Sanremo 2020

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Sanremo 2020 Una poltrona per due: le pagelle di Paolo Ronchetti e Barbara Bottoli

08/02/2020 di Autori vari

#Sanremo 2020#Italiana#Canzone d`autore

I nostri prodi Paolo Ronchetti e Barbara Bottoli si cimentano anche quest'anno nelle pagelle sanremesi: stoicamente ed eroicamente hanno ascoltato per voi tutti i brani in gara sul palco dell'Ariston e tutti i duetti del 6 febbraio. Ecco i loro voti e i loro commenti, taglienti e pertinenti
Irene Grandi - Finalmente io

Paolo: Finalmente io è una canzone scritta dai “migliori” della scuola bolognese. Il brano non è brutto ma ha un arrangiamento che banalizza molto il testo. Lei è sempre brava ma l’arrangiamento appiattisce anche lei. L’ascolto del brano in versione studio renderà possibile capire se i toni più morbidi sono scelta voluta o un effetto secondario della presentazione orchestrale.    7

Barbara: A distanza di vent'anni si ripresenta la collaborazione Grandi-Rossi-Curreri, dopo La tua ragazza sempre, ma la voglia di rock rimane nel ricordo, poi un rock che sembra solo collegato ad un abbigliamento e alla frase “se vuoi fare sesso facciamo adesso” (nel 2020 siamo abituati a ben altro) 4,5

Marco Masini – Il confronto

Paolo: E’ il solito grande professionista e come al solito non mi fa impazzire ma sono indubbie le sue qualità e riconoscibili le sue caratteristiche.   6

Barbara: sempre riflessivo, tralasciando la fase “nervosa”finalmente si confronta con sé stesso tra amarezza ed il tempo che passa, si assolve, ma durante la prima serata la metà delle parole non arriva a destinazione 5,5

Rita Pavone – Niente (resilienza 74)

Paolo: Ma sentila! Antipatica come sempre ma con una voce invecchiata ma invecchiata bene e capace di tirare e sorprendere come una ragazzina. Strafà un po’ nel finale ma complimenti per il tiro!  7

Barbara: più che per il brano gli applausi (esagerati) erano per la presentazione che ne ripercorreva il percorso artistico. Si dimena eccessivamente, urla, sembra Rita Pavone che imita Rita Pavone, ma tra le “vecchie glorie” e le “nuove” la differenza si vede 5,5

Achille Lauro – Me ne frego

Paolo: Vorrebbe fare Freddie (o David) ma, nonostante Beatrice Antolini, viene fuori il solito furbissimo Vasco borgataro di terza categoria. Sicuramente la versione in studio andrà molto molto meglio (l’orchestra ammoscia troppo le sue trovate musicali) ma il brano è molto meno d’impatto rispetto a quello dell’anno scorso. Tenta anche il break alla Radio Gaga/We Will Rock You e un inserto corale prima del finale ma è una trovata che, almeno dall’Ariston, non “buca”!  6

Barbara: non entra in testa immediatamente come Rolls Royce del 2019, mischia rock, punk, autotune, dance, citazioni con una sua logica e sa che deve puntare sullo spettacolo e, indubbiamente, gli riesce. 6,5

Diodato – Fai rumore

Paolo: Bella canzone, scritta benissimo, ben arrangiata (c’è Rodrigo d’Erasmo alla direzione) e cantata splendidamente. Poco da dire se non: grande classe e niente fuffa. 8

Barbara: sembra non far parte di tutto ciò che è venuto prima e che verrà dopo, finalmente un brano con testo, voce, musica, interpretazione e che colpisce subito. E' sopra tutti già dalla prima apertura. 9

Le Vibrazioni – Dov'è

Paolo: Fatica ad uscire dalla banalità e dal prevedibile questa canzone che dice poco… non brutta, cantata e suonata bene ma un po’ inutile (e sorprendentemente in testa a fine serata).  6

Barbara: tentativo pop-rock-socio-impegnato, il risultato è “Dov'è? Dov'è? Dov'é?”. Indubbiamente sarà tra i brani che riescono a “catturare” il pubblico 6

 

 

Anastasio – Rosso di rabbia

Paolo: Un conto è ispirarsi a qualcun, altro è rifare una cover dei Rage Against the Machine. Il primo pensiero è una parolaccia per il plagio. Poi penso che comunque si è ispirato bene e che, per chi non ha mai sentito l’originale, chiaro che è un bel pezzo! Bel tiro comunque.  7

