Mark Lanegan

special

Mark Lanegan Suoni e dolori, dear Mark Lanegan

07/03/2022 di Gianluca Crugnola

#Mark Lanegan #Americana#Rock #Screaming Trees #Mad Season #Queens Of The Stone Age

Jesus Christ been here and gone questa e' la strofa che riassume e dipinge fedelmente le incredibili vicende musicali e non di Mark William Lanegan, cavaliere oscuro di Ellensburg, piccola cittadina di contadini e allevatori situata nel N.O. degli Stati Uniti, stato di Washington, non molto distante da Seattle. La recente scomparsa di Lanegan permette, con profonda tristezza, rispetto e quel senso di appartenenza che anima gli ascolti di una generazione legata ad una scena martoriata da perdite, di ripercorrere la carriera, riassaporare i lasciti di Mark, autore e cantante quasi per caso, un destino da frontman scorbutico e spesso solitario affrontato per fuggire dalla realtà ' di una comunità ' mai sopportata. Dopo un'adolescenza davvero complicata, vari tentativi di spingersi oltre le strade di Ellensburg (Lanegan definisce gli abitanti della stessa senza mezze misure " cafoni bianchi e fascisti ignoranti) E' l'amore per la musica e gli eccessi a spingere, convincere Mark il teppistello ribelle a intraprendere un cammino artistico dai mille risvolti e alterne fortune, un percorso che tra pesanti cadute e difficili risalite solca attraverso tracce indelebili un lungo periodo dell'underground americana. La sua scrittura ma soprattutto quella voce inconfondibile, tossica, unica e penetrante restano e resteranno tra i passaggi fondamentali della musica rock a cavallo dei millenni. La sopra citata frase d'apertura di Pendulum, brano tratto da Whiskey For The Holy Ghost (1994), secondo meraviglioso capitolo solista del cantautore, presenta il conto mettendoci nelle condizioni di raccontare un pre e un post Whiskey For... Gesù ' forse passato da Ellensburg donando talento, diverse chance a Mark salvo poi andarsene abbandonando l'irrequieto autore, votato all'autodistruzione, in lotta con tutto e tutti, demoni, dipendenze e un carattere difficile se non impossibile
La folle e sgangherata corsa di Lanegan inizia nel retro bottega della famiglia Conner dove muovono i primi passi gli Screaming Trees, una manciata di dischi psichedelici eighties e la svolta rock anni novanta dove raccolgono i primi feedback positivi senza ugualmente raggiungere il successo sperato e soprattutto meritato. La band si scioglie nel duemila dopo aver esaurito la reciproca sopportazione, otto album e un paio di Ep. In contemporanea al ruolo nella band Lanegan coltiva il desiderio di produrre musica propria e nel maggio novanta debutta con l'album The Winding Sheet, pubblicato dalla Sub Pop Records e impreziosito dalla presenza di nomi del giro seattleite, Kurt Cobain, Jack Endino, Mike Johnson per citarne alcuni oltre al batterista Mark Pickerel già compagno di Mark nei Trees. La carriera solista del tenebroso Lanegan prosegue spedita soprattutto dal post Whiskey For The Holy Ghost, un crescendo creativo ed emotivo che rivela una innata capacità compositiva oscurata negli Screaming Trees dal timoniere Gary Lee Conner. Mark chiude il millennio coltivando diverse collaborazioni, amicizie e partecipando a progetti paralleli, Mad Season e Queens Of The Stone Age, band nelle quali entra ufficialmente a far parte in diversi periodi. I primi anni duemila presentano un Mark Lanegan decisamente ripulito, sereno e libero dal gravoso, a detta sua, impegno con gli "alberi urlanti" e dopo aver pubblicato l'ennesimo capolavoro, Fields Songs, si attiva e reinventa partecipando a diversi duetti, Isobel Campbell e Duke Garwood i suoi compagni di viaggio più graditi oltre a qualche esperienza di breve durata come nel caso dei Gutter Twins insieme all'amico Greg Dulli. La ricerca sonora e la volontà di riprendere vecchie passioni spinge Mark a contaminare il folk-blues puro dei primi lavori con synth e sperimentazioni alternative. Le produzioni nel nuovo millennio sono a getto continuo così come le tournée in giro per il globo con la sua Mark Lanegan Band, la qualità resta elevata nonostante qualche passo falso, Blues Funeral (2012) e l'album di cover Imitations (2013) le vette di questa seconda parte di carriera. Mark trova tempo per raccogliere le sue memorie nella cruda, provocatoria autobiografia Sing Backwards and Weep supportata da quello che si può definire il testamento musicale di un uomo di poche parole, spesso scomode, Straight Songs of Sorrow (2020). Ora ci resta il suo catalogo da tramandare per ricordare e onorare come merita un gigante del nostro tempo, un cantautore al suo modo epocale, unico.



La playlist personale per ripercorrere i brani più significativi dell'eclettica vita artistica di Mark Lanegan



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