special
Sanremo 2022 Una poltrona per due: le pagelle di Barbara Bottoli e Paolo Ronchetti
Prima serata
Achille Lauro – Domenica
Barbara: la domenica alla messa gospel Lauro si battezza sulle note di Rolls Royce, peccato sia martedì alla prima serata del Festival di Sanremo e il brano dovrebbe essere inedito. L’Achillone nazionale termina le strofe con “oh ohi” e noi andiamo in pace al termine dell’esibizione, perplessi, con tanto di ormone mortificato, stroncato dal nulla sentito. 4
Paolo: sembra ormai normalizzato questo Achille Lauro che presenta un brano “splendidamente pop” e trascinante nella sua classicità da pop post Vasco. Non devasta ma entra nelle orecchie. Zucchero lo denuncerà per plagio e la Santa Sede chiosa pigliandolo per i fondelli. Sta già invecchiando male? 6,5
Yuman – Ora e qui
Barbara: la ballad soul già archiviata prima del termine. Peccato non aver potuto dare maggiore risalto alla voce. 2
Paolo: il brano è scritto volutamente “old style”, ma risulta elegante e con venature black e soul ben calibrate e arrangiate. E lui sembra bravo. Peccato veramente per una pronuncia impossibile da ascoltare e capire, ma comunque molto musicale. 7,5
Noemi – Ti amo non lo so dire
Barbara: classico brano sanremese femminile, con tanto di finale liberatorio. La bella voce graffiante di Noemi è sparita da tempo, forse il testo poteva avere momenti interessanti, visto che è uscito dalla penna di Mahmood, ma si perde nel piattume. 4
Paolo: Ma come si sente la scrittura di Mahmood nella strofa! Noemi fa pure fatica a cantarla! Per fortuna il ritornello più canonico ed esplosivo permette a Noemi di riprendere sicurezza. E poi l’arrangiamento è ben calibrato nel crescendo senza bruciare mai gli elementi che si aggiungono. Ma la riflessione più importante è che ciò che esce dalla bocca e dalla penna di Mahmood sembra semplice, ma semplice non è anche per una buona cantante come Noemi! E come mi piace la finta “facilità” della strofa, fatta di parole spezzate e continui salti di note, che Noemi fa fatica a mantenere fluide. 6,5
Gianni Morandi – Apri tutte le porte
Barbara: l’emozione di Morandi vale un 9, l’arrangiamento un altro 9, il testo di incoraggiamento in un momento buio 2, anche se cantata dall’eterno ragazzo. Solo per la matematica. 6,5
Paolo: 60’s puro, pieno di vitalità, ma personalmente avrei ritoccato qualche cosa sul testo. Forse una canzone sin troppo ottimista e leggera; forse sin troppo “alla Jovanotti”. Con un commuovente frammento centrale! Comunque la canzone buca tanto anche se la scrittura è un po’ troppo “semplice” nel suo rimandare a cose sin troppo note. 7,5
La Rappresentante di Lista – Ciao ciao
Barbara: personalmente attesi, sospirati, ma non all’altezza delle aspettative, forse colpa anche dell’audio che faceva perdere gran parte del pezzo. Un po’ Gwen Stefani, un po’ balletto di Gabbani, è indubbiamente il tormentone delle prossime settimane. Rappresentano bene il consumismo musicale, nel quale tutti possono essere chiunque. Resta nella testa e non permette di stare fermi sulla dance anni ‘80. Sappiamo che sanno fare molto meglio, ma vinceranno radiofonicamente. 7
Paolo: canzone scritta bene. Musicalmente è una bomba ritmica con un buon arrangiamento; il testo invece mi pare meno consistente (anche se quel ritornello che mi era sembrato bruttissimo si insinua nelle orecchie in modo impressionante). Purtroppo mi aspetto sempre ben altro da loro, ma so che qui sbaglio io. Nonostante il tiro pazzesco ed una certa cura compositiva, al primo ascolto sembra comunque senza grande personalità. Sicuramente sarà un tormentone ma probabilmente segna un allontanamento dalla complessità tematica (testuale e musicale) che ha segnato la prima fase della carriera a favore una fase più mainstream. Comunque ad averne di prodotti così. Ciao ciao! 7,5
