Sanremo 2025

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Sanremo 2025 Una poltrona per due: le pagelle di Giovanna Mentasti e Paolo Ronchetti

14/02/2025 di Autori vari

#Sanremo 2025#Italiana#Pop

I nostri prodi Giovanna Mentasti e Paolo Ronchetti hanno visto il Festival di Sanremo per noi e hanno stilato le loro pagelle per gli artisti in gara!
Big

Achille Lauro, Incoscienti giovani
Giovanna:
in un’edizione in cui i rapper hanno portato ballad d’amore, Achille Lauro ha scelto di portare Tango di Tananai due anni dopo. Non sorprende notare che al pubblico sembra piacere. 5
Paolo: parte con una citazione dell’Ave Maria (e furbescamente la prima parola inizia con una A…) e continua a citare (i Procol Harum ad esempio), cercando di apparire credibile. Ma c’è banalità in tutto. Un brano che sarebbe già stato vecchio a inizio ‘80. Riciclo di idee musicali e di parole spese inutilmente.  5,5

Bresh, La tana del granchio
Giovanna: 
vedi sopra (ma non somiglia manco a Tango). 3
Paolo: parte assai bene con quel bouzouki un po’ diverso. All’inizio si vede che ha studiato dal De André in genovese il suono delle parole. Ma poi si uniforma a tutto il resto. Un peccato! Ma per 30 secondi fa respirare diversamente. (Un paio di intuizioni del testo mi sembrano poi interessanti…peccato anneghino in mille altre parole inutili). Bella anche l’uscita del bouzouki sul finale del brano! E comunque entra in testa bene. La versione in studio non ha il bouzouki, ma una bella chitarra in reverse. 7

Brunori Sas, L'albero delle noci
Giovanna: Brunori
racconta la sua paternità tra timori e speranze in un brano dedicato alla figlia ancora bambina, ma che sta già crescendo troppo in fretta. 8,5
Paolo: bello è bello, ma forse a questo brano manca proprio un pizzico di magia. Non basta scrivere un brano preciso, di classe e cantarlo con eleganza. Questo dovrebbe essere il minimo (soprattutto per uno come Brunori). 7,5

Clara, Febbre
Giovanna: 
francesismi un po’ a casaccio in un brano che prova ad essere orecchiabile ma non ce la fa davvero. Si colloca nell’altro macro-insieme di “artisti ripropongono la stessa formula dell’edizione precedente senza rendersi conto che fa troppo già sentito”. 4
Paolo: allora… difficile da spiegare: il brano ha un bell’ arrangiamento orchestrale (seppellito purtroppo da una ritmica banale). In alcuni momenti la canzone non è per nulla semplice da cantare, ma il brano è molto più brutto di quel bello che dovrebbe essere. E poi ha un testo veramente imbarazzante. 6,5

Coma_Cose, Cuoricini
Giovanna: 
l'amore ai tempi dei like, in cui quanto si piace agli altri riflette quanto piacciamo a noi stessi. In un mondo di relazioni sempre più filtrate dalla tecnologia, i Coma_Cose ci riportano a ballare in una spiaggia della riviera romagnola questa estate. 7,5
Paolo: intanto lei è straordinaria e personale e per lui è difficile reggere. Loro stanno tra Stereo Total e Ricchi e Poveri; tra ironia e iperpop consapevole. Azzeccano un tormentone pauroso e un testo agrodolce molto bello in puro stile Coma_Cose. 8,5

Elodie, Dimenticarsi alle 7
Giovanna: 
purtroppo, tra tutte le sue partecipazioni festivaliere, a mio parere una delle più deboli. Però è Elodie, e voce e fascino non le mancano. 6
Paolo: ancora un brano molto anni ‘70 con anche passaggi di accordi non male vanificati da un arrangiamento senza personalità. La strofa è vagamente alla Califano e lei non è che non abbia voce, anzi, ma sembra non avere una cultura musicale che possa sostenere il suo talento. Peccato! PS: il ritornello è più che vagamente preso da E penso a te. 7

Fedez, Battito
Giovanna: 
un brano che descrive il periodo difficile che il cantante sta attraversando, e come ben si sa, è importante in una qualche misura ricavare qualcosa dal proprio dolore. Farà sicuro dei giri in radio. 4,5
Paolo: mah! Alla fine, al di là dell’arroganza, mi sembra un brano che ha una sua coerenza e tensione. Non è malaccio, anche se mi sembra un punto eccessivo. Comunque, 7

