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Sanremo 2024 Una poltrona per tre. Le pagelle di Giovanna Mentasti, Paolo Ronchetti e Roberta Matticola
Ecco finalmente le prime pagelle di Mescalina per le 30 canzoni in gara al Festival di Sanremo 2024, con i giudizi e i voti di Giovanna Mentasti, Paolo Ronchetti e Roberta Matticola. Tre voci, tre generazioni, tre punti di vista sulle canzoni proposte all'evento televisivo di casa Rai, nell'ultima (?) edizione targata Amadeus.
Alessandra Amoroso - Fino a quiGiovanna: Una sua partecipazione al Festival era tanto attesa dai suoi fan, quanto disprezzata da chi non la ammira. Lei nel dubbio non dà peso alle critiche e porta un brano sanremissimo. Una carriera di successo ce l’ha: che vinca o no, fino a qui è andato tutto bene, e tutto bene continuerà ad andare. 7
Paolo: Il brano, pur lontano dall’essere un capolavoro è scritto bene. Interessante il testo sul disagio di una donna piena di dolore e sull’orlo del suicidio. Urlando un punto di meno e con un arrangiamento meno pesante (comunque fortunatamente ne lei ne l’orchestra eccedono) il brano poteva splendere molto di più. La Amoruso nonostante la sua scarsa capacità empatica (entra ed esce da queste interpretazioni come se stesse andando a fare shopping dimostrando di non essere capace di interiorizzare minimamente il testo che ha cantato) riesce a non distruggere tutto... 7
Roberta: Un brano simile ad altri da lei cantati, la voce è bella, leggermente statica nell’esibizione ma è giustificabile: è pur sempre la sua prima partecipazione al festival! 7-
Alfa - Vai!
Giovanna: Giovane, giovanissimo. Consapevole dell’onore di essere su quel palco, dà tutto se stesso per poterci tornare in futuro. Nonostante abbia portato una canzone dalle sonorità già sentite in un certo pop internazionale, sicuramente avrà modo di trovare la sua strada. L’importante è andare avanti! 6
Paolo: Renegades, gli Oasis di Wonderwall, i Blur di Song 2 e Manu Chao. Il tutto in 58 secondi! Potrebbe essere troppo ma, nonostante i mille richiami, è divertente e pieno di energia e appeal pop con un uso almeno un po’ più vario della media dell’orchestra (anche se la prima serata chiama violino e poi violoncello un contrabbasso!) 7,5
Roberta: Anche al secondo ascolto, Alfa non convince con il suo brano che unisce il pop italiano al folk americano, troverà ampio utilizzo nella sua fanbase di TikTok, ma non sul palco di Sanremo. 4
Angelina Mango - La noia
Giovanna: Che non si dica che è una raccomandata: Angelina Mango ha la voce, l’energia, e il brano giusto. Fresca di talent, amata fra i giovani, spontanea e ironica. Spiace, Elio, la musica balcanica non ha ancora rotto i c... 8,5
Paolo: Professionista pazzesca nel DNA. Si mangia il palco ed è precisa e tirata nell’esibizione! Il brano è bruttino quasi da villaggio vacanza ma lei spacca! Si sentono le mani degli autori, soprattutto di Madame. Le differenze sono che la Mango è (potenzialmente) cantante sopraffina e donna di spettacolo mentre Madame è (potenzialmente) una Autrice che ricerca nel peso della parola e nella sua carne il senso di ciò che propone (nonostante i suoi difetti). 8
Roberta: Molto più decisa e sicura nella seconda esibizione, padroneggia il palco esibendosi con naturalezza, grinta ed energia. Non mi piace ma conquisterà podio e radio. 8
Annalisa - Sinceramente
Giovanna: Una delle favorite, forse più per il suo percorso nel pop gli ultimi anni e per la sua presenza magnetica sul palco che per questo brano, anche se quanto quanto quanto resta in mente… 8
Paolo: Costruita per essere ascoltata all’infinito. L’inizio del ritornello con le parole ripetute è una bomba. Poi a me non piace ma è veramente pazzesca. In alcuni punti sembra quasi più interessante la strofa. Ragiono sul fatto che siamo così abituati al “prodotto disco” che non ci accorgiamo di quanto, al di la del brano mediocre, questa ragazza canti in maniera assolutamente perfetta! Poi ragiono sul fatto che non ci sia un briciolo di vera “personalità interpretativa” in nessun brano di questo Sanremo. Questo incluso! 7
