Simone Cristicchi

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Simone Cristicchi L'incanto potente e dolce della poesia di Simone Cristicchi

04/02/2025 di Laura Bianchi

#Simone Cristicchi#Italiana#Canzone d`autore

Simone Cristicchi è tornato. Uno dei pochi cantautori in grado di calcare con uguale dignità e bravura il palco del Festival di Sanremo e quello del Premio Tenco si è regalato ai giornalisti nel corso di una conferenza stampa emozionante, per la presentazione dei suoi progetti, primo tra tutti la partecipazione al prossimo Festival.
"Credo nello sguardo della Gioconda, nei disegni dei bambini...credo che non sia la bellezza che salverà il mondo, ma siamo noi che dobbiamo salvare la bellezza".
Nel concept store dello stilista sardo Antonio Marras, NonostanteMarras, in un palazzo di Milano, avviene un incontro denso di amore. Simone Cristicchi ha mal di gola, ma vuole parlare, comunicare, condividere l'energia positiva che lo invade. E inizia a incantarci, leggendo un brano tratto dal suo spettacolo, Cantata d’autore, per presentare il nuovo album Dalle tenebre alla luce; Credo fa ammutolire tutti, e subito dopo lui racconta del risveglio di sua madre Luciana, che "quando sorride illumina il mondo", dopo un'emorragia cerebrale che sembrava averla condannata al coma irreversibile, ma che l'ha costretta a perdere molte funzionalità.

A Sanremo il cantautore proporrà Quando sarai piccola, scritta con la sua compagna di vita e di arte Erika Mineo, alias Amara, cantautrice affermata, che ha scritto per Mannoia, Vanoni o Emma; la canzone, dice, attendeva da cinque anni di vedere la luce, e non è stato facile comporla, perché parla non solo di quanto è accaduto alla madre e alla sua famiglia, ma anche di "vita vera, autentica, concreta, vissuta", ed è una  "canzone terapeutica", che "aiuta a sensibilizzare su un tema universale, pur essendo poco trattato": la malattia che trasforma una persona, facendola tornare bambina bisognosa di tutto, e lo struggimento dei suoi cari, che le stanno attorno, tra tenerezza, rabbia e speranza.

Sanremo quest'anno, per lui, è, "al di là del risultato finale, una vittoria spirituale, una missione", che spera di condividere con tutti, e vuole aggiungere un'ulteriore emozione: durante la serata dei duetti, proporrà con Amara uno dei tanti capolavori di Franco Battiato, La cura, mai reinterpretata su quel palco, se si fa eccezione dello stesso cantautore siciliano, che la presentò nel 2007 in un'esibizione intensa. I due non sono nuovi all'esperienza, poiché hanno portato la canzone nel loro spettacolo L’ombra della luce – Concerto mistico per Battiato, e hanno presentato L'ombra della luce allo scorso Premio Tenco (vedi il nostro video). La scelta del brano è stata naturale, perché secondo il cantautore "cura significa attenzione, significa volgere l'anima verso l'altro", uscendo da sé e accorgendosi "che esistono gli altri, esiste questo pianeta meraviglioso, esistono i piccoli che devo proteggere.

Il nuovo album, Dalle tenebre alla luce - lui, scherzando, attribuisce la decisione della sua pubblicazione ai postumi di un grave incidente in cui ha battuto la testa... - è il primo di canzoni inedite dopo ben undici anni, contiene le composizioni pensate per gli spettacoli teatrali, "il lavoro di tutti questi anni", ed è definito "un album senza tempo, la mia firma di luce in questi tempi oscuri". Secondo Cristicchi, "la vita è un viaggio alchemico, nell'inferno che ci abita", e come Dante ci invita al viaggio nelle tenebre; lui ha saputo trasformare il dolore per la morte del padre, quando era giovanissimo, in creatività e in luce, come in un Purgatorio, in cui viene sublimata la parte violenta, per avvicinarci alla luce più pura, al Paradiso (da qui il titolo emblematico). In questo modo la sensibilità dell'artista per gli ultimi, gli emarginati, gli anziani ha modo di esprimersi compiutamente, nel solco di un percorso coerente, fatto di decenni trascorsi a contatto con reduci, anziani, esuli, persone sofferenti di malattie mentali e non solo; a tale proposito Cristicchi invita a riflettere sull'"epidemia di solitudine" che si sta diffondendo, e chiede di "contrapporci, opporre resistenza al nulla che avanza, puntando sulla luce", perché "solo nella notte oscura brillano le stelle", citando San Benedetto da Norcia.
Un incontro profondo, ricco di spunti di riflessione e di emozioni, che, siamo certi, continueranno anche sul palco del Festival. 

