il divano si allarga, c'e' posto! Barbara Bottoli, Giovanna Mentasti e Paolo Ronchetti: tre firme di Mescalina e tre punti di vista differenti per le cover presentate ieri sera al Festival della canzone italiana. Barbara Bottoli ci propone anche le sue pagelle dei brani in gara nelle sezioni Big e Nuove proposte.
Pagelle delle cover con gli artisti in ordine di apparizione
Paolo Ronchetti: Importante dare dei metri di giudizio: una canzone rifatta paro paro non può andare oltre il 7; il brano rifatto prendendosi libertà fuori luogo non può andare sopra il 6; La reinvenzione geniale va dal 7 in su.Rose Villain con Chiello - Fiori di rosa, fiori di pesco (di Lucio Battisti)
Barbara: interpretano con rispetto, sono ben assortiti fino alla sufficienza, svolgendo bene il compitino 6
Giovanna: una scelta svantaggiosa per Rose Villain sia per il brano, sia per il partner, in quanto nessuno dei due la valorizzano. Spiace. 4
Paolo: Chiello è afono come un 90enne che ha lavorato tutta la vita al mercato del pesce ed è imbarazzante quando cerca le seconde voci o fa i controcanti (o li sbaglia o non ci arriva: tremendo!). In compenso Rose è bravina e, almeno lei, fa bene il suo. Versione comunque trascinante in fotocopia dell’originale (tranne che probabilmente lei canta le strofe del “lui” della canzone mentre lui canta quelle della “lei”). 6,5
Modà con Francesco Renga - Angelo (di Francesco Renga)
Barbara: Renga come al solito deve monopolizzare la scena e trasforma tutto in un karaoke improvvisato alle 3 di notte tra amici. 2,5
Giovanna: mi fa sempre molto ridere il fatto che ogni duetto tra i Modà e qualcuno in realtà è un duetto tra quel qualcuno e Kekko, come se la band non esistesse. 4
Paolo: Renga finalmente a Sanremo canta decentemente (almeno all’inizio), mentre Kekko inanella errori (di testo, di seconde voci, pulizia e attacchi fuori sincrono e troppo duri). Imbarazzante veramente la pochezza interpretativa di Kekko che affonda tutto malamente. Per fortuna ogni tanto si accorgeva del danno che stava facendo e stava in silenzio. 3
Clara con Il Volo - The sound of silence (di Simon & Garfunkel)
Barbara: le parole della Cucciari “il Volo dimostra che può cantare qualsiasi canzone e purtroppo lo fa” esprimono il concetto. 5
Giovanna: un palco affollato che fa un po’ coro di chiesa, e la “lirica” su questo brano c’entra ben poco. 3,5
Paolo: Iniziano quasi con dolcezza e poi arriva un arrangiamento tronfio con voci urlate senza rispetto al testo e al senso della canzone! Queste cose fanno male alla musica; fanno male alla possibilità di far crescere un minimo di gusto nel pubblico. Dannosi, letali. E così tremendi da farmi provare un dolore fisico 1
Noemi e Tony Effe - Tutto il resto è noia (di Franco Califano)
Barbara: coppia completamente scoordinata e creata a tavolino, e sebbene Noemi tiri fuori la voce, nulla si può con l’indisponente Tony Effe. 1,5
Giovanna: Noemi fa del suo meglio, ma il brano non è fatto per la sua voce. Tony Effe non ci prova neanche. 3
Paolo: Lei brava e attenta mentre lui confonde l’abbandono con la trascuratezza. 6
Francesca Michielin e Rkomi - La nuova stella di Broadway (di Cesare Cremonini)
Barbara: mentre lei conferma di valere più come interprete, lui sparisce. 6
Giovanna: Rkomi si appoggia alla sicurezza di Michielin, che tiene il palco anche per lui. Nel complesso però sono entrambi molto cari. 6
Paolo: Lei finalmente sta meglio e si vede. E anche Rkomi va dentro alla canzone molto bene. Versione fedele all’originale senza guizzi o una mezza seconda voce o armonizzazione… ma sono convincenti. 7
Lucio Corsi con Topo Gigio - Nel blu dipinto di blu (di Domenico Modugno)
Barbara: puri fino all’emozione, fanno bene al cuore. 9
Giovanna: il duetto più chiacchierato della serata è stato capace di soddisfare ogni aspettativa: una performance capace di scherzare e incantare, che pare uscita da una fiaba. 9