Michele Bravi – Inverno dei fiori
Barbara: non è che se il titolo appare come poetico e si strizzano gli occhi alla ricerca dell’ispirazione si punta al podio. Troppe contraddizioni visive con un testo debole. 2
Paolo: lui non ha una brutta voce, ma il brano è pochissima roba. 5
Massimo Ranieri – Lettera di là dal mare
Barbara: senti la musica che sale: l’orchestra c’è, Ranieri è commuovente nel suo ritorno sul palco e con un testo socialmente impegnato (definizione non bellissima, ma che individua subito l’ambito). Eh niente, qualcosa di sanremese mi mancava e qui c’è. 6,5
Paolo: fa fatica a cantarla e questo mi fa male. La canzone è classica e con una bella storia evocativa, quando ormai nessuno più è capace di raccontare storie. Basterebbe questo per capirne il valore. Anche per questo spero, nei prossimi giorni, in esibizioni meno impietose. Peccato 7-
Mahmood e Blanco – Brividi
Barbara: la voce di Mahmood vale ogni singola parola, ma Blanco riesce a non essere oscurato, anzi si contrappongono come nel testo e si completano. Le coppie maschili sul palco di Sanremo sono sempre ricercate ed azzeccate. Il brano giusto sia sul palco che nel post Sanremo. Nella prima serata è quella che colpisce maggiormente, con tanto di abbraccio finale. 8,5
Paolo: che voce pazzesca; e che capacità di cantare in maniera personale. Capisco non possa piace ma Mahmood è, onestamente, musicista, cantante e autore di caratura altissima. E in questa canzone, così moderna anche nel suo ancorarsi a una forma classicamente sanremese, Mahmood sembra far emergere la sua passione per il miglior Stevie Wonder in maniera personalissima. C’è da dire che anche Blanco è molto bravo anche se, nella sua prima strofa, quando canta sembra Tozzi! Ma bello tutto veramente e splendida la naturale felicità dell’abbraccio a fine esibizione, quando i due si sono accorti di aver fatto tutto al meglio. Bravi, e Mahmood immenso! 9
Ana Mena – Duecentomila ore
Barbara: ci mancavano solo le stonature per un flop già annunciato. Capisco l’accontentare tutti i gusti…ma…1
Paolo: veramente la peggiore hit che si possa sperare di avere. No, grazie! I 3 punti sono per la chitarra twang degli ultimi dieci secondi. 3
Rkomi – Insuperabile
Barbara: senza un genere definito, un taglia e incolla con tanti buchi. Non è certo se lo risentiremo alla radio, ma se dovesse essere, sarà un singolo che stringerà la mano alla già citata Rolls Royce. 2
Paolo: anche qui veramente una brutta canzone che venderà tantissimo. Ma è un brano che non ha nulla se non la mediocrità. 5
Dargen D’Amico – Dove si balla
Barbara: probabilmente sarà il brano che ci porteremo sino all’estate, senza pretese, senza lode, ma prima o poi dovremmo canticchiarla in molti. Ce ne faremo una ragione, perché è stata studiata per questo. 3
Paolo: anche qui siamo nel campo di una mediocrità assoluta ma ci si rende conto subito di come ciò sia studiato in maniera molto più furba e meno seriosa all’interno di una cifra stilistica studiatissima. Ed è un brano che comunque colpisce e rimane in testa. 6,5
Giusy Ferreri – Miele
Barbara: pensavamo che ormai venisse proposta solo nel periodo estivo con un sottofondo latino, invece no: la troviamo anche a febbraio in versione diva col megafono, già solo la descrizione potrebbe valere il parere. La domanda è: perché non può sfruttare al meglio la voce particolare, che anche in questo brano, sebbene sia debolino?!?! 2
Paolo: adesso quando canta la Ferreri tende pure a belare un po’ ed il brano è banale assai. La sua voce dal vivo sta invecchiando malino; chiederebbe altro repertorio perché lei oggi, anche quando non bela, è difficile da ascoltare. Ma in studio il brano va via liscio e allora anche questa volta la produzione ha centrato l’obbiettivo. 5
