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Sanremo 2017 Sanremo 2017 - Un Diario
Un diario postumo di pareri su Sanremo, tra Big, Giovani e cover.
Premetto che, a parte Radio 3 e pochi minuti tra Radio Popolare e Lifegate, dedico poco tempo alla musica radiofonica. Ma ne dedico tantissima a tutti gli altri generi: dal Free all’Alternative Pop; dalla musica etnica all’elettronica. Mi piace però dedicare tutti gli anni quattro o cinque sere ad ingozzarmi di quella musica (un po’ troppo) leggera, come quella sanremese, cercando di ascoltare senza filtri ciò che viene proposto. Quello che segue sono i miei commenti a caldo, ai primi ascolti live. Sono commenti che, al di là di una certa istintività dovuta al momento, sono comunque frutto di riflessioni che vengono da una lunga storia di ascolti.Un grande grazie a Ambrosia che mi ha chiesto di fare questa cosa, assai rischiosa, qui su Mescalina.it
PRIMA SERATA
Si inizia male: Ferro su Tenco è inascoltabile! Arrogante quasi più di sempre, è comunque intonato. Il danno maggiore lo fa un arrangiamento senza misura. Ma il peggio arriva subito dopo con una Vedrai Vedrai arrangiata in maniera scandalosa, così piena di inutili e pacchianissimi stacchi da essere INASCOLTABILE!
Inizia la gara e la Ferreri sbaglia a cantare anche una canzone che mi sembra semplice e innocua. Peccato, perché a me sta simpatica, ma ha troppa tensione e una voce da sempre difficile da gestire live! Prevedo comunque un buon successo radiofonico e la chitarra iniziale è proprio bella (e anche la canzone si fa ascoltare)!
Con Fabrizio Moro poteva andare peggio; tra le sue canzoni di Sanremo è la migliore. Sembra un incrocio tra Battiato (inizio) e la voce di Vasco Rossi dei primi due dischi (quella di Anima Fragile soprattutto). Lo fa a modo suo e senza quelle vette (naturalmente!).
Elodie: non seguendo i talent non so chi sia. La canzone è mediocre ma arrangiata (live) con interessanti spunti primi '70. Lei non canta per niente male e fortunatamente non esagera (e non urla) come la sua madrina e coautrice Emma. Ragazzi è pop e neanche fatto malissimo. Questa ragazza con autori migliori e una direzione artistica più sensibile potrebbe regalarci cose bellissime per i prossimi anni.
Dalla Francesca della serie Violetta (Lodovica Comello), mi aspettavo molto di più in termini pop. È invece una bella delusione. Ma non ha alle spalle migliaia di spettacoli perfetti? Mi viene un dubbio: non è che non era la sua voce e cantavano altri/e al posto suo? (Nelle serate successive andrà un po’ meglio ma il brano è comunque insufficiente).
Fiorella Mannoia fa "suo" un brano nel suo stile: soprattutto in questa prima serata ha poi il difetto di salire di intensità troppo presto facendo diventare il tutto un po’ monotono. E non aiuta il ritornello non proprio scritto bene. Tifo da stadio per una bella interpretazione di un brano non bruttissimo, ma sicuramente minore.
Alessio Bernabei mi sta antipatico! La canzone inizia come iniziava quella dell'anno scorso. Ma sembra meno contagiosa di quella... in definitiva BRUTTA! Unica cosa interessante quella strana nota acuta (e non c’è pioggia, e non c’è vento) presa malino e di derivazione Subsonica: la prima volta fa schifo, la seconda e la terza infastidisce... la quarta diventa quella cosa particolare che la fa diventare “interessante” e, forse, tormentone. Ma lui, e la canzone, continuano a non piacermi!