Paolo: Non inventa nulla, ma crea una bellissima situazione molto nostalgica e sincera. Mi rimanda a quando ogni sketch televisivo era curato in maniera perfetta e ti sbalzava nel suo mondo! Si chiama poesia. 8,5
Serena Brancale con Alessandra Amoroso - If I ain’t got you (di Alicia Keys)
Barbara: se la Brancale si fosse presentata con qualsiasi altro interprete ne avrebbe guadagnato, perché non aveva bisogno di nessun altro, ma la Amoroso le toglie completamente la scena. 6
Giovanna: passato in sottotono ma meritava forse di più. Le due voci si completano bene e fanno il loro dovere. 6
Paolo: La Brancale tira fuori la voce che sappiamo avere e la Amoroso quella che non sapevamo avesse. Brave. 7,5
Irama con Arisa - Say Something (di A Great Big World & Christina Aguilera)
Barbara: una scelta che fatico a comprendere e che non lascia nulla. 5
Giovanna: i due puntano su un duetto emotivo e devo ammettere che in fondo ottengono quello che volevano. Nulla di memorabile, tutto secondo il compito. 6
Paolo: bella versione, cantata bene, con le giuste seconde voci, intonata, azzeccata a livello interpretativo. Bravi! 7,5
Gaia con Toquihno - La voglia e la pazzia (di Ornella Vanoni)
Barbara: scelta adatta visto il tema della serata, ma non mi farà rivalutare Gaia 5,5
Giovanna: una cover adattata in modo che fosse ancora più in linea con il suo stile, carino il parallelo tra generazioni. 5,5
Paolo: la Vanoni non cantava, sussurrava cantando. Gaia invece canta ed in un attimo siamo in un piano bar qualsiasi con la cantate che non ha sensibilità ma tanta voce, le percussioni troppo forti, la cantante che urla il nome del chitarrista e tutti a ballare e battere le mani. Ma la canzone era altro, dice altro, chiede altro. Sussurra di “morir d’amore insieme a te” (non lo urla). 4
The Kolors con Sal Da Vinci - Rossetto e caffè (di Sal Da Vinci)
Barbara: i The Kolors continuano a cambiare solo le parole mantenendo le stesse esibizioni. 4
Giovanna: la deriva dance pop un po’ nostalgica dei The Kolors continua a sembrarmi una scelta più ruffiana che altro, e questo duetto lo conferma. 4
Paolo: puoi fare bene il tuo compitino, ma se l’originale era “brutto” brutto rimane. Se un brano è da festicciola per bambini, al massimo l’anno dopo è buona per una festa a Villa Arzilla! 4
Marcella Bella con Twin Violins - L’emozione non ha voce (di Adriano Celentano)
Barbara: uno dei brani più emozionanti della musica italiana recente, ma Marcella se la cuce addosso in modo inappropriato. 6
Giovanna: non è un duetto se canti da sola. 3
Paolo: ecco una che sa interpretare e cantare. Sta sopra l’originale da artista navigata e con grandissima personalità. 8
Rocco Hunt con Clementino - Yes I know my way (di Pino Daniele)
Barbara: troppa confusione, non si comprendono le parole, loro si divertono, ma non riescono a coinvolgere nell’ascolto. 4,5
Giovanna: un omaggio sentito e sincero, di cui si respira tutta la passione sul palco. 7
Paolo: fare il brano pari pari (ma cantandolo peggio) e aggiungendo una barra a caso non fa che male alla canzone. Certo, poi anch’io mi commuovo quando rimane, sola, la voce di Pino. È che proprio lì si vede tutta la differenza! 4
Francesco Gabbani con Tricarico - Io sono Francesco (di Tricarico)
Barbara: un’altra scelta che fatico a capire, ma apprezzo sia stata riproposto un brano che è molto altro rispetto al “buongiorno buongiorno io sono Francesco”, solo che la presenza dei bambini è sempre inadatta. 5,5
Giovanna: e anche quest’anno abbiamo la performance con i bambini. 5
Paolo: Tricarico è immenso, anche se troppo soffocato dalla eccessiva, “precisina” vitalità di Gabbani. Ma Tricarico sa cosa è la poesia, come può passare dalle parole, mentre Gabbani canta. Canta bene! Ma la poesia passa da un’altra parte! 7,5 (per Tricarico).
