special
Rokia Traorè Special 8 Marzo 2010
*Crogiuolo. Questa è la parola che meglio rappresenta la giovane chanteuse malinese Rokia Traorè. Questo per via della fusione, nel cantato, di banama, (la lingua tradizionale del Mali) e idiomi europei, e dell’accostamento, nei suoni, di strumenti come il ‘ngoni ( liuto a quattro corde) a chitarra, basso e batteria. Rokia Traorè è giovane solo a livello di anagrafe, non certo di esperienza: nel 1992 ha esordito con il gruppo Let’s flight, per iniziare nel 1997 la carriera da solista. Ed intraprendere così un percorso di crescita, che va da ´Mouneïssa´ (1998) fino al più recente ´Tchamanche´ (2008). In quest’ultima prova la simbiosi voce-strumenti, percussioni soprattutto, è pressoché perfetta. E’ infatti la voce di Rokia a dare il ritmo, a farsi corposa vibrazione, a rinforzare la magica suggestione di suoni provenienti da una terra lontana. A traghettare echi di jazz in una dimensione diversa, completamente africana. Perché Rokia Traorè non è una cantante del Mali che per avere successo ha aggiunto tocchi etnici su una struttura occidentale. L’operazione che ha fatto è esattamente l’inverso. La sua musica trasuda Africa da tutti i pori, è soltanto appena avvolta da una patina di Europa, lieve come la seta. Un velo bianco su un cuore nero e caldo.