Al Bano mi fa, per la prima volta, tanta tanta tenerezza. Forse dopo l'infarto non ha più la voce di prima, forse è l’emozione! A parte il testo, tremendo, la musica in alcuni punti ha un qualche cosa di antico e nobile. È assolutamente vero che in alcuni momenti l'ispirazione Pucciniana è dietro l'angolo. E provare a cantarla senza spingerla così tanto? Con più leggerezza? È comunque una performance che appartiene a un’altra epoca ma che ha molta più dignità di ciò che fanno personaggi tremendi come “Il Volo”.
Samuel lo aspettavo e temevo. Il brano inizia bene: è bello il Funk ed è bella Funk ma... ma questa cassa è troppo monotona e quadrata. Tutta pari per quasi 4 minuti. Alla fine è orecchiabile e cantata bene ...ma poco più! Ha qualcosa nel testo, ma non basta! In generale non male ma forse MANCA LA MAGIA.
Ron si presenta con un pessimo look. Ma canzone è elegante (non lui), forse un po’ troppo classica, ma senza voler mai essere pacchiana o troppo banale (oddio: nel testo una serie di banalità vengono elencate, ma siamo comunque a Sanremo). La voce, un po’ sporca, ma sempre precisa, e a volte Morandeggia.
Clementino è nato vecchio, come questa canzone, come questo titolo. Ragazzo: fuori per favore!
Sarà che mi aspettavo tanto da lui, ma Ermal Meta non va oltre una piena sufficienza. Scrive un testo con un tema importante ma lo svolge in maniera a volte retorica anche se alcune idee sono belle. Il testo mi sembra troppo pieno di parole, non respira! Poi è chiaro come lui abbia dei bei numeri a disposizione che gli altri non hanno. Ha anche una consapevolezza artistica pazzesca che gli fa scegliere, ad esempio, di non utilizzare per questo testo una ballata, ma una struttura più pop e sanremese; ed è forse l’unico tra i “campioni” a provenire da una etichetta indipendente. Ma vorrei di più da uno di talento!
SECONDA SERATA
La seconda serata inizia con i Giovani e c’è poco da dire: san cantare e e si fanno ascoltare. In ordine di gradimento: Braschi mi è piaciuto molto. Bella canzone, apparentemente leggera, con un bel testo (che cita De André con leggerezza unica) e una ritmica leggermente diversa (un basso da anni '80 e qualcosa di "americano" qua e là); la Mirage è orecchiabile e i personaggi di Bang Bang citati nel testo ci stanno tutti; allegra e brava. Guasti con Universo e Lamacchia con Ciò che resta sono onesti, ma più banali e non arrivano alla sufficienza. Non faccio in tempo ad annotare la cosa che Conti ci annuncia che saranno questi ultimi due ad andare in finale! Sono perplesso.
Arrivano i Campioni della seconda serata.
Kekko dei Modà purtroppo fa danni anche quest'anno! Per Bianca Atzei scrive una cosa che sembra un brutto brano della Berti di 45 anni fa. Provate a sentirlo, vi prego! Oltre che ridicolo e scritto male la Atzei è emotivamente fragile e la canta male. Sarebbe stata molto meglio la Berti con la sua antica voce da usignolo! Come al solito, per le canzoni edite da Ultrasuoni/Baraonda (controllate da RTL e Radio Italia), la canzone è assente dalla compilation in quanto potrebbe essere nella loro politica incentivare le vendite del singolo o dell’album a scapito della compilation. Successe lo stesso anche con i Modà.
Masini cambia stile e apparentemente ci perde un po’ anche se scrive un ritornello che entra e il testo, in cui si vede lo zampino di Zibba, sembra molto interessante. Ma lui non è capace di porgere le parole quasi parlando e ci mette troppa inutile foga rovinando il tutto.
Cosa ci fanno Nesli e Alice Paba su questo palco è un vero mistero. Una ricerca parossistica dell'orecchiabilità che neanche la canzone con 8 ritornelli di Elio e le Storie Tese arrivava a tanto! Diventerà un tormentone (temo)... ma per me è già un tormento averla ascoltata una volta. (E comunque i primi 14 secondi della canzone ricordano tantissimo l’inizio di Wild Wood di Paul Weller).