Fermiamo qui il testo di Credo, per condividere la bellezza di cui avere cura.

Credo nello sguardo della Gioconda e nei disegni dei bambini
Nell’odore dei panni stesi e in quello delle mani di mia madre
Credo che quando la barbarie diventa normalità
La tenerezza sia l’unica rivoluzione
Credo che la vera gioia sia riuscire a sentirsi parte di un panorama incantevole 
Pur non essendo altro che un minuscolo granello di sabbia
Credo che la lingua di Dio sia il silenzio e il suo corpo la natura
Credo alla potenza del soffione, quel piccolo fiore selvatico 
Che cresce ostinato tra le pieghe dell’asfalto 
E anche in mezzo a mille difficoltà riesce comunque a farcela
Credo nelle stelle cadenti, quelle che poi si rialzano e vanno avanti
Credo che chi non vive il presente sarà sempre imperfetto
Pure da trapassato, perché la vera sfida è debuttare ogni giorno 
Tutto il resto è repertorio
Credo che non sia la bellezza che salverà il mondo
Ma siamo noi che dobbiamo salvare la bellezza
Credo nell’amore sprecato, buttato via
In chi sa donarsi senza chiedere niente in cambio
Credo che alla fine del viaggio non ti sarà chiesto chi sei stato 
O quanti soldi hai guadagnato, ma quanto amore
Quanta bellezza c’è in più dopo il tuo passaggio su questa terra
Credo che il compito dell’essere umano sia dare alla luce se stesso 
E che la vita sia resurrezione 
Togliere le convinzioni che ci tengono chiusi dentro un sepolcro
Credo che non ci sia peggior peccato che non stupirsi più di niente 
E che tutta la scienza, l’intelligenza e la cultura del mondo 
Resti muta davanti a questo grande mistero in cui tutti siamo immersi 
Al miracolo di questa vita che va avanti
Nonostante tutto non si ferma e si trasforma ogni secondo
E tutto quello che noi sappiamo è che non capiremo mai
Tutto il resto lo chiederemo agli alberi

(Autori: Francesco Musacco / Simone Cristicchi)



 

QUANDO SARAI PICCOLA

(Testo: Simone Cristicchi / Nicola Brunialti – Musica: Simone Cristicchi / Amara)

Quando sarai piccola ti aiuterò a capire chi sei,

ti starò vicino come non ho fatto mai.

Rallenteremo il passo se camminerò veloce,

parlerò al posto tuo se ti si ferma la voce.

Giocheremo a ricordare quanti figli hai,

che sei nata il 20 marzo del ’46.

Se ti chiederai il perché di quell’anello al dito

ti dirò di mio padre ovvero tuo marito.

Ti insegnerò a stare in piedi da sola,

a ritrovare la strada di casa.

Ti ripeterò il mio nome mille volte

perché tanto te lo scorderai.

Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te,

per restituirti tutto quell’amore che mi hai dato

e sorridere del tempo che non sembra mai passato.

Quando sarai piccola mi insegnerai davvero chi sono,

a capire che tuo figlio è diventato un uomo.

Quando ti prenderò in braccio e sembrerai leggera

come una bambina sopra un’altalena.

Preparerò da mangiare per cena,

io che so fare il caffè a malapena.

Ti ripeterò il tuo nome mille volte

fino a quando lo ricorderai.

Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te,

per restituirti tutto, tutto il bene che mi hai dato.

E sconfiggere anche il tempo che per noi non è passato.

Ci sono cose che non puoi cancellare, ci sono abbracci che non devi sprecare.

Ci sono sguardi pieni di silenzio che non sai descrivere con le parole.

C’è quella rabbia di vederti cambiare e la fatica di doverlo accettare.

Ci sono pagine di vita, pezzi di memoria che non so dimenticare

Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te,

per restituirti tutta questa vita che mi hai dato

e sorridere del tempo e di come ci ha cambiato.

Quando sarai piccola ti stringerò talmente forte

che non avrai paura nemmeno della morte

Tu mi darai la tua mano, io un bacio sulla fronte

Adesso è tardi, fai la brava

buonanotte.