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Jacopo Gobber 20 anni di manicaretti in anteprima
In anteprima una raccolta di brani perduti e ancora quasi sconosciuti del cantautore veronese tra art-pop psichedelico, brit-pop ed electro-pop. Canzoni apparentemente scanzonate, colorate, divertenti, ma non mancano un retrogusto piu' pensoso, auto-ironia sul lavoro del musicista, o brani piu' malinconici e oscuri.
Oggi vi presentiamo in anteprima 20 anni di manicaretti di Jacopo Gobber, cantautore art pop psichedelico veronese: questa raccolta non può dirsi un greatest hits, perché non si tratta di hit, ma di pezzi che hanno avuto finora una circolazione quasi “carbonara” ai concerti. Ecco, infatti, come viene presentato il progetto:«20 anni di manicaretti è un agglomerato di canzoni perdute, composte dal 2004 ad oggi, finora distribuite solamente durante i concerti, quindi in pratica rimaste inedite.
L’esigenza di pubblicarlo e promuoverlo in modo meno naïf e underground, nasce da due motivazioni:
1. archiviare queste canzoni che al momento sono dimenticate e inaccessibili;
2. far riemergere questi brani come “fotografia del tempo”. Anche se i brani sono stilisticamente molto diversi tra loro, le produzioni hanno il pregio di avere un suono che identifica abbastanza le produzioni alternative pop inglesi di fine anni ’90 e inizio ’00 (Blur, Pulp, Primal Scream). È un album riemerso in primis per una specifica nicchia di ascoltatori che cercano nuovi ascolti di quei filoni musicali (il britpop, il pop psichedelico di Syd Barrett e Brian Wilson, l’art pop e il prog pop).”
I pezzi sono tratti da quattro album, Metamorfosi (2004), Bianco & nero (2007), L’estetica del lavoro (2011) e il più recente Accalappiacani (2016). Inoltre, tra i brani “si spazia da momenti più sghembi e lo-fi, come in Metamorfosi, Accalappiacani e TRUCEBALDAZZI, a canzoni più compatte e wall of sound dall’elevata pressione sonora, come Papaveri gialli, Hai ragione tu e Bianco & nero. Si prosegue con brani nonsense in technicolor (Kappaò) e brani più cantautorali e ironici dove nei testi si mescola il quotidiano realismo con il surrealismo: Concorso comunale, È arrivato l’arrotino, Pisciarsi sulle scarpe, Il pianista. E si arriva fino a canzoni abbastanza scure e introspettive come La mente veglia, Dirimpetto e Mammiferi dell’acqua”.
Le canzoni non seguono un ordine cronologico, ma talora c’è una qualche affinità tematica che lega un brano all’altro. Nell’album possiamo (ri-)ascoltare e (ri-)scoprire brani dai testi surreali, tra pellicani che parlano, strani personaggi ed eroi come l’arrotino che passa mentre dormi, definizioni linguistiche e scientifiche, apparenti incompatibilità, sogni improbabili (v. Mc Donald’s), concorsi con tanto di raccomandazione della zia, riti consumistici e inconvenienti quotidiani. Si tratta di storie ora realistiche, ora immaginifiche e quasi fiabesche, ora ironiche e divertenti; l’apparenza è spesso scanzonata, ma c’è anche un retrogusto più triste e cupo, che talora affiora anche tra i suoni.
Non manca neanche un po’ di autoironia sul poco redditizio mestiere del musicista, che per vendere non dovrebbe “più pensare” e per “tirare a campare” dovrebbe “suonare un ritmo latino americano” e curare il suo look. D’altra parte, anche il nuovo singolo TRUCEBALDAZZI, ispirato all’omonimo rapper, è frutto di una riflessione di Gobber sulla mancanza di autenticità dei nuovi artisti indipendenti, troppo preoccupati ormai solo dell’immagine e dell’apparenza. Rispetto a questi modelli “puliti e pettinati”, si preferisce senza dubbio “un’arte grezza, ma onesta”, come recita il comunicato sul brano, a cui il musicista punk jazz Manlio Maresca ha regalato suoni più sporchi e noise con le sue chitarre.
Nel disco si ascoltano sonorità con melodie colorate, pezzi figli di un cantautorato pop giocattoloso, stampalato e giocoso, ritmi e riff accattivanti o dal retrogusto più oscuro, bassi sinuosi, rari fiati dal sapore ironico e divertito, oppure ancora frequenti chitarre psichedeliche e fantasiose, tra echi ‘70s e ‘90s come nei Blur più giovani o nei Bluvertigo più ironici, a cui sembrano rimandare anche alcune interpretazioni un po’ stralunate. D’altronde anche certe riflessioni quasi filosofiche e più serie e taluni arrangiamenti ricordano proprio una certa scena electro-pop italiana, che dai La Sintesi di Lele Battista arriva proprio ai Bluvertigo.