Roberta: Alla sua sesta presenza al festival porta una canzone coerente con i suoi ultimi singoli. La presenza sul palco c’è, il balletto anche e la canzone si può deputare tormentone estivo sin dal primo ascolto… Altrimenti da quando quando quando? 7,5
BigMama - La rabbia non ti basta
Giovanna: Dopo il duetto dello scorso anno con Elodie, BigMama torna da solista e riconferma la forza che aveva già portato sul palco dell’Ariston. Una presenza importante nella scena pop italiana, lei non cerca approvazioni, è sopra alle critiche: si vuole bene già da sola. 7,5
Paolo: Brava (ma non bravissima). Personalità estrosa e potente pienamente autobiografica. Il suo “basta vittimismo” è interessante ma un po’ più di autenticità emotiva come fai a trasmetterla al di là della commozione a fine brano? 6,5
Roberta: Esuberante, estrosa e paladina del body positivity, Big Mama non può non coinvolgere: parla di trasformazione e riscatto che nasce dalle proprie forze e non dalla rabbia. 7-
Bnkr44 - Governo Punk
Giovanna: Sei amici scappati di casa e approdati all’Ariston, usciti dalla nebbia della provincia per finire sul palco coi fari puntati. E quel palco loro se lo prendono con energia e un brano che è già hit. 7
Paolo: Ci mancava la boy band. È la seconda volta che sento la parola Punk quest’anno a Sanremo ed è la seconda volta che vengo fregato! Un brano iper-pop per bambini che purtroppo girerà tantissimo! 4,5
Roberta: Il “eheheheheh” nel ritornello è alquanto insopportabile, nel complesso non lo trovo un brano eccezionale. 5
Clara - Diamanti grezzi
Giovanna: Dalle passerelle, al canto, alla recitazione, sembra che non ci sia cosa che Clara non sappia fare. Come per altri giovani cantanti ai loro inizi, anche lei deve cercare la sua strada, ma un’idea già ce l’ha, e soprattutto non ha né una brutta voce, né una brutta presenza sul palco. 6
Paolo: Cose che ci si aspetta da Sanremo, ma meno brutta del previsto. Al secondo ritornello è tutto già troppo scontato, ma Clara canta e scrive e si vede! Ad un certo punto, su uno stop,intravedo qualcosa di Mahmood. 6,5
Roberta: Nel festival del tripudio “dance”, anche Clara risulta la copia di Elodie con un brano che coinvolge ma si perde nelle sue ripetizioni. Lei sicura sul palco, dona grinta alla canzone che suonerà tutta l’estate. 7-
Dargen D'Amico - Onda alta
Giovanna: Non chiamatelo politico quando è “solo” umano. Una combinazione originale fra forma e contenuto, che porta un messaggio importante di consapevolezza ed empatia su una base molto orecchiabile. In una televisione italiana in cui, di questi tempi, si ha paura a toccare certi temi, la sua presa di posizione in un mare di silenzio suona come un grido. 8,5
Paolo:Forse un brano meno contagioso di Dove si balla, ma interessante e con testo veramente “tosto” . Veramente un bel tipo: ironico e per nulla sprovveduto. ”Siamo più dei salvagenti sulla barca”. 7,5
Roberta: Prova a calcare il successo di Dove si balla ma il testo mostra una realtà più oscura, come la melodia che accompagna il testo. Punti o meno al fantasanremo, è giusto schierarsi anche con la musica. 7,5
Diodato - Ti muovi
Giovanna: Mannaggia a lui, che non seguo neanche, ma caspita se sa il fatto suo. Un giorno, fra un po’ di anni, sarà ospite del festival, farà un suo medley, e noi pubblico da casa canteremo questi brani come ora cantiamo quelli di Marco Mengoni. (Ma la parte strumentale fra il secondo ritornello e la coda, quanto è eterea?). 8
Paolo: Apparentemente un bluesone italiano anni 70 che poco sembra dire a livello compositivo. Al riascolto migliora non poco soprattutto dal raffinato intermezzo strumentale. Uno dei pochissimi brani di quest’anno che hanno saputo usare al meglio le possibilità dell’orchestra! Mi aspettavo qualcosa di più. 7,5
Roberta: Una delle poche canzoni in gara che rispecchierebbe il concetto di “canzone sanremese”, l’interpretazione è buona ed il brano anche. 7
Emma - Apnea