Barbara: in sapore di Rage Against the Machine la musica monopolizza l'attenzione, ma il testo abbassa la media 5,5

Elodie – Andromeda

Paolo: Elodie oltre che bella è veramente brava. Brano con strofa indolentemente mahmooddiana e ritornello con gran tiro. Tra le favorite e comunque più moderna di quasi tutte le altre canzoni.  8

Barbara: dimostra di non aver ancora capito la sua strada, tante idee e nessuna sviluppata 4.5

Bugo e Morgan – Sincero

Paolo: Bugo è un gioiello che è bello sia arrivato sul palco di Sanremo. Insomma sono felice per Bugo e Morgan. Per Bugo perché valeva molto di più di ciò che ha guadagnato; per Morgan perché ha dissipato malamente, da troppo tempo, un capitale personale fatto di competenza e un po' di talento. Canzone bellina anche se furbetta... ma qui dentro è già tanto!  8

Barbara: inizialmente riporta alla mente i Bluvertigo, ma l'illusione finisce immediatamente e la domanda è: Bugo ft. Morgan o viceversa? Il brano è di Bugo, ma sembra un escamotage per riportare Morgan a Sanremo: duetto che visivamente non rende, eppure sul finale c'è la speranza di non aver compreso le intenzioni 5

Alberto Urso – Il sole ad est

Paolo: Il tenore è imbarazzante. Troverà pubblico nonostante la sua evidente mediocrità.  4

Barbara: giovani che cercano di ammaliare con una voce “diversa”, illudendosi di saperne più degli altri, e negli ultimi anni era già capitato di vedere tenori che si atteggiavano sul Palco sanremese. Urso passa nell'indifferenza totale 3

Riki – Lo sappiamo entrambi

Paolo: Potrebbe essere vero che ha appena fatto una trionfale tournee in Sud America perché il brano è esattamente ciò che mi viene in mente se penso al peggior pop latino.  3

Barbara: ragazzine incollate allo schermo e con le citazioni sui social, nulla di più. Brano elementare insieme a ben poche altre capacità non impediranno alle radio di passarlo 3

Raphael Gualazzi Carioca

Paolo: Felicità e allegria old style. Potrebbe avere molto successo.  Bei fiati e bel solo di piano che già da solo lo distanzia dal resto del gruppo  7

Barbara: ci si chiede perché sia indispensabile uniformarsi al resto. In questa versione “tropicale” non convince e il testo non viene interiorizzato 4

Piero Pelù – Gigante

Paolo: Assolutamente imbarazzante. Una filastrocca per bambini senza innocenza; Una canzone per ex ragazzi che non si rassegnano alla loro mediocre vita; Una porcata pazzesca. Venderà   3

Barbara: Pelù diventa nonno, smuove i ricordi, ma ci si proietta eccessivamente nel carisma passato. Premiata soprattutto la svolta di cuore (ricordando il logo dei Litfiba) e la necessità di mettersi in gioco 6

Elettra Lamborghini Musica (e tutto il resto scompare)

Paolo: Almeno lei è solo pop. Non sa fare nulla, assolutamente nulla ma sicuramente sa scegliere un prodotto da vendere (e questa canzone la ascolteremo sino a Natale temo). 7

Barbara: imbarazzante! imbarazzante che qualcuno possa presentare un brano con questo titolo e fare tutt’altro 1

Enrico Nigiotti – Baciami adesso

Paolo: E’ irritante come sempre, ma azzecca quel “baciami baciami baciami adesso” che fa breccia. Ha poi dei suoni fatti bene. Soprattutto gli archi escono bene e sono interessanti come raramente succede a Sanremo. Se ragiono di pancia lo boccio perché non mi piace il personaggio e non ho voglia di abiurare a questo fatto… ma cedo  7

Barbara: stessa impressione del 2019 di qualcuno che si è costruito un’emotività allo specchio, stessa sensazione del 2019 sebbene il brano abbia un titolo diverso 2,5

Levante – Tikibombom

Paolo: Ecco un’artista che fa vedere che a Sanremo si può essere veramente personali rimanendo comunque in qualche modo POP. Brava!!! Difficile essere così personale e non apparire come un corpo estraneo  8