Giorgia con Annalisa - Skyfall (di Adele)
Barbara: quasi troppo perfette ed accademiche. 6,5
Giovanna: vorrei proprio sentir cantare tutti quelli che dicono che hanno vinto la serata solo per i loro vocalizzi. Due voci perfettamente bilanciate e con un controllo sovrumano a cui posso perdonare tutto, anche la scelta del brano (fosse per me, la serata cover sarebbe composta solo canzoni della storia del Festival). 8
Paolo: Loro sono veramente brave. Fanno al meglio quello devono fare: cantare. C’è poco altro da dire. 8
Simone Cristicchi con Amara - La cura (di Franco Battiato)
Barbara: prosegue il festival della retorica di Cristicchi e ne esce vincitore. Lei è puro carisma e risolleva questa esibizione familiare, ma la Cura come l’Hallelujah sono quei brani talmente sfruttati che si finisce solo per rovinarli. 4,5
Giovanna: coerente con il suo brano in competizione, e forse per questo un po’ ridondante. 6
Paolo: rispettosa, cantata con misura e con le giuste armonizzazioni e intenzioni sino a quasi alla fine della canzone originale quando cercano di mandare tutto all’aria con parole e gesti inutili. Recuperano con un bellissimo il finale. 7
Sarah Toscano con Ofenbach - Overdrive (di Ofenbach)
Barbara: Sarah ha studiato molto bene come muoversi e come ammiccare, ma mantiene un distacco che nascondono anche le potenzialità. 5
Giovanna: una bella voce sprecata su brani che non le danno personalità (e che in questo caso non hanno nemmeno alcun appeal sul tipo di spettatori del Festival). 4
Paolo: nulla mi aspettavo e nulla mi hanno dato. 5
Coma_Cose con Johnson Righeira - L’estate sta finendo (dei Righeira)
Barbara: il mood della coppia è chiaramente quella del tormentone, ma stanno finendo per somigliare ai Jalisse, solo che sono sempre scelti dal direttore del Festival. 5
Giovanna: i Coma_Cose quest’anno hanno davvero scelto di essere la quota spiaggia romagnola e non gliene faccio una colpa. 6,5
Paolo: quando tocca ai Coma_Cose si sente la loro mano. Mi piace la loro personalità anche qui. 7,5
Joan Thiele con Frah Quintale - Che cosa c’è (di Gino Paoli)
Barbara: ben allineati, lei carismatica e lui le concede la scena. 7
Giovanna: un duetto sussurrato ma sentito, bella scelta per San Valentino. 6
Paolo: bravi. Rileggono, hanno personalità. Non urlano e si divertono a cambiare le linee vocali con la giusta leggerezza e competenza musicale. Joan Thiele è da tener d’occhio! 8,5
Olly con Goran Bregovic - Il pescatore (di Fabrizio De André)
Barbara: se si ripropone un brano di De Andrè con Bregovic non si può assolutamente trasformare tutto in un tifo da stadio con i messaggi da talent. Preferirei fermarmi a ricordare solo la prima parte dell’interpretazione. 5
Giovanna: come non fare un omaggio a De André. Tanta, troppa roba sul palco. E per favore toglietegli l’autotune. 4,5
Paolo: l’arrangiamento di Bregovic è splendido; l’interpretazione di Olly pessima; l’aggiunta finale (una cosa tipo “battiamo le mani e tutto si risolverà”!!!) un inascoltabile bestemmia. Ma la band è da paura. La media delle due cose fa 4 (ma l’arrangiamento è da 9).
Elodie e Achille Lauro - A mano a mano/Folle città (di Riccardo Cocciante/Loredana Bertè)
Barbara: probabilmente Lauro si sarebbe bastato, Elodie minimizza e ridicolizza l’esibizione. 6,5
Giovanna: Lauro ed Elodie portano sul palco la stessa energia, provocandosi a vicenda senza prendersi sul serio. 6
Paolo: perché unire due canzoni che non c’entrano nulla una con l’altra? Perché ‘sto vizio da villaggio turistico di ripetere a cavolo le parole? Due belle canzoni rese più anonime dell’originale. 6
Massimo Ranieri con Neri Per Caso - Quando (di Pino Daniele)
Barbara: vedendo le origini e l’associazione ci si aspettava qualcosa di più impattante, sebbene i Neri per Caso siano sempre una bella riscoperta. 6
Giovanna: Ranieri è impassibile in un’edizione in cui tutti gli altri cantanti cercano di distinguersi. Fuori da ogni scala di giudizio.