Giovanna: Un brano che si inserisce perfettamente in quel filone sanremese delle canzoni da discoteca o da loop radiofonico. Non è la prima volta che Emma partecipa, e in passato ha portato brani più personali. Anche se non è il suo anno, la grinta c’è come sempre. 6
Paolo: Finalmente il bel giro di do (in realtà in mi bemolle) che tanti successi ha mietuto nella storia della musica pop internazionale! Tormentone antico. 6,5
Roberta: Sembra che anche Emma sia stata investita dall’onda di “Elodizzazione” delle cantanti: brava perché si reinventa ad ogni festival, ma il suo brano non mi convince. 5
Fiorella Mannoia - Mariposa
Giovanna: Donna, e per questo libera. Libera, nonostante donna. Una somma di parti e oltre ciascuna di esse, Fiorella Mannoia è semplicemente se stessa. Un canto emancipatorio, orgoglioso, unificante. 8
Paolo: Per le donne di tutte le età. Retorica ma presentata magistralmente. Forse potrebbe vincere se non votassero i giovani. Il problema critico è la troppa ruffianaggine e una confusione stilistica musicale che però il pubblico sembra non cogliere, prendendo per sé la leggerezza della musica, un testo pieno di suggestioni esplicite e la capacità pazzesca della Mannoia di dare peso alle parole anche quando non sono così interessanti. L’attacco della canzone riprende in modo clamoroso Princesa di De Andre anche nell’inflessione della voce. 7
Roberta: Un inno femminista che fa riflettere. La voce della Mannoia renderebbe bella qualsiasi cosa ma l’arrangiamento latinoamericano rovina il brano che perde forza. 6
Fred De Palma - Il cielo non ci vuole
Giovanna: Fatto per le discoteche. Non ha un vero motivo per essere al festival quando poteva uscire tranquillamente su Spotify un normale venerdì. 4,5
Paolo: Brano come mille ma almeno ha qualche motivo per farsi notare: qualche stacco leggermente diverso e una interpretazione decisa ed energica. Ma non arriva neanche a un sette risicato. 6
Roberta: Anche ad un secondo ascolto non convince, si lascia dimenticare anche a causa dell’ennesimo testo uguale. La cosa certa è che diventerà un altro tormento (no tormentone) estivo. 5
Gazzelle - Tutto qui
Giovanna: “Lo che sei stanca / Lo sono anch’io / Sembriamo due panda / Amore mio”: forse il migliore incipit di qualsiasi brano di questa selezione? Nulla di nuovo, ma perfettamente in linea con l’indie romantico fatto per un mare di torce dei telefoni e coppie che si abbracciano nei palazzetti. Sanremo è solo il trampolino di lancio di un brano che troverà presto il suo pubblico ideale. 7,5
Paolo: Bel brano pop scritto benissimo e dalla struttura interessante. Vagamente harrisonianio non solo nei passaggi chitarristici. Intimo e scritto con grande dignità e bravura. Uno dei due brani personali del festival. Bravo! 8
Roberta: Flavio Pardini esordisce sul palco di Sanremo con timidezza e tanta emozione: la voce tremante non nasconde un brano in perfetta coerenza con la sua produzione; molto intimo e sincero, come lui. Bravo! 8-
Geolier - I p' me, tu p' te
Giovanna: A Geolier va dato il merito di avere trasposto anche nella musica la fama della (partenopea) fiction rai del momento. Alla faccia di chi dice “ma non era il festival della canzone italiana?” come scherno, evidentemente vivendo questi tempi sotto una roccia. 7
Paolo: Prevedo un successo pazzesco anche se il brano è una banalità assoluta in cui non trovo nessuna delle caratteristiche innovative di cui Geolier è accreditato dal punto di vista ritmico e produttivo. Sembra una parodia di sé stesso, ma fa muovere le gambe e si ascolterà tantissimo! 6
Roberta: Alla seconda serata Geolier conquista la vetta della top 5 grazie al televoto, ma non fa breccia nel mio cuore, nonostante quel continuo “I’ p’ me, tu p’ te” che non posso fare a meno di cantare dopo il secondo ascolto. 6
Ghali - Casa mia
Giovanna: Tutto ciò che è alieno gli è umano. Padroneggia il palco come se fosse il salotto di casa sua, con un brano che ha probabilmente il miglior testo del festival. “Per tracciare un confine con linee immaginarie bombardate un ospedale”. Nulla da aggiungere. 9