Barbara: non si snatura, nonostante il palco, anzi mantiene un’identità molto forte. Gioca e vince nell’interpretazione, portando una bella ventata di novità sul palco di Sanremo 7,5

Pinguini Tattici Nucleari Ringo Starr

Paolo: Bravi e allegri. Con una bella sezione fiati, stacchi rock, presenza da frontman e comunque una idea di Band di amici che aiuta ad essere più clementi nel giudizio 7

Barbara: hanno, probabilmente, scelto di voler ampliare il pubblico, ma in questa occasione offrono una versione distorta: troppo leggera 5,5

Tosca Ho amato tutto

Paolo: Porca miseria che brividi! E già dopo pochi secondi! Per anni Tosca non mi è mai piaciuta, antitesi del mio gusto musicale... ma già nel 2007 se ne era uscita con una bella Il Terzo Fuochista proprio dal palco di Sanremo. Ma questa sera è da brividi. Mi ricorda quasi, scusate la bestemmia, Mia Martini. Ma lei canta senza urlare, arrochisce la voce senza forzare. Il brano poi è bello quanto difficile e Tosca lo affronta in maniera perfetta! Ha portato ciò che non siamo più abituati a vedere o sentire. Un testo quasi teatrale, con un’interpretazione mostruosa.  10

Barbara: a Sanremo ci si aspetta esattamente questo: pathos. Discreta, voce roca naturale e chiara senza nessuna forzatura 8,5

Francesco Gabbani Viceversa

Paolo: Nonostante il testo “nobile” di Pacifico tutto sembra una parodia per come canta. La canzone potrebbe essere anche carina ma lui la massacra. E non aiuta per nulla il vezzo di Gabbani di pronunciare le “esse” in questa maniera assurda!  6

Barbara: immediata, già al primo ascolto si intuisce che è un brano che verrà premiato dal pubblico e si posiziona in direzione podio. In alcuni casi non ci si può fare niente: il brano resta in mente 6,5

Paolo Jannacci Voglio parlarti adesso

Paolo: piena di nostalgia, piena di aperture classiche e un po’ ingenuamente colte. Non mi fa impazzire ma mi commuove.   7

Barbara: l’oggettività si dimentica perché il garbo, l’educazione di Jannacci colpisce il cuore e la somiglianza fisica col padre fa bene. L’emozione tangibile si fonde col bisogno di sedersi circondato dai musicisti come a cercare sicurezza 6,5

RancoreEden

Paolo: Sarà la stanchezza ma non riesco sempre a ascoltare bene. Sembra che ci siano tante cose in questa canzone. Un bel piano, un bel testo e bei suoni soprattutto nelle strofe. Lui regala una performance tirata e si merita un bel voto nonostante la mia stanchezza  7

Barbara: Indubbiamente il testo migliore di questa edizione, articolato, ermetico come lui stesso si definisce, ma allo stesso tempo chiaro collegando l’Eden alla mela ed a ciò che ha scatenato. Capacità eccellenti, velocità entusiasmante, ipnotico, presenza scenica immensa, riesce a unire personalità, arrangiamenti, testo, musica, spettacolo .. ma si sa il pubblico cerca qualcosa di più fruibile 9,5

Junior Cally No grazie

Paolo: Senza maschera perde un po’ di presenza scenica. Presenta la sua solita tarantella rap banale e potente saltando per il palco e, come sempre, il mio giudizio su di lui è: mah!  6

Barbara: il titolo dice tutto. Preceduto nella performance dai suoi testi precedenti, sembra aver scelto questa occasione per far parlare di sé prima, ma il testo spiega tutto e sembra confermare ogni scelta precedente. Sarà uno dei video cercati sul web 4

Giordana Angi Come mia madre

Paolo: Un’altra che inizia parlando ma la canzone sembra non decollare. Non voglio essere banale ma si vede dall’approccio alla canzone che viene da un talent. Probabilmente ha una voce discreta ma non sa minimamente interpretare. Crescerà, si spera.  6

Barbara: Classica ricerca di empatia immediata come ben insegnano i talent, non aggiunge nulla alla manifestazione 4

Michele Zarrillo Nell’estasi e nel fango

Paolo: Che dire, all’una e mezza ho perso la cognizione del valore delle canzoni! Mi sembra una sua solita canzone, non so e non voglio dire altro.  6

Barbara: la grande novità è sentire Zarrillo che pronuncia la parola “fango” poi Zarrillo a Sanremo è rassicurante, come se il tempo non passasse mai 5,5