Paolo: bravi! Bell’arrangiamento per i Neri per caso e Ranieri canta la canzone con piglio jazzato da crooner di grandissima classe! 9
Willie Peyote con Tiromancino, Ditonellapiaga - Un tempo piccolo (di Franco Califano)
Barbara: ottima scelta e inaspettata con Peyote che mostra altri talenti e la voce di Ditonellapiaga è sempre quella chicca che riesce a presentare adeguatamente, non sono nuovi alla collaborazione e Zampaglione risulta il terzo incomodo. 6,5
Giovanna: chiara la scelta di portare un brano e una performance senza orpelli, più per sincera ammirazione e omaggio che per sorprendere. 6
Paolo: si sente l’affetto, ma questa versione non aggiunge nulla. Piuttosto banalizza e toglie personalità alla canzone. Peccato perché si sentiva che erano animati da ottime intenzioni. 6,5
Brunori Sas con Riccardo Sinigallia e Dimartino - L’anno che verrà (di Lucio Dalla)
Barbara: impeccabili. 8
Giovanna: un trittico semplice di cantautori, e forse proprio per questo di grande impatto. (dedicata peraltro a Paolo Benvegnù, di cui proprio il 14 era il compleanno). 7
Paolo: Non si può sceglie una canzone solo perché ti piace. Soprattutto se sei un cantautore e scegli un caposaldo del TUO genere, devi essere attento ad ogni momento della canzone perché questa non perda in nulla la sua forza… Brunori e amici non ci riescono ed è un peccato. La versione è moscia sempre e il finale (lo sa chiunque l’abbia mai cantata) è impossibile da cantare! Ed infatti lui non ci arriva (come chiunque). Bravo Brunori invece a ricordare con sincerità Paolo Benvegnu (e vorresti che l’Ariston crollasse dagli applausi…ma purtroppo non succede!). 6
Fedez con Marco Masini - Bella stronza (di Marco Masini)
Barbara: Fedez conferma di essere uno che sa come monetizzare ogni suo sguardo; sebbene lui e Masini appaiano come due che si sono incontrati casualmente, Fedez riempie la scena. 6,5
Giovanna: “ti ho dato tutte le ragioni per essere una bella stronza” detto tra le lacrime, e le strofe riscritte che parlano di lui. Più che una cover, Fedez ha cantato un’ammissione di colpa. 6,5
Paolo: non riesce a restituire tensione e sembra tutto molto molto pasticciato. Fedez non lo capisco! 4
Bresh con Cristiano De André - Crêuza de mä (di Fabrizio De André)
Barbara: Bresh si conferma come colui che riesce a rispettare il palco che lo ospita, mantiene la calma anche quando gli si chiede di riproporre Creuza de Ma per la terza volta. 7
Giovanna: come si fa un omaggio a De André. Nonostante il doppio problema tecnico, Bresh aveva proprio la faccia serena di uno che è contento di essere lì, e tanto basta. C’erano molti duetti ben peggiori che potevamo rischiare di sentire per tre volte. 6,5
Paolo: avevo intuito da alcuni particolari della sua canzone che Bresh stesse studiando il De Andrè in genovese (l’uso del bouzuki nell’intro e l’uso della voce nella prima strofa). Ma non mi aspettavo questa Creuza De Ma! Versione rispettosa fatta benissimo e con le due piccole cose “nuove” (il salto di ottava tenuto lungo sull’ultima parola dell’ultima strofa e la frase in genovese in chiusura) assolutamente centrate. Meno di 8 non posso dare, amo troppo questa canzone! 8,5
Shablo ft. Guè, Joshua, Tormento con Neffa - Amor de mi vida/Aspettando il sole (di Sottotono/Neffa)
Barbara: dopo l’una di notte non è più comprensivi quindi si può buttare anche tutto in “caciara”, ed è ciò che succede. 4
Giovanna: perché la scelta migliore rimane sempre essere coerenti con se stessi e non cercare di fare qualcosa che non ci appartiene. 6, nel loro genere.