Paolo: Gli anni '70 visti male ma è naturalmente orecchiabile e coinvolgente. Non intonatissimo nella seconda serata ma con un suo stile pulito ed evidente. 7
Roberta: Il brano funziona ma un po’ meno la sua seconda esibizione, nonostante il cosplay (bellissimo) di Michael Jackson. Casa mia si ricorda dal primo ascolto, soprattutto “ma qual è casa mia?” 7+
Il Tre - Fragili
Giovanna: Pop giovanile, senza pretese di vittoria, eppure nella classifica parziale ha conquistato il quinto posto per televoto e radio. Ha il rap, ha la presenza scenica, ha il ritornello orecchiabile e un testo sull’accettazione di sé e delle proprie fragilità. Forse banale, ma fa il suo lavoro. 5
Paolo: vivace… bravo rapper finalmente. Capace di parole veloci sempre comprensibili. Già basta anche se l’alternanza canto/rap ha rotto veramente (ma Il 3 mi sa che sa anche cantare!). 6,5
Roberta: Una canzone d’amore con un testo pieno di immagini clichés e poco convincente, ma è uno dei brani che impazzerà in radio. 5-
Il Volo - Capolavoro
Giovanna: Almeno non è un brano completamente lirico, ma ciò non lo rende meno stucchevole. Quando cantano insieme hanno anche delle belle voci, ma vorrebbero troppo essere i Tre Tenori. 3 (un punto a testa)
Paolo: Finalmente! Sono più onesti senza quelle ostentate e fintissime voci belcantistiche. Almeno si può ascoltare una loro canzone senza inorridire ogni secondo! Peccato per la nota finale così enfatica e altre piccole cadute! Per la prima volta si prendono una mia sufficienza (risicata). 6
Roberta: Neanche la svolta QUASI pop mi convince. E no, questo non è canto lirico per me. 4
Irama - Tu no
Giovanna: Ha praticamente portato lo stesso brano che aveva già proposto una scorsa edizione. Una ballad classica che si perde fra le millemila della storia del Festival; alcune sono originali, ma Irama: tu no. 3
Paolo: Parte malissimo e si capisce subito che andrà al salto di ottava. Ci va presto, troppo, e in maniera un po’ schizofrenica. Quando gira sembra un po’ la parodia delle voci da rock radiofonico americani anni '70/80. Fastidioso assai. Pomposo e banale. Quando sento queste voci, di base buone voci soul/rock, vorrei che potessero ascoltare a nastro le prime cose di Rod Stewart con i Faces e poi Michael Bolton che di quello stile è stato la banalizzazione “ormonale” più totale. 4,5
Roberta: La voce c’è, forse troppo oscura sull’inizio, ma la vera rivoluzione la farebbe se portasse un brano che crea uno spacco con i precedenti brani sanremesi, come avvenuto con La genesi del tuo colore (bellissima!). 7-
La Sad - Autodistruttivo
Giovanna: Quota punk del Festival come i Maneskin furono del rock. Che piacciano o meno come performer, hanno portato sul palco dell’Ariston un brano dal contenuto importante, vicino in primis ai giovani, ma anche a tutti coloro che soffrono. In un mondo dove le difficoltà, piccole o grandi, sono ovunque e sembrano insormontabili, la speranza è ribellione. 7,5
Paolo: Raramente ho visto una cosa più falsa a partire dalle creste punk. Imbarazzanti e senza un minimo di ironia (o talento). Tremendi. Mi vergogno per loro! Sembrano tre figli di Povia. Ricordate che non basta un messaggio “positivo” per fare una canzone. 3
Roberta: Avvolti dalle critiche ancora prima di salire sul palco, portano un brano pop-punk che parla di fragilità. Aggressivi solo nell’aspetto, il testo può risultare retorico. Credevo peggio! 6,5
Loredana Berté - Pazza
Giovanna: A 73 anni, Loredana Bertè sa chi è e cosa vuole. Quest’anno è vincere. 8
Paolo: I soliti piccoli problemi di intonazione ma come sempre tira anche se il brano musicalmente è poca, pochissima roba. Ma è l’unica che canta qualcosa che la riguarda (o almeno sembra). E lo fa senza compiacimenti. 7,5
Roberta: Super acclamata dal pubblico, ancora di più dalla sala stampa, la Bertè salirà sul podio. Un inno universale, difficile non condividerlo. 7
Mahmood - Tuta gold
Giovanna: Dopo due vittorie, alla sua terza partecipazione al festival torna con un brano che cresce ad ogni ascolto. Se dovesse replicare ancora una volta il successo, non ne sarei né troppo sorpresa né indispettita. Se canzoni come questa vengono presentate su quel palco, lo si deve sicuramente in parte anche a Soldi, e anche a lui. 8,5