Francesca Michielin, Fango in paradiso
Giovanna: 
anche con una caviglia distorta e con un brano dimenticabile non si può dire che a Michielin manchi la presenza scenica. 6
Paolo: la prima sera, dopo 27 CANZONI, finisco per dimenticarla appena finita…La seconda sera mi colpisce la performance insicura e il finale in lacrime mi dice di una tensione forte (o di analgesici altrettanto forti). Ma la canzone la dimentico ancora subito. 5,5

Francesco Gabbani, Viva la vita
Giovanna: 
maaa quella dei Coldplay? Ah no? Gabbani in fondo però ci piace perchè almeno dà una botta di leggerezza e allegria a un’edizione altrimenti fatta in gran parte da struggimenti amorosi. 5,5
Paolo: Ramazzotteggia, ma bella scrittura pop/blues nobile e trascinante con quella (giusta?) retorica che deve avere un brano per Sanremo. Grande voce. Furbo e bravo anche se mi ricorda qualcosa…. pulito e/o furbissimo. 8

Gaia, Chiamo io chiami tu
Giovanna: 
io e il mio ragazzo quando dobbiamo decidere a chi tocca prenotare al ristorante. 3
Paolo: così (latin)pop da rischiare di annoiare. Entra subito in testa in tutta la sua vacuità. Ne farei a meno. 6

Giorgia, La cura per me
Giovanna:
per quanto mi riguarda, può cantare anche la mia lista della spesa se vuole. Indubbiamente la cantante più brava del festival per puro controllo vocale, e posso far passare il brano un po’ in secondo piano. 6,5
Paolo: parte piano poi cresce rischiando cose che a volte sembrano messe lì da Elio. È dopo che va male: la canzone fatica ad arrivare al bridge che però è una rincorsa di parole che passa e ancora non porta da nessuna parte. Lei brava per carità, ma la canzone dov’è? Oddio, poi meglio di un sacco di cose. ma manca la canzone! La seconda sera ho forse intuito qual è il problema: il brano era nato come una ballad e la forzatura ritmica della batteria gli fa solo male. 7

Irama, Lentamente
Giovanna: 
ci prova e ci riprova e ci riprova ancora, ma niente, non penso proprio che avrà mai un appeal su di me. 3,5
Paolo: come Rkomi, e altri prima e dopo di lui, mille parole una sopra l’altra e nessun peso. Anche a ogni sentimento. Stessi giri armonici e stesse inflessioni per tutti. Piatto! 5,5

Joan Thiele, Eco
Giovanna:
a mio parere uno dei brani più sottovalutati di questa edizione, soprattutto dal punto di vista musicale. 6,5
Paolo: moooolto interessante. Bella chitarra e voce con una certa malia. L’arrangiamento poteva trovare soluzioni più interessanti: soprattutto sarebbe stata più interessante una batteria meno scontata e piatta che facesse respirare meglio il brano. Ma lei ricorda belle cose come St. Vincent o Anna Calvi. 8

Lucio Corsi, Volevo essere un duro
Giovanna: 
una celebrazione della normalità cantata da un figurino tutt’altro che ordinario. Date tutti i fiori a Lucio, un talento inestimabile di una forza e delicatezza uniche. 9
Paolo: genio. Un brano tra puro pop italiano e glam. Ma con quella personalità che in tanti amiamo e che agli altri manca. Ed anche quella dolce sensibilità che conquista ogni volta! Bravissimo! 9

Marcella Bella, Pelle diamante
Giovanna: 
e anche quest’anno la quota Loredana Bertè è stata coperta. “Fammi mille complimenti e stop, tanto i miei difetti già li so” detto con la cazzimma di una settantaduenne a cui non frega davvero nulla. 4,5
Paolo: non so… sembra che rincorrendo il nuovo sembri più invecchiata. Ma funziona anche se deve sacrificare le possibilità della sua voce. Nel filale del bridge c’è comunque un lampo di classe e il ritornello rischia di diventare epocale come quello di Siamo donne. 7