Paolo: bellissimo déjà vu, anche se il surplace con cui stanno sul palco e con cui fanno i due brani rischia di diventare sempre meno cool e sempre più sonnolente. 6,5
Le pagelle di Barbara Bottoli per i brani in gara alla 75° edizione del Festival
Nuove proposteAlex Wyse, Rockstar
Non ci si deve fermare a Facchinetti tra gli autori, ma Wyse riesce ad esprimersi senza un testo interessante. 6
Maria Tomba, Goodbye (Voglio Good Vibes)
Credo di non averla capita o forse mi sono rifiutata. 2,5
Settembre, Vertebre
Indiscutibile perché resta nella testa esattamente come dovrebbe accadere a Sanremo e incarna esattamente quelle che vengono definite Nuove proposte. 8
Vale Lp e Lil Jolie, Dimmi tu quando sei pronto per fare l'amore
Ci provano mischiando tanti temi, ma non rimangono nemmeno il tempo della seconda strofa. 4,5
Big
Achille Lauro, Incoscienti giovani
Come sempre studia bene il prodotto da presentare, poca creatività dopo aver confermato come accaparrarsi il maggiore pubblico possibile, quindi Incoscienti giovani segue a ruota Amore disperato. Tanti spunti raccolti altrove e ben amalgamati dal sax ad una scrittura apparentemente più impegnata, sottolineando la romanità a sostegno dell'interpretazione. Tuttavia funzionerà soprattutto radiofonicamente. 7,5
Bresh, La tana del granchio
Ha preferito assecondare il palco, ma avrebbe potuto essere più incisivo perché il testo permette grazie alle immagini utilizzate e anche grazie all'intimità esibita. Sarà un brano che riascolterò. 6,5
Brunori Sas, L'albero delle noci
lo aspettavo da anni a Sanremo, le prime frasi troppo in rima facevano presagire in modo errato, invece aveva un senso la scrittura alla Rodari: l'amore paterno e la conoscenza di un nuovo mondo. Sentita, emozionante e la perfetta descrizione di ciò che si prova ad amare incondizionatamente. 9
Clara, Febbre
Sceglie la strada social con un brano da aggiungere alle stories, ma se non fosse così elegante forse non la si vedrebbe nemmeno. 4,5
Coma_Cose, Cuoricini
Dalla prime note del primo ascolto si capisce che sarà il nuovo tormentone e si potrebbe scommettere su quante volte si è ripetuto Cuoricini il giorno dopo, tuttavia risulta a tratti irritante. 3 per il brano, 10 dal punto di vista commerciale: raggiungono un 6 +
Elodie, Dimenticarsi alle 7
Non riesco a capirne il successo, stavolta manca anche il grip a cui siamo abituati. Non serve aspettare fino alle 7 per dimenticarla 4,5
Fedez, Battito
Non ci sto credendo, ma lo devo ammettere: stavolta Fedez ce la fa sia col testo che con l'interpretazione, riesce a giocare con le parole affrontando un argomento difficile da rendere in maniera così chiara. Crea l'atmosfera e non si dimentica, a tratti ipnotica. Terzo posto di diritto 8,5
Francesca Michielin, Fango in paradiso
Ci crede troppo senza aver ancora chiarito quale sia la sua strada: è il singolo sanremese radiofonico. 6
Francesco Gabbani, Viva la vita
Alla prima esibizione piace molto l'emozione, ma sembra abbia studiato più il sorriso piacione alla Clarke Gable che il testo che si ripete e si anticipa anche al primo ascolto. Sa, però, tenere il palco, ma… tanti “ma”… 6
Gaia, Chiamo io chiami tu
Ricordo solo l'abito della prima serata e in previsione ci accorderemo per gli appuntamenti telefonici pronunciando il titolo del suo brano. Da Gaia a noia è un attimo. 4
Giorgia, La cura per me
Mi aspettavo ben altro, visti gli autori e data la voce di Giorgia, ma sembra che non riesca a trovare ciò che le si addice davvero. Però è Giorgia a Sanremo e deve assolutamente far iniziare la sua scala di voti dal 7.