Duetti del 6 febbraio

Michele Zarrillo – Fausto Leali in Deborah

Paolo: Fare le canzoni con gli interpreti originali è sempre rischioso.  Zarrillo ha comunque una bella voce, ma, nel momento in cui Leali entra in gioco, Zarrillo diventa poco più di un semplice bravissimo corista. 7

Barbara: sembra un duetto per constatare la voce di Leali c’è, eppure più volte si è ripetuto che andrebbe valutato il partecipante al Festival, avrebbe più senso far riferimento all’intera performance, nella quale Zarrillo non sembra partecipare 4,5

Junior Cally – I Viito in Vado al massimo

Paolo: A parte l’entrata fuori tempo di Viito proprio all’inizio non mi è rimasto attaccato nulla di questa esibizione. La mediocrità sarà un bene o un male?  6

Barbara: può solo farsi aiutare dal ritmo, ma la scelta di un brano non troppo ricercato risulta corretta 5

Marco Masini – Arisa in Vacanze romane

Paolo: inizia con un bellissimo arrangiamento ma dura poco. Masini e Arisa non tengono la canzone e l’entrata brutale di una triste e volgare cassa in quattro affonda tutto in una versione da sagra della salsiccia. 3

Barbara: Masini decide di proporre uno dei brani più riconoscibili della musica italiana, Arisa carica la voce, ma è impossibile non considerare la sua performance 6,5

Riki – Ana Mena in Edera

Paolo: Una prova di cattivo gusto su tutti i fronti. Lui poi non sa cantare!  2

Barbara: affidare un classico di Nilla Pizzi ad una coppia così giovane può apparire paradossale, snaturandola, se la fanno propria e irriconoscibile, diventando credibili 6

Raphael Gualazzi – Simona Molinari in E se domani

Paolo: sin troppo languidamente appoggiata ad un tempo lentissimo Gualazzi e Molinari portano a casa una bella versione che, soprattutto a livello strumentale, è molto interessante. Lei purtroppo urla un po troppo ma, come dire, le perdono questo ed altro. 7

Barbara: Sembrano immersi in un locale fumoso parigino, si riconoscono, si supportano e sono nello stesso brano 6,5

Anastasio – PFM in Spalle al muro

Paolo: Anastasio mantiene l’approccio apparentemente duro del suo brano sanremese e riesce a rendere. Bello il controcanto alla sua vitalità affidato alla voce di Di Cioccio e il finale potentemente orchestrale. Comunque riuscita. 7

Barbara: se si decide di portare la PFM a Sanremo, ma non la si può valutare, resta la totale irriverenza nei confronti di uno dei brani più delicati, significativi della storia della musica italiana, soprattutto se ad interpretarla è qualcuno che nel proprio brano sottolinea i suoi vent’anni e sta riproponendo un a riflessione sulla vecchiaia 3

Levante – Francesca Michielin – Maria Antonietta in Si può dare di più

Paolo: pur cantando una versione molto simile all'originale riescono a darne una versione che è un po' meno "inno" e un po' più dolcemente intima. Ognuna in qualche modo mette un suo piccolo marchio interpretativo senza mai stravolgere o sovrastare. Maria Antonietta comunque ci regala una piccola variazione iniziale che mi colpisce particolarmente per gusto. Brave 8

Barbara: una delle proposte più difficili perché non si appropriano del brano, ma lo spirito di unione e di protezione di Levante elide ogni parere non propriamente positivo. Si valuta il bel segnale di unità femminile 5,5

 Alberto Urso – Ornella Vanoni in La voce del silenzio

Paolo: Eppure la Vanoni dovrebbe avere abbastanza soldi per evitare queste cose. Comunque, per tutta la prima parte della canzone, lei da lezione a tutti e, per il resto della canzone, da lezione a quel vocione inutile che urla al suo fianco.  Vanoni 7 Urso 1

Barbara: Bocelli negli anni ha fatto proprio il brano, risulta inutile una parodia, malfatta. Se si sceglie come partner la Vanoni si sa che la personalità la potrebbe portare ovunque, anche a prendere iniziative e Urso non è all’altezza di cotanta artista 2

 

Elodie – Aeham Ahmad in Adesso tu

Paolo: Brava Elodie a togliere, non sempre è facile. Peccato per l’arrangiamento che non ha guizzi soffocato com’è da troppi archi senza qualità.  7