Paolo: Cerca il successo. La sua voce, con questa emissione strana, sembra limitare le possibilità sui toni medi ma è sempre unica e interessante. Il brano funziona ma non ha magia di altre cose. Ma è gran figo ed è assolutamente bravo e personale. La seconda sera canta meglio! 7,5
Roberta: Magistrale e superbo: la grande confidenza sul palco regala una performance coinvolgente. Ci sono tanti tormentoni in questo festival, ma Tuta gold difficilmente si dimentica: per me il brano più bello. 9
Maninni - Spettacolare
Giovanna: Sempre lo stesso problema di altri cantanti giovani: non avendo uno stile definito, si perdono in un mare di canzoni tutte simili sia per melodia, sia per testo. 4,5
Paolo: Veramente uguale a mille altre ma qualche cosa mi si fissa e mi dice cose personali. Sarà la stanchezza? Ma anche la terza sera succede la stessa cosa e sono più lucido. Il brano meriterebbe almeno un punto in meno ma tolgo solo mezzo punto perché, preso dalla foga, si sbaglia un paio di note. 6,5
Roberta: Man-non lo so: anche ad un secondo ascolto non ci trovo niente di Spettacolare ed è un peccato perché la voce è bella ed anche l’arrangiamento funzionava. 5
Mr.Rain - Due altalene
Giovanna: Non metto in dubbio le buone intenzioni del Signor Pioggia, che nel brano parla di trovare la bellezza nella vita e nei legami dopo un lutto. Però il testo e la musica sembrano scritte da un generatore automatico di sue canzoni. 4
Paolo: Brano da professionista della piccola retorica. Probabilmente troppo programmatica ma con una sua inconfutabile tenerezza. Non nelle mie corde, ma...6
Roberta: Cito quanto letto sul web “come Supereroi ma con le altalene”. 5
Negramaro - Ricominciamo tutto
Giovanna: Ammetto di non conoscerli abbastanza per potere commentare questo brano all’interno della loro discografia, ma preso singolarmente non è né sanremese, né radiofonico. Il finale però a suo modo ha un qualcosa di epico. 4
Paolo: Il brano non ha nulla: non ha respiri, non ha ganci, non ha un buon testo, suoni o una interpretazione interessante. Nulla tranne enfasi fuori misura e i singulti forzati di Sangiorgi. Verso il finale si lanciano con tentazioni internazionali. Ma non basta e la canzone è veramente una piccola cosa gonfiata a dismisura! 4,5
Roberta: Funziona molto di più ad un secondo ascolto. Un brano classico dei Negramaro che, nel festival dei tormentoni e dell’amore deluso, con la sua voglia di ricominciare si farà ricordare. Almeno un po’. 7
Renga Nek - Pazzo di te
Giovanna: Anche loro puntano alla ballad sanremese in un festival di pazzie soprattutto per amore. Forse più una quota di presenza che musicale, data la scarsità di cantanti adulti uomini e il brano che non è nulla di memorabile. 4,5
Paolo: Brano pop/rock semplice e orecchiabile: cantato e interpretato con grande professionalità e convinzione. Renga, in compagnia , sembra vincere i fantasmi che rendevano le sue esibizioni sanremesi imbarazzanti! Meglio non ascoltare il testo: trattasi di pop sanremese! 6
Roberta: Testo vuoto riempito solo dai completi monocromi del duo che richiamano molto quelli di Colapesce e Dimartino. Ecco, appunto: dove sono Colapesce e Dimartino? 4
Ricchi e Poveri - Ma non tutta la vita
Giovanna: Non hanno tempo da perdere: sono venuti per fare quello che volevano loro, in una lega a parte rispetto al resto dei cantanti. Quando iniziano a cantare, l’Ariston si trasforma in una sagra estiva sulla riviera romagnola, nel miglior senso possibile. 5,5
Paolo: Loro ancora grandi professionisti ma sono “vecchi” e soprattutto fa dolore vederli in due a svendersi con una canzone per molti tratti di una bruttezza rara. Lei sembra fare fatica da metà in poi. Il ritornello entra in testa! 5
Roberta: Ma il fiocco rosso della prima serata era per dire che ci stavate facendo un regalo? Grazie, non dovevate, davvero! Quel ritmo un po’ latino mi atterrisce. 5
Rose Villain - Click boom!