Ancora nell’album si possono apprezzare cambi di ritmo, sprazzi quasi ska-p, chitarre elettriche più scure e magnetiche, tempeste soniche, synth dalle sfumature malinconiche, chitarre acustiche folk e guizzi liquidi, che spandono un’aura più pensosa in alcuni degli ultimi pezzi della tracklist.
20 anni di manicaretti catapulta in un mondo multicolore che potrebbe ricordare per es. quello del film beatlesiano Yellow Submarine; questo lavoro fa sorridere, ma offre anche spunti di riflessione dietro o al di là della maschera musicale talora più spensierata. L’album uscirà ufficialmente domani, 18 ottobre, per Labellascheggia.
Buon ascolto!
Tracklist
- Papaveri gialli
- Kappaò
- Metamorfosi
- Non c'entra niente
- Hai ragione tu
- Mc Donald's
- È arrivato l'arrotino
- Bianco & nero
- Pisciarsi sulle scarpe
- Piuttosto che guidare
- Concorso comunale
- Accalappiacani
- Dirimpetto
- Il Pianista
- Canzone per fare soldi
- La mente veglia
- Natale e pubblicità
- Niente è stato scritto
- Mammiferi dell'acqua
- TRUCEBALDAZZI feat. Manlio Maresca
Artwork: Sara Vivian
- Metamorfosi
- Mammiferi dell’acqua
Sono tratti dall’album Metamorfosi del 2004
Scritto da Jacopo Gobber eccetto Metamorfosi di Jacopo Gobber e Daniele Furia
Mix e master: Jacopo Gobber nella sua camera da letto
- Papaveri gialli
- Kappaò
- Non c’entra niente
- Hai ragione tu
- Bianco & nero
- Pisciarsi sulle scarpe
Sono tratti dall’album Bianco & nero del 2007.
Scritto, arrangiato e registrato da Jacopo Gobber
Mix: Pasquale Ronzo a Le Pareti Sconnesse
Master: Greg Calbi allo Sterling Sound
Jacopo Gobber: voce, chitarre, synth, glockenspiel, drum machine
Andrea Sbrogiò: batteria
Michele Cavallaro: basso
Riccardo Oliboni: chitarra aggiuntiva su Hai ragione tu e Kappaò
- Mc Donald’s
- È arrivato l’arrotino
- Piuttosto che guidare
- Concorso comunale
- Canzone per fare soldi
Sono tratti dall’album L’Estetica del lavoro del 2011
Scritto, arrangiato e mixato da Jacopo Gobber
Master: Claudio Giussani al Nautilus
Jacopo Gobber: voce, chitarre, banjo, synth, drum machine
Michele Cavallaro: basso
Andrea Sbrogiò: batteria
Teo Ederle: contrabbasso su È arrivato l’arrotino e Concorso comunale
Diego Dal Kodo: chitarra su Concorso comunale
Giordano Sartoretti: flicorno su Concorso comunale
Bob Meanza: organo e mellotron su È arrivato l’arrotino
Riccardo Oliboni: chitarra aggiuntiva su Mc Donald’s e Canzone per fare soldi
- Accalappiacani
- Dirimpetto
- Il Pianista
- La mente veglia
- Niente è stato scritto
Sono tratti dall’album Accalappiacani del 2016
Scritto, arrangiato e suonato da Jacopo Gobber
Rec e mix: Jacopo Gobber
Master: Matteo Franzan presso il Bass Department
- Natale e pubblicità
- TRUCEBALDAZZI
Scritti, suonati, mixati e masterizzati da Jacopo Gobber presso il Flaming Studio
Chitarra solista in TRUCEBALDAZZI di Manlio Maresca
Natale e pubblicità pubblicata nel 2018 dall’etichetta Cabezon Records di Mario Vallenari
Biografia
Jacopo Gobber è un cantautore che dal 2004 compone in totale libertà e autonomia un art pop psichedelico con arrangiamenti massimalisti. Le sue produzioni sono artigianali e bitorzolute ma grazie alle melodie easy listening e ai ritornelli scritti come degli slogan, diventano in qualche modo comunicative.
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Ufficio stampa: Costello's
Le foto a sfondo bianco sono di Alberto Rugolotto.