Massimo Ranieri, Tra le mani un cuore
Giovanna:
purtroppo non penso di essere il target di riferimento. Mi astengo da ogni giudizio.
Paolo: bella canzone classica e, apparentemente, senza grandi difficoltà esecutive. Personalmente sento molto la mano di Tiziano Ferro e, stranamente, non mi dispiace. L’interpretazione è forse troppo carica soprattutto nella seconda serata. 7,5

Moda, Non ti dimentico
Giovanna: 
ironicamente, da un paio di anni a questa parte i brani dei Modà al Festival non mi rimangono in testa. 3,5
Paolo: uguale alle altre che hanno cantato in questi anni. Un pop rock kitsch banale e banalmente urlato, ma che in mezzo a questo Sanremo sembra (sembra!) rifulgere! 6,5

Noemi, Se t'innamori muori
Giovanna: 
una canzone d’amore cantata da Noemi, e nulla più. 4,5
Paolo: pop elegante; banale, ma non troppo. Lei canta veramente bene come al solito anche se mi fa chiedere se serve ancora fare musica così. Comunque, bella e bello il finale che vale mezzo punto in più. 7,5

Olly, Balorda nostalgia
Giovanna:
un brano un po’ troppo urlato ma, visto il riscontro di pubblico, dal grande potenziale di vittoria. Nel caso, non ci farebbe completamente sfigurare all’Eurovision. 6
Paolo: iperpop del peggiore. Canzone vecchia dipinta di nuovo. Interessante confrontarla con quella dei Coma_Cose rispetto al tema divani e solitudini: dove loro cantano “un divano e due telefonini è la morte dell’amore”, Olly risponde “E poi stare in silenzio per ore, fino ad addormentarci sul divano, con il telecomando in mano” e lo dice parlando con nostalgia dei momenti che mancano di un amore finito. In generale uno dei testi più brutti e infantili di questa edizione (“ti cerco ancora per casa quando mi prude la schiena” è uno dei gioielli!). 5

Rkomi, Il ritmo delle cose
Giovanna: 
Una canzone in corsivo, che è un violento decrescendo. 4
Paolo: fastidioso l’uso esagerato delle tronche la prima sera… anche lui non fa mai respirare nessuna parola. Sembra una gara a chi va più veloce. sembra. Proprio brutta. Devo risentire (oppure: basta così!). 5,5

Rocco Hunt, Mille vote ancora
Giovanna:
l’appartenenza alla propria terra e l’espressione della propria identità culturale in un brano che non è nulla di speciale ma si difende. 5
Paolo: veramente scontato in tutto. Retorico! Non esce dalla sua comfort zone e come al solito, (mi) annoia molto nonostante le ritmiche latineggianti e quel ritornello con risposta corale. 6

Rose Villain, Fuorilegge
Giovanna: 
il sequel di Click Boom, un’altra mezza canzone pop coi vocalizzi (in cui peraltro Rose Villain ha grande potenziale) e mezza pop più sul versante dance. Coerente e intrattenente. 6,5
Paolo: la cosa migliore sono quei colpi come di frusta sulla parola fuorilegge…evocativi! Il resto del brano è la solita rincorsa di parole che non porta da nessuna parte se non verso l’autotune e verso una piccola retoricissima sorpresa gospel di poche battute. 5,5

Sarah Toscano, Amarcord
Giovanna:
 ci sta che per mancanza di esperienza (come Conti non fa a meno di sottolineare, a 19 anni è la più giovane dei concorrenti) non siano un brano/performance incisiva, e proprio per questo è perdonata. Il salto da Amici al Festival non è semplice, troverà la sua cifra stilistica. 5
Paolo: esattamente amarcord. Ricorda mille cose anche questa canzone! Non capisco veramente con la bellezza di NOVE (9) autori come possa essere possibile! Ma entra in testa subito (ma non è un pregio). 6

Serena Brancale, Anema e core
Giovanna:
purtroppo un pochetto il mio guilty pleasure. Quando canta non capisco una parola se non “taxi cab” ma va bene così. 4,5
Paolo: la ricordo dieci anni fa. Nuove proposte eliminata subito nonostante un brano tra i più belli e ricercati mai ascoltati a Sanremo. Tutto l’opposto di questo brano, brutto, che avrà probabilmente un successo incredibile. Anema e core è un brano eccessivo e carico; ed eccessiva e troppo carica è anche la Brancale con la sua interpretazione.  Vale il discorso fatto per Tony Effe (ma lei sa e può cantare tanto meglio) peccato. 4