Barbara: arrivando dai talent si nota che ha imparato a recitare l’interpretazione, tuttavia risulta discreta, e nel “pezzo” 6

Rancore – Dardust - La rappresentante di Lista in Luce

Paolo: Che dire: quasi perfetti. Una performance che colpisce il segno; la dimostrazione della caratura dei due progetti e della loro capacità di masticare e qualsiasi repertorio con una identità artistica veramente pazzesca. E che tiro!  9

Barbara: non ci si ricorda più di cosa è accaduto prima di questa interpretazione e il dopo risulta ininfluente: sul palco loro stanno facendo altro, cioè il vero spettacolo. Intensi, esplosione di personalità, capacità sceniche, vocali, interpretative e di arrangiamento, senza mai snaturarsi. Uniscono voce e musica, cucendosi addosso un brano che diventa loro: una delle interpretazioni da ricordare 10

Pinguini Tattici Nucleari in un medley sanremese

Paolo: Ci mettono impegno energia e quel poco che rimane della freschezza e stupidità dei vent’anni. Bravi, ma non sono gli EELST e, purtroppo, si vede.    7

Barbara: attesi sul palco, ma avevano già lasciato l’amaro in bocca col loro brano e nel medley sembra vogliano riempire lo spazio con degli stacchetti di varietà, restando senza fiato. Solo allegria e voglia di cantare 3 

Enrico Nigiotti – Simone Cristicchi in Ti regalerò una rosa

Paolo: Una coppia di paraculi furbetti unici nel panorama italico. Non sto dicendo che non sono bravi: sto dicendo che sono dei furbetti più o meno consapevoli del loro giocare un po’ sporco.  6

Barbara: avvicinarsi ad uno dei brani più emotivi, impegnati della storia del Festival di Sanremo richiede rispetto. Non serve duettare col cantautore che aveva emozionato nel 2007 per ottenere dei risultati, soprattutto se non si riesce ad entrare nel pezzo, Cristicchi ci prova, ma Nigiotti cancella 3

Giordana Angi – Solis String Quartet ne La nevicata del ‘56:

Paolo: Già si vede: è brava e vuole fare i numeri. Al di la di tutto mi chiedo perché farlo su questa canzone che è canzone popolare asciutta e nello stesso tempo complessa! La Angi non “pesa” nessuna parola ma su ogni parola, o frase, cerca di fare qualcosa “di più” con il risultato di apparire forzata e meccanica. Esattamente un prodotto da talent. Una cantante che magari sa cantare ma ancora non sa interpretare. 6

Barbara: rischio eccessivo in ogni senso, un plauso solo per aver scelto uno dei brani assoluti italiani, ma di un’artista intoccabile, quale Mia Martini 5

Le Vibrazioni – Canova in Un’emozione da poco

Paolo: Un’emozione da poco   Riescono a prendersi la canzone in maniera personale. A volte “prendendoci” altre volte un po’ meno. Almeno ci hanno provato   7

Barbara: Sarcina interpreta alla Sarcina, tralasciando l’emozione del brano, facendo risaltare i Canova che vogliono evitare la versione karaoke, ma il risultato non cambia 5

Diodato – Nina Zilli in 24mila baci

Paolo: Bello quando qualcuno che arrangia si diverte un po’! Rischioso ma riuscito e con tantissima deliziosa ironia.    9

Barbara: Diodato può proporre qualsiasi brano, se lo ricama addosso e come un fluido si adatta a qualsiasi suono. Mantiene la scena per l’intera durata, si esibisce, cantando, ballando e interpretando. 9,5 

Tosca – Silvia Perez Cruz in Piazza Grande

Paolo: Piazza Grande e gran bell’arrangiamento. Una orchestra e i solisti usati benissimo e loro due straordinarie: due voci bellissime con una Tosca che, se canta così senza forzare, in Italia (e non solo), su questo repertorio, è assolutamente inarrivabile.  10

Barbara: Tosca è Sanremo, riporta alla mente il passato, la tradizione, l’eleganza e la sicurezza della propria voce 8,5

Rita Pavone – Amedeo Minghi in 1950

Paolo: Lui, da autore (come Dylan o De Gregori), si permette di affrettare (affettare) le parole massacrando autorialmente il brano tra canto e parlato; lei invece gli canta addosso troppo forte complice un arrangiamento che a metà canzone da inutile diventa ingombrante. Insomma un piccolo massacro di cui non sentivamo la mancanza! 3

