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Fabrizio Foschini FUORI DAL GRUPPO: FABRIZIO FOSCHINI AL SUO PRIMO ALBUM SOLISTA.
Dopo lunga e svariata frequentazione della scena pop nazionale, lo storico musicista degli Stadio si è messo in proprio. Con un album dall'impronta del tutto personale.
“Tutto ciò che facciamo nella vita diventa parte di noi, dal momento in cui veniamo al mondo. Soprattutto quello che ci è congeniale, che amiamo di più. La difficoltà, semmai, sta nel saperlo individuare, per poi osservarlo, rispettarlo, per andarcelo a prendere con il cuore e con le mani. Per me tutto questo è stato, ed è la musica”. Così parlò Fabrizio Foschini per iniziare al tema del suo primo disco solista.A seguito di articolata collaborazione, il suo nome è associato a quello degli Stadio ma il tastierista-compositore faentino, va ricordato, in realtà, come partner musicale di un’altra buona fetta di artisti made in Italy, orbitanti tra cantautorato e pop music: Ron, Goran Kuzminac, Gianni Togni, Ivan Graziani, Massimo Ranieri, Miguel Bosè, Marcella Bella, Edoardo De Crescenzo, tanto per fare nomi.
E adesso U-mani (Etichetta MuicAnima), l’album tra classica e pop (con scorze di word music), su cui scommette in proprio. Un disco interamente strumentale, senza parole. Una mezza sfida: tradurre in melodie di tessuto cangiante, gesti, moti, sensazioni sottili, sottotraccia, forse, persino il senso ultimo dell’esistenza-tipo. Detta in altro modo: un concept-album in dieci stazioni, con gli interventi solidi di solidi strumentisti a corroborare l’insieme.
Ancora Foschini: “Questo disco è pensato come la colonna sonora di ciò che viviamo ogni giorno. Può essere un’emozione. Uno stato d’animo. Una lieta notizia. O ancora un viaggio, un incontro, un racconto di disperazione”. Il disco suona “pulito”, come i dischi di una volta. Analogico, se non altro nello spirito: “Dopo aver sperimentato versioni e arrangiamenti diversi con l’aiuto di computer, sequenze, sintetizzatori, elettronica di tutti i tipi, finalmente mi è venuta l’idea: rinunciare a ogni artefazione, entrare in studio con un pianoforte a mezza coda, un quartetto d’archi d’eccellenza, un percussionista eclettico e fantasioso, metterci l’anima. Il disco è stato realizzato in questo modo”.
La misura degli arrangiamenti rivela il grado di competenza musicale raggiunto da Foschini. Come in una sound-track di immagini interiori le sue composizioni restituiscono visibile e invisibile della vita. Ogni traccia è una tappa, la tappa di un cammino intimo/esteriore, chissà se sapienziale. Inaugura Un buono inizio e chiude Ultima visione. In mezzo le sedimentazioni ontologiche che segnano, fra le altre, Il viaggio, Il primo abbraccio, Umani; e le declinazioni vitalistiche di Il giocoliere, Il giorno perfetto, L’incontro, Il sorriso interiore. Bastano già questi titoli a rendere l’idea di quello che la musica di Fabrizio Foschini sa fare e ha in mente di evocare.
“A 62 anni, ho assecondato l’esigenza di creare qualcosa di mio, qualcosa soprattutto di lontano dal rock, da quel suono, da quei contesti, da quei volumi. Questo bisogno era dentro di me da una decina d’anni e oggi è venuto allo scoperto. Mi sono preso il tempo per dedicarmici con la cura che merita”. Oltre alle guest star di Paolo Fresu (la sua tromba è la presenza totemica dell’intero progetto), Raffaele Casarano (sax) e i Solis Strin Quartet, contribuiscono al colore del disco Maurizio Piancastelli (flicorno), Alberto Giovannini (contrabasso) e Emanuela Manu Cortesi (coro). U-mani è disponibile sulle piattaforme digitali e in streaming per l’ascolto. La copia fisica del cd è invece in vendita tramite la G.T. Music Distribution.