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Mattatoio5 Il video di Rat Race in anteprima
Un brano che fonde shoegaze, post-rock, psichedelia e new-wave, un video che rappresenta un movimento incessante e insensato tra lampi di luce, linee e curve del labirinto urbano: vi presentiamo il terzo singolo dei Mattatoio5 tratto da Escapes, prodotto da Amaury Cambuzat degli Ulan Bator.
Si chiamano come il romanzo di Kurt Vonnegut del 1969, testimonianza dell’esperienza di prigionia dello scrittore in Germania durante il secondo conflitto mondiale, e questo è il terzo singolo tratto dal loro album Escapes: sono i Mattatoio5 e oggi ospitiamo in anteprima il video della loro Rat Race. Il singolo e il video sono presentati così:Testo
Il testo descrive la vita come una corsa continua, senza un apparente motivo. Ogni occasione sembra condurci alla meta, ogni sforzo sembra essere l'ultimo. Prendiamo nuove direzioni, cerchiamo altre soluzioni e mentre noi siamo alla ricerca di un nuovo obiettivo, altri beneficiano dei nostri sforzi.
Siamo come topi in gabbia, in questa prigione che sta affondando.
Note tecniche sul video
Il video clip è un'esperienza immersiva in cui i flussi di immagini sono una combinazione di elementi animati all'interno di una struttura sferica che ruota a ritmo di musica e i movimenti della figura antropomorfa, realizzata in 3d ed animata in motion capture, sono enfatizzati con improvvise accelerazioni legate al suono. Le dinamiche esprimono l'eterna ricerca dell'ottenere, del finito che scopriamo eterno, dell'apparenza che si svela senza lasciare scampo.
La canzone è caratterizzata da un ritmo ipnotico e convulso, da synth che hanno qualcosa di sottilmente sinistro e conturbante, nonché da chitarre che guizzano fluide con un suono denso e amaro e punte più drammatiche e dolorose; esse ricordano al contempo il primo, ma anche il più recente post-rock, atmosfere psichedeliche, i riff dello shoegaze più implosivo e fascinoso e l’oscurità della new-wave.
Nel video si osservano lampi di luce che investono e avvolgono una figura antropomorfa, sottile, affannata, che appare costretta ad apparire instancabile, ma che a un certo punto non può fare a meno di rallentare e fermarsi; poi si moltiplica come in un movimento collettivo, circolare o disordinato. La figura si muove tra i bagliori accecanti del traffico, delle insegne, dei gangli di una città che appare un labirinto insensato di luci; essa sembra quasi pulsare nel calore immortalato da una termocamera a infrarossi. Quel moto incessante e frenetico appare senza scopo come quello dei criceti sulla ruota e il predominio del rosso tra le luci gli conferisce un connotato quasi infernale; lo spazio in cui la silhouette corre si allarga invece a un indefinito caos di linee, curve e scie luminose.
Agli appassionati di arte contemporanea a tratti il videoclip potrà far venire in mente gli esperimenti avanguardistici del Gruppo T, con la loro attenzione all’instabilità percettiva in ambienti interattivi, così come alla persistenza delle immagini e dei lampi di luce sulla retina.
Rat Race dà il titolo anche a un nuovo EP digitale di remix che sarà pubblicato il prossimo 7 maggio; oltre al singolo come lo ascoltate nel disco e nel video, conterrà due remix del pezzo a cura di Luca Giovanardi dei Julie's Haircut come Silent Panda|Deadly Panda (SP|DP) e del noto producer inglese Howie B, e un remix di The Gutters a cura di Amaury Cambuzat degli Ulan Bator. Il musicista ha suonato il basso in Rat Race e in vari pezzi dell’album Escapes si può ascoltare al wurlitzer, ai synth, alle tastiere, alla drum machine e al drum programming, oltre che nei cori. È produttore artistico del disco, che vede anche la partecipazione della cantante Romina Salvadori (estAsia) e della poetessa canadese (ma di stanza a New York) Adeena Karasick. I testi e le atmosfere del lavoro sono ispirati al'opera Carceri d’invenzione di Giovanni Battista Piranesi, in cui prospettive impossibili come in un incubo ricordano la dimensione astratta dell’esistenza umana attraverso “la negazione del tempo, lo sfalsamento dello spazio, la levitazione suggerita, l’ebbrezza dell’impossibile raggiunto o superato"; si tratta di una serie di 16 incisioni realizzate da Giovanni Battista Piranesi tra il 1745 e il 1750. Nelle performance live, questi concetti troveranno una traduzione visiva grazie a Igor Imhoff, che ha realizzato anche questo video, mentre le fotografie sono di Nicola Paccagnella e l’artwork di Nicola Stefanato.
Bio
Mattatoio5 è un progetto che unisce musica elettronica/post-rock a interventi di danza,
visual e performance di figuranti. Il collettivo, nato nel 2013 tra Padova e Venezia da
Davide Truffo (Hinamuri) e Filippo De Liberali, appassionati di musica e arti visive, vede l'ingresso l'anno successivo di Tommaso Meneghello (The Rip, And We Were Shadows) alla ricerca di nuove sperimentazioni vocali. Nel 2015 esce Cheap Pop, il primo album autoprodotto nel quale la band interpreta il tema del viaggio declinandolo in sette brani.
Dal 2017 curano la sonorizzazione e il back-ground video di vari spettacoli multimediali:
Fix Me, sul tema dell’Alzheimer e A Morsi, una performance poetica multimediale,
entrambi con l’attore e poeta padovano Vasco Mirandola; Salomè, opera nella quale,
grazie allo spirito di revisionismo femminista di Adeena Karasick, la figura di Salomè è
ricontestualizzata e celebrata attraverso l'uso di riferimenti che spaziano dai testi antichi fino ad arrivare alla cultura pop. Parallelamente, dal 2018 al 2019, creano e curano la programmazione artistica di Art Shelter: un rifugio, un luogo fisico che nasce dal desiderio di favorire la connessione fra artisti e fruitori dell'arte, in cui i talenti possono esprimersi e confrontarsi per dare nuova linfa alla scena indipendente.
I brani scritti dai Mattatoio5 dopo il primo album vengono registrati e salvati in una cartella nominata “Piranesi”. Grazie agli incontri e alle contaminazioni artistiche che toccano la band, le canzoni cambiano, si stratificano e diventano Escapes, registrato a febbraio 2020 al Lesder Studio di Tommaso Mantelli. La produzione artistica è di
Rat RaceAmaury Cambuzat (Ulan Bator, FaUSt).
Testo e musica: Mattatoio5
con la partecipazione di Amaury Cambuzat al basso
Video: Igor Imhoff
Album: Escapes
Produzione artistica: Amaury Cambuzat
Mattatoio5:
Filippo De Liberali: synth, programming
Tommaso Meneghello: vocals, bass, bass synth
Davide Truffo: guitars
Link:
http://www.mattatoio5band.com/
https://linktr.ee/mattatoio5band
https://www.facebook.com/mattatoio5band
Ufficio Stampa: VolumeUp Associazione Culturale