Giovanna: Se il mostro di Frankenstein fosse una canzone. Rose Villain ha due anime, qui armonicamente fuse in un brano che, da un inizio orchestrale, in cui la cantante peraltro ha modo di sfoggiare una voce potente, passa al perfetto ritornello pop. Un esperimento riuscito. 7,5
Paolo: Pochissima roba. Dopo quattro ore, un brano così passa via senza nulla dire. Ma il ritornello e il suo Boom Boom Boom è bellissimo e entra subito in testa! Lei, a parte un sorriso fantastico, anche quando canta, non mi convince. Sembra avere una voce senza sfumature anche quando ci prova. 6
Roberta: Il ritornello onomatopeico piacerebbe molto a Tommaso Marinetti, la parte strumentale del brano è bella e dà giustizia alla voce della sua interprete, nel ritornello compare la Rose Villain che conosciamo. 7-
Sangiovanni - Finiscimi
Giovanna: Tenta la ballad strappalacrime per riconquistare la tipa, ma non decolla mai e non è per nulla il suo genere. Debole il brano, debole la sua interpretazione; fa rimpiangere i tempi di Farfalle. 3
Paolo: Temo. Inizia quasi a caso e temo una esplosione che entrerà in testa senza più andarsene. Invece arriva una parolaccia e mi rilasso. Il brano è per teenager e sarà una hit per ragazzine di ogni età. La canzone sembrava insulsa e tiepida perché è insulsa e tiepida! 6
Roberta: In questo festival Sangiovanni si presenta nel massimo della sobrietà e con un brano tipicamente sanremese e maturo in cui ammette i propri errori per un amore finito. 7-
Santi Francesi - L'amore in bocca
Giovanna: Tenebrosi, affascinanti, romantici. Bravi, senza dubbio, eppure manca qualcosa che li distingua da tanti altri. 6-
Paolo: A parte il testo a doppio senso ha qualcosa di interessante anche e soprattutto nell’interpretazione presa a tutta voce su una tessitura molto alta. Interessante anche l’uso di un po’ di elettronica nella strofa. Rivisti la terza serata tutto si sgrana un po’. 6,5
Roberta: In un festival senza musica elettronica avrebbero fatto la differenza ma, purtroppo, si perdono nella mischia. Il brano è bello, l’arrangiamento anche e la voce del frontman convincente. 7,5
The Kolors - Un ragazzo una ragazza
Giovanna: Buon per loro, hanno trovato la formula vincente e bucato la bolla del mainstream. Meno buon per me, che sono giorni che inconsciamente faccio il balletto con le dita contro la mia volontà. “La notte poi non passa, vedrai non finirà” suona come una minaccia molto catchy. 5,5
Paolo: Bravi. Mi scoccia ammetterlo ma hanno un tiro pop pazzesco. Mi fanno rabbia e mi fa ancor più rabbia ammetterlo. Ma lui sta sul palco bene; canta deciso e con le giuste inflessioni. Sin troppo simile a Salirò di Silvestri. Sul finale l'orchestra si diverte con la sezione fiati funk per dieci bellissimi secondi! Il testo invece è qualcosa di più che imbarazzante! Non è ”roba mia”, ma è fatta abbastanza bene. 6,5
Roberta: Non sarà un po’ ridondante il testo con tutti quei “un ragazzo incontra una ragazza”? Provano a bissare Italodisco, ma è meno forte; ciononostante risuonerà nella “cassa dritta” fino all’estate ed oltre. 6
Credits foto
Foto Annalisa: fonte Warner Music Italia
Foto Sangiovanni di Federico Hurth, fonte Close2Me (Nicoletta Zagone) e Sugar Music
Foto Dargen D’Amico di Sara Scanderebech, fonte Coco District (Alessandra Gennaro)
Foto Alfa di Filiberto Signorello, fonte Ufficio stampa MA9Promotion
Foto Fiorella Mannoia di Dirk Vogel, fonte Ufficio stampa e comunicazione Fiorella Mannoia, Letizia D’Amato