Sergio Sylvestre l'avevo intravisto una volta (non pratico altro pop se non quello sanremese una volta all'anno). Il brano è difficile e lui lo canta (quasi sempre) bene. Verrebbe da dire “brano d'effetto e voce tosta”, ma la voce di Sylvestre mi sembra in realtà uno strumento molto fragile e bisognoso di attenzioni per rendere al meglio!
Gigi D'Alessio... lo dico? Che bella! E che bell'inizio! MAI avrei pensato di dirlo nella vita. Certo usa tutti i trucchi del mestiere e il testo non sempre mi fa impazzire. Ma è orecchiabilissima e cantata bene. Al secondo ascolto la retorica ed il mestiere emergono di più ma è lo scotto che a volte pagano i grandi classici del pop. E ora non toglietemi l'amicizia! Magari mi sono sbagliato! ...magari no!
Michele Bravi mi sorprende. Con quel viso da bimbo e le sopracciglia alla Elio ci porta una canzone bellina, elegante, morbida (e non moscia) e cantata bene! Noto una voce diversa, riconoscibilissima e con leggere inflessioni soul unite ad una bella orchestrazione che sa usare bene elettronica e orchestra. Pop assolutamente accettabile.
E poi arriva lei! Paola Turci: brava e tosta; sexy e intensa. Con una bella canzone che non ha paura del ritmo e delle sospensioni. Con un testo importante e una voce bella, definita, chiara e matura. Così serena da essere quasi spavalda e da fare sognare! Sicuramente tra le cose migliori di questi giorni. Mi fa venire voglia di andarla a vederla dal vivo. Se devo dirlo da sempre sognavo una Turci così. Da sempre mi era sembrata una musicista che per qualche ragione esprimeva solo una parte del suo potenziale. Bravissima!
A Gabbani non riesce il bis di Amen (che mi era piaciuta molto con quella volgarizzazione del linguaggio battatiano). Si presenta con una canzone veramente tremenda, supponente e volgare; con un modo pessimo di usare l'ironia (citazioni ad effetto e Battiato lontanissimo). Brutta forte, ma sembra piacere al pubblico anche grazie a una ritmica, in alcuni momenti, molto Daft Punk... ce la sorbiremo sino a settembre, temo, e sarà dura.
Michele Zarrillo non mi è mai piaciuto in questi ultimi 30 anni e purtroppo continua a non piacermi. Proprio per nulla. Nulla di personale naturalmente.
Chiara presenta un bel brano intenso e, specialmente all'inizio, abbastanza americano; trattenuto e intimo il giusto. Abbastanza coraggioso direi. Purtroppo lei, pur essendo bravina, mi sembra sempre irrisolta e ciò non aiuta. Ma la canzone è proprio bella (anche come testo)!
Raige e Giulia Luzi sorprendono con un inizio molto "inglese" e pieno di energia (anche se il loop della chitarra mi ricorda il Beck di Looser). Il resto non mantiene le aspettative ma non è male. Lei canta bene e lui è abbastanza credibile. Non fossimo in Italia direi pop contagioso destinato al successo! Ma c’è troppo sesso esplicito e siamo in Italia.
TERZA SERATA
Della serata del giovedì, quella delle cover, rimane poco. Appena dopo Chiara, che sperpera un arrangiamento etnico di Pagani, tutto è seppellito da una Amara terra mia da brividi di Ermal Meta, che uccide la gara con un arrangiamento perfetto per quello che di incredibile fa con la voce. Quando si dice fare una cosa con "senso". Bravissimo!