Barbara: 1950 è uno dei brani più intensi di Minghi, ma manca un equilibrio vocale con la Pavone 6

Achille Lauro – Annalisa in Gli uomini non cambiano

Paolo: Ok, vuoi fare Ziggy ma con quell’accento insistito e quella pinguedine tutto diventa un po’ ridicolo. Lui non canta bene (ma neanche malissimo); lei canta molto bene e lui, per fortuna, la lascia fare. Arrangiamento un po’ anonimo. Mah!  6

Barbara: Achille Lauro è un capitolo a parte in questa edizione del Festival, sta dimostrando che siamo troppo attenti all’apparenza, mentre lui gioca con la propria “fluidità provocatoria” e ci riesce. Ci riesce anche con Mia Martini, riesce ad annullarsi essendoci e stupisce, ed emoziona pure, nonostante l’accento marcato e sfrontato. Innumerevoli interpretazioni simboliche forse non volute, ma che si potrebbero ipotizzare anche nella scelta del brano 7/8

Bugo – Morgan in Canzone per te

Paolo: E anche quest'anno Endrigo viene massacrato in maniera indegna! Ma porca miseria che cosa vi ha fatto di male! Andate a zappare “artisti” supponenti! Mi spiace per Bugo, ma così non va, e con Morgan alla deriva è un disastro! Morgan voleva strafare e lo ha fatto in maniera imbarazzante. Bugo ne è andato di mezzo. Probabilmente aveva una idea interpretativa chiara che non è stato possibile praticare per le intemperanze di Morgan. Peccato   1

Barbara: è chiaro che Morgan sia mosso da una voglia personale, che potremmo condividere, di riportare in auge i cantautori della storia musicale italiana, ma non è consequenziale la scelta di un brano e la sua interpretazione, anzi si rischia di rovinare tutto. Bugo resta nella solita ombra 4,5

Irene Grandi – Bobo Rondelli in La musica è finita

Paolo: Arrangiamento a tratti cinematico per due belle voci. Compitino svolto bene e con impegno ma non molto di più!  7

Barbara: interessanti l’arrangiamento, la musica, ma le due voci non si fondono e la Grandi non ha l’intensità dolorosa e caratteristica di Bindi 6

Piero Pelù in Cuore matto

Paolo: Fatto come si pensava lo facesse. Poteva evitare gli inutili birignao moltiplicati nel finale; mentre bellissima e d’effetto è stata la ripresa della voce di Little Tony. Mezzo disastro trash e mezzo brano trascinante….  6

Barbara: Ruoooock e puuuuuuoooonk alla Pelù, ma la scelta di duettare con un video lascia perplessi. Alla fine è Pelù che canta Cuore Matto 6,5

Paolo Jannacci – Francesco Mandelli – Daniele Moretto in Se me lo dicevi prima

Paolo: che bella canzone, ma farla così simile... Ma è venuta bene e con onestà!   7

Barbara: Impressionante la somiglianza fisica col padre e è uno dei pochi che può riproporre un brano di Jannacci con tale passione. Scelta coraggiosa, scenica e senza dimenticare la professione di musicista 7

Elettra Lamborghini – M¥SS KETA in Non succederà più

Paolo: Stonatina è stonatina, ma sono clemente perché mi ricorda il canto delle lolitine pop francesi o anche italiane (Elisabetta Viviani e la Lio di Amourex Solitaires per fare due esempi) e alla fine le trovo più interessanti di un sacco di altre cose. M¥SS KETA purtroppo è impresentabile e non pervenuta. 7

Barbara: si può solo sperare che “non succederà più” sia una promessa 1

Francesco Gabbani ne L’italiano

Paolo: ma come canta? Come pronuncia le parole? Già sulla sua canzone era imbarazzante, ma questa sera è inascoltabile ed è, sempre più irritantemente, un fastidioso piacione. 4

Barbara: riporta alla mente di aver vinto un’edizione di Sanremo ballando con una scimmia, sceglie il brano più nazionalpopolare della kermesse e, esibendosi per ultimo, praticamente il giorno dopo rispetto ai primi, “gioca” puntando alla semplicità, ma …. troppi ma che non vogliono trovare un senso 3,5