Irama, Lentamente
Canta in un modo a tratti inquietante, si presenta come quando esci alla mattina col cane. Non riesco a capirlo. 5
Joan Thiele, Eco
Mostra personalità e riesce a farsi ascoltare, potrebbe stupire in futuro e il suo essere misteriosa diventa sinonimo di fascino. 6,5
Lucio Corsi, Volevo essere un duro
Atteso con impazienza e finalmente è arrivato anche al grande pubblico, riportando alla mente i cantautori passati, quelli davvero originali. Presenta un brano che è perfetto come biglietto da visita per chi non lo conosce, gli auguro un secondo posto. 8,5
Marcella Bella, Pelle diamante
Dopo Orietta Berti in versione 2000 e i Ricchi e Poveri in versione revival sulla cresta dell'onda, arriva anche la Bella, ma non è la Bertè e forse qualcuno dovrebbe dirglielo. 5,5
Massimo Ranieri, Tra le mani un cuore
Lo riconosceresti tra mille, lui è la certezza, Ranieri può cantare Ferro, ma sarà sempre Ranieri con energia e carisma. 7
Moda, Non ti dimentico
Sempre uguali, ma, a differenza di Ranieri, questo diventa una ripetizione. Troppo urlo e poco cantato. 4,5
Noemi, Se t'innamori muori
Ha una voce riconoscibilissima e stavolta si sente bene. Il brano resterà in mente perché lo si sentirà parecchie volte in radio, ma ormai Noemi è un'icona sanremese. 6,5
Olly, Balorda nostalgia
Si presenta tra i favoriti e dal punto di vista della kermesse potrebbe aver trovato la giusta alchimia tra grande pubblico e i suoi seguaci, risulta più credibile del simile Tony Effe. 7
Rkomi, Il ritmo delle cose
Flashback di un'esibizione già vista, come anche la canzone che si ripete: sembra abbia scritto una frase che gli piaceva e se ne compiace. 5,5
Rocco Hunt, Mille vote ancora
Non ne colgo il senso: arriva sul palco del Festival puntuale come l'influenza e non lascia nulla nemmeno per questa edizione. 4,5
Rose Villain, Fuorilegge
Sembra voglia bissare il successo dell'anno scorso finendo per somigliare più ad Elettra Lamborghini con Pistolero che a se stessa. Potrebbe sfruttare di più la voce. 5
Sarah Toscano, Amarcord
Un po' manga, un po' Violetta, tiene il palco sia con la presenza scenica che con la voce, proiettandola come una possibile presenza sanremese per le prossime edizioni, ma potrebbe fermarsi qui. 5
Serena Brancale, Anema e core
Voce e appeal, tantissimi cambi di atmosfera e si deve oggettivamente riconoscerle tutte le qualità che mostra, andando oltre i gusti personali. 7
Shablo feat. Guè, Joshua e Tormento, La mia parola
Tanto rumore per nulla, tanti nomi per ancora meno. Non rimangono né le parole, né un commento, né le espressioni. 4
Simone Cristicchi, Quando sarai piccola
Ha cambiato le parole a Ti regalerò una rosa, non risulta coerente tra argomento e polemiche, facendo risultare il brano ancora più furbo di quello che è. Punta chiaramente alla critica, ma è altamente criticabile. 4,5
The Kolors, Tu con chi fai l'amore
Squadra vincente non si cambia, ma sinceramente dopo Italodisco i colori restano uguali, fino alla noia. 5
Tony Effe, Damme 'na mano
In equilibrio tra il ridicolo e la presa in giro, forse più a sé stesso, riesce però a dimostrare che l'abito non fa il monaco e che senza talento nemmeno Sanremo non può fare miracoli. 2
Willie Peyote, Grazie ma no grazie
Una penna così abile e sarcastica poteva puntare oltre, guadagnandone molto. 7
Fonte foto:
Sarah Toscano: ufficio stampa Elena Tosi
Johnson Righeira: Parole e Dintorni
Toquinho: Parole e Dintorni
Irama: Warner music
Simone Cristicchi e Amara: Parole e Dintorni, foto di Giorgio Amendola
Goran Bregovic: Viviana Tasco, IMARTS
Foto principale: copertina compilation ufficiale, Warner music