Shablo feat. Guè, Joshua e Tormento, La mia parola
Giovanna: 
è una street soooooong! L’unica quota hip hop e un po’ movimentata in un’edizione altrimenti piuttosto statica, con un dj che si limita a fare il dj senza velleità di cantante e per questa ragione funziona, nei limiti della canzone. 5,5
Paolo: anche qui siamo su scelte ritmiche e interpretative vecchie di 30 anni (infatti probabilmente mi piacciono perché sono vecchio!). Ma a questo Hip Hop old style forse manca un po’ di fuoco ritmico o un po’ di jazz/soul che vada al di là del gradevole compitino R’n’B! 7

Simone Cristicchi, Quando sarai piccola
Giovanna:
un brano musicalmente semplice, ma con un grande testo e cuore. Mentre i suoi ricordi svaniscono, Cristicchi diventa voce e memoria della madre, e il piantino può solo accompagnare. 7,5
Paolo: insomma questa canzone ha una retorica così fastidiosa che gli preferisco parole inutili rincorse e l’autotune sparato. Ma buca tantissimo. Capisco che commuova: è scritta per questo ma lo fa con un compiacimento e una ruffianeria che mi fa arrabbiare anche nel mio commuovermi. Ma la prima strofa è bella…doveva fermarsi li. Il voto è alto per quell’incipit. 7

The Kolors, Tu con chi fai l'amore
Giovanna: 
anche loro, ancora una volta, riprovano con la formula Un ragazzo una ragazza e, con ogni probabilità, ancora una volta saranno a rotazione in radio fino allo sfinimento. 3,5
Paolo: un inizio alla Supertramp, ma purtroppo, dopo 10 secondi, entra la cassadritta e l’italodisco (che ripeto era già vecchio a metà anni ’80!) con riferimenti alla Carrà a manetta. Ma posso dire che ha un bel tiro anche se non mi piace per nulla?  6

Tony Effe, Damme 'na mano
Giovanna:
mi spiace, Tony, non posso aiutarti. N.C.
Paolo: si può citare Califano e non avere un minimo del suo talento. Si può scimmiottare un finto popolaresco e fare i soldi fregando tutti come al solito (oppure si può cantare in romanesco popolare senza essere banali come fanno gli Ardecore). 5

Willie Peyote, Grazie ma no grazie
Giovanna: 
tornare al festival? Qualche anno fa Willie ha detto “mai dire mai”, e infatti rieccolo qui con un altro pezzone anti establishment, che mette in discussione la sua stessa partecipazione nel circo mediatico musicale. 8,5
Paolo: ritmato, latino old style tra ‘70 e ‘90 virato funk ma credibile e ironico nonostante le citazioni continue (Stayin’ Alive su tutte, ma anche Pino D’Angiò). Il testo non male e straordinario il bassista! Divertente e bravo. 8

Nuove proposte

Alex Wyse, Rockstar
Paolo: inizia con un plagio. Poi una discreta interpretazione anche se urla troppo… Insomma, quest’anno vanno proprio le ballatone glam anni ‘70. 6,5

Maria Tomba, Goodbye (Voglio Good Vibes)
Paolo: sembra Honey Honey, ma del resto con quel giro armonico non si può andare a cantare molto altro! Lei cerca di essere spigliata anche se leggermente imprecisa. Ma ci prova… 6,5

Settembre, Vertebre
Paolo: è già amato dalle ragazzine…Interessante il ritardo del canto rispetto alla ritmica nelle prime battute (che non sono male). Il resto è meno interessante, ma lui canticchia benino una canzone bellina, ma, come le altre, piena di citazioni. 7

Vale Lp e Lil Jolie, Dimmi tu quando sei pronto per fare l'amore
Paolo: bel basso wave… Vagamente provocatoria…Momento trash quando nel bridge sembrano Paola e Chiara. 6,5


Fonti foto
Alex Wyse: Ma9 Promotion
Settembre: Parole e dintorni
Simone Cristicchi: Parole e dintorni, foto di Giorgio Amendola
Francesco Gabbani: Ma9 Promotion
Marcella Bella: Mauro Caldera, foto di Paolo De Francesco
Willie Peyote: ABOUT, foto di Chiara Mirelli