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Verrone Il video de L'ora blu in anteprima
In anteprima il video de L'ora blu dell'artista partenopeo, che anticipa il suo primo album come cantautore solista, Legna per l'inverno; e' un brano delicato imperniato su chitarra acustica e classica e incentrato sulla liberta', su come planare sulle difficolta' ed evadere dai limiti del quotidiano e di relazioni di cui raccolgono di continuo i cocci, fino a diventare ricordi.
Oggi vi presentiamo il nuovo singolo dell’artista partenopeo Verrone, classe ’90, già autore e bassista dei Ventinove e Trenta, prodotti da Valerio e Massimiliano Jovine (99 Posse) e diventato cantautore e solista. La canzone si intitola L’ora blu, e appare un pezzo delicato imperniato sull’intreccio di arpeggi di chitarra classica e acustica, una canzone che cresce avvolgente grazie alla ritmica, tra tocchi minimali di pianoforte, percussioni dal sapore world molto discreto e inserti ispirati di chitarra elettrica. Si tratta del secondo brano che anticipa Legna per l’inverno, disco d’esordio di Verrone in uscita in primavera per Disordine Dischi.L’ora blu è uno dei momenti del giorno più amati dai fotografi, in cui la luce del sole viene riflessa e dispersa dalle molecole dell’atmosfera, disperdendo le frequenze cromatiche più alte come l’azzurro e il blu (da cui deriva il termine francese l’heure bleue); è un momento suggestivo e magico, “in cui il sole è sparito, ma si riescono ancora a riconoscere i contorni delle cose, a vederli in una luce diversa”, con uno sguardo che non può non farsi incantato davanti a tanta poesia del quotidiano.
Nel video, diretto dal regista salernitano Pierpaolo Perna con la fotografia di Livio Siano, “una spiaggia che si appresta al riposo dà una prospettiva nuova al presente, quella di chi lo vive intravedendo già la sua trasformazione nei ricordi di domani”.
Il videoclip è presentato come “una riflessione sul concetto di libertà, che è allo stesso tempo percorso di ricerca interiore e senso di partecipazione alle meraviglie del mondo circostante”. Ecco come è descritta la trama: “Protagonista è un evaso di galera il quale, nel tentativo di sfuggire ai propri inseguitori, si ritrova a vivere infinite volte gli attimi precedenti la sua cattura, in un loop temporale che lo isola da tutto, colpe del passato e speranze per un futuro diverso, e che finisce per diventare la sua vera prigione. Solo a un certo punto l’uomo inizierà ad accorgersi di dove il suo viaggio lo ha portato, un momento di rara bellezza dove potersi godere a pieno la semplicità unica e irripetibile che la vita ci dona ogni istante e, finalmente, sorridere di gioia nonostante le tante limitazioni che sembrano pregiudicare le nostre esistenze”.
Nel video ammiriamo così la bellezza del porto, mentre il sole si spegne, con i placidi riti quotidiani dei pescatori che ripongono le reti e la luce che accarezza le barche, mentre i gabbiani che spiccano il volo. La libertà di cui sono emblema è soprattutto quella mentale, che raggiungiamo quando sappiamo immergerci nella bellezza; essa diventa quasi una corazza che ci fa entrare in una dimensione differente, dove forse non consentiamo più a nessun male di ferirci, diventando quasi invulnerabili. Il protagonista del video allora riesce a chiudere gli occhi e ad abbracciare la luce del sole morente, godendosi pienamente il valore prezioso e semplice di un bellissimo quadro quotidiano. Solo così potrà forse spezzare il loop in cui è intrappolato. O no?
Nei versi della canzone si mescola uno stile descrittivo e immaginifico, che coglie dettagli che diventano emblematici, o si fanno metaforici, e un dialogo con una persona le conseguenze del cui agire ricadono sempre sul protagonista, che si trova ad es. a gettare i cocci che lascia con il suo andirivieni. Si raccolgono ricordi, “legna per l’inverno”, come recita il titolo del disco, ma si diventa anche un ricordo senza vivere pienamente il presente. Allora quel gabbiano diventa un tocco chiaro di speranza, un simbolo di libertà che plana sulle difficoltà, come nella celeberrima poesia pascoliana Temporale.
Buon ascolto e buona visione!
Credits audio
Autore testi e musiche: Francesco Verrone
Etichetta: Disordine Dischi
Edizioni: Ass. Musicale Soundinside Basement Records
Hanno suonato:
Francesco Verrone (voce)
Dario di Pietro (chitarre classica, acustica ed elettrica)
Massimo Parisi (pianoforte)
Emiliano Berti (basso)
Riccardo Schmitt (batteria e percussioni)
Credits video
Regia: Pierpaolo Perna
Direzione della fotografia: Livio Siano
Assistenza alla regia: Irene Tatavitto
Montaggio: Pierpaolo Perna
Trucco: Rita Manzione
Con: Alessandro Tedesco
Le foto che non sono screenshot sono di Pierpaolo Perna.
Biografia
Classe '90, è dal 2015 autore e bassista dei Ventinove e Trenta, band appartenente al filone del Newpolitan Power e tra le più attive del panorama emergente locale. Nel 2019 il loro debutto discografico, che vanta la produzione artistica di Valerio e Massimiliano Jovine (99 Posse) e le collaborazioni, tra gli altri, di Ciccio Merolla, Brunella Selo, Simona Boo.
Nello stesso anno Verrone inaugura un nuovo percorso cantautorale, lasciando il vernacolo partenopeo per abbracciare la lingua italiana. La sua Canzone del mattino dopo viene scelta dalla storica casa editrice La Canzonetta per il terzo volume di Napoli Sound System, compilation che, accostando nuove proposte a progetti già affermati (James Senese, Francesco Di Bella, Foja, La Maschera), mira a definire uno stato dell'arte della scena musicale campana.
Nel 2021 il testo del brano Notturno vince la targa “Federico de Florio” come miglior componimento al premio nazionale di poesia e fotografia “Cesare Filangieri”. Il suo primo album, sotto la produzione artistica da Dario di Pietro (LUK, Azul), e ispirato alle sonorità del folk e alle recenti esperienze dell’indie pop italiano, è in uscita per la primavera del 2024.
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