In pochi si salvano, spesso perché troppi sembrano cantare cose che non gli appartengono e le soffocano con arrangiamenti completamente sbagliati. Si salvano la Mannoia che, con una naturalezza pazzesca, fa suo un piccolo gioiello di De Gregori; Paola Turci, in stato di grazia, che con una energia pazzesca si diverte tantissimo a cantare la Oxa senza mai prendersi troppo sul serio.
Caso a parte il vituperato Gigi D’Alessio: ha a disposizione un arrangiamento splendido e scintillante pieno di citazioni e divertimento e lui ha una bella voce, ma butta via la melodia perché non riesce a cantare sopra la base se non contraendo, malamente, il cantato. Doveva rimanere morbido e non correre! Ma l'arrangiamento in 5/4 era per un jazzista e non per un pur bravo melodico ancorchè diplomato al Conservatorio. L’avesse fatto Al Jarreau saremmo stati tutti in ginocchio! Comunque finale bellissimo e 9 all’arrangiamento! (D’Alessio non ha sbagliato comunque nulla di grave, stava comunque perfetto su un tempo dispari; forse sono anche le "nostre" orecchie che non sono troppo abituate a questi tempi un po’ più complessi).
Tra i peggiori: Bernabei, che non canta male, ma prende la canzone di Bennato come fosse esercizio serioso che dimostri il suo essere colto; Masini, che sostituisce lo smarrimento e la fragile ingenuità di Signor Tenente con una rabbia senza perché! Una cosa che segna la differenza tra due epoche: una ancora naif e una incattivita e volgare. Di Al Bano e del suo tronfio arrangiamento di Stand By Me meglio non parlare (domanda: nella versione originale di Ben E King ricordate quanta batteria c’è?)
Elodie viene obbligata ad una interpretazione muscolare, quando l'originale era già iper muscolare, da un arrangiamento tronfio. Peccato perché sembra brava e con personalità! Ma temo sia circondata da persone di poca qualità. Moro fa diventare La Leva di De Gregori un brano del primo Vasco e nel finale si permette una citazione battistiana (bella, ma a che pro?) mentre Bravi, che ha una voce interessante, così come il suo modo di usarla, può fare poco con un arrangiamento così stupido e inadeguato alla canzone. Bello veramente l'inizio e comunque bravo lui.
Tra i Giovani Maldestro è una spanna sopra tutti con una canzone dolente che non si piange addosso e rimane in bilico tra pop e autorialità. Pini ha una canzone tremenda, ma una voce assai particolare; la Farinacci passa senza lasciare il segno con il suo pane da panificare e il suo stare insieme; a Lele urlano “hai già vinto” prima di iniziare a cantare. Rido, ma venerdì mi diranno che avevano ragione. La canzone non è di mio gusto, ma è fatta bene e ricorda, molto molto in minore, alcune armonie alla Stevie Wonder.
Piccole note finali:
Per la prima volta da 30 anni sono d’accordo con Mario Luzzato Fegiz: gli stacchi prima delle canzoni sono tremendi.
I testi di quasi tutti sono troppo pieni di parole. Così tante che spesso obbligano i cantanti a non cantare, ma ad inseguire.
Chiaro: la Cortellesi e Albanese vincono il mio Sanremo! A mani basse!
Il fatto che il Premio dei Maestri dell’orchestra sia andato al brano di Al Bano ci dice tanto sulla cultura musicale di tutti quei musicisti.
La giuria di qualità è una giuria di qualità commerciale: non posso pensare che Linus, tra i colpevoli maggiori dell’imbarbarimento della musica italiana negli ultimi 25 anni tra M2o, Radio Capital e Radio DeeJay, possa esserne un membro influente e rappresentativo.
Conti ha allestito uno spettacolo che scivolava via come sono scivolate via tutte le canzoni; molte di loro avranno successo; Gabbani segnerà il costume di questo 2017, ma nessuna si è fermata veramente nelle mie orecchie e nel mio cuore.
PS. In Stand By Me c’è solo una piccolissima percussione.