Seconda serata
Sangiovanni – Farfalle
Barbara: reduce dai successi radiofonici post-talent non si presenta in modo diverso: continua a fare Sangiovanni, quindi si premia la coerenza e il riuscire a calcare un palco importante con disinvoltura. Spotify lo adorerà e nella serata con giuria demoscopica scalerà la classifica. 6,5
Paolo: orecchiabile e brutta. Brutta non nel senso di inascoltabile, ma nel senso di canzone scialba senza valore scritta solo per vendere nella maniera più semplice possibile. Peccato! 4
Giovanni Truppi – Tuo padre, mia madre, Lucia
Barbara: un brano difficile per una platea così variegata, parole da seguire con attenzione perché Truppi conferma la sua abilità nel mischiare realtà e poesia. Premi speciali in vista per lui. 8,5
Paolo: ecco una scrittura non scontata; sia come testo che come musica. Qualcosa che non insegue mai una orecchiabilità immediata ma scava nelle possibilità della scrittura. Veramente una grande conferma. Unico difetto sono forse i troppi stop e le troppe ripartenze ma, veramente, è un peccato veniale. 8
Le Vibrazioni – Tantissimo
Barbara: sembra abbiano riesumato un loro brano che devono proporre anche se gli anni sono passati. Il loro pubblico apprezzerà, dietro ci sarà un album identico che li riporterà a essere nelle classifiche degli ascolti. 6
Paolo: non capisco; ecco un altro che, come Renga, canta peggio ogni anno che passa. E la scrittura non aiuta (così come l’arrangiamento tronfio e scontato). Ma la leggerezza rock dei primi anni dov’è finita? 5
Emma – Ogni volta è così
Barbara: si capisce che è all’Ariston solo dall’eleganza perché poi sembra sia ancora nella Scuola di Amici, tra emotività e urla che dovrebbero confermare la grinta. 6
Paolo: poco da dire. Come al solito parte piano e poi inizia ad urlare! Alla fine i suoi brani finiscono per assomigliarsi. Non c’è molto altro da dire mi sembra. 4
Matteo Romano – Virale
Barbara: giovanissimo però si sa gestire l’emozione. Chiaramente figlio della contemporaneità social. Da apprezzare l’autonomia, ma non troppo, siamo pur sempre in una vetrina importante. 5
Paolo: almeno ha l’entusiasmo della gioventù. È destinato al successo, ma non mi sembra ci sia gran qualità; solo un po’ di tenerezza per la sua gioventù. 5
Iva Zanicchi – Voglio amarti
Barbara: la voce la contraddistingue. Sa tenere il palco come una vera aquila, sebbene il brano ricordi quello della sua precedente esibizione sanremese: la voglia di essere donna. Dimostra che ormai l’Italia è in mano agli ottantenni che mantengono il rispetto dei luoghi. 7
Paolo: a metà canzone, le ultime battute prima del solo di chitarra, la Zanicchi azzecca un paio di abbellimenti da gitana che sono straordinari. Se questo brano avesse avuto un arrangiamento più leggero non sarebbe stato un capolavoro ma sarebbe stato un brano con una certa dignità. Avrebbe reso un miglior servizio alla voce della Zanicchi di oggi. Invece… Arrangiare è arte difficile e questo Sanremo lo conferma! 4
Ditonellapiaga e Rettore – Chimica
Barbara: la chimica è tra di loro e le premia, si divertono, stanno bene, Ditonellapiaga non viene sovrastata dalla personalità della Rettore che fa la Rettore. Ci ricrederemo sul brano nei prossimi giorni. 6,5
Paolo: Ditonellapiaga è sorprendente! Bel brano pop esplosivo pieno di citazioni volute e consapevoli e con tantissime piccole trovate. Quando scrivere pop è frutto di lavoro e piccola inventiva. Ditonellapiaga canta poi benissimo, ha una presenza importante e sembra sempre sapere cosa fare e dove andare. Io incomincio a seguirla! E la Rettore si conferma icona ipnotica anche quando fa da spalla. 8,5
Elisa – O forse sei tu
Barbara: bella, eterea, ricorda Elisa di vent’anni fa con Luce. La voce è indiscutibile, l’interpretazione pure. Sarà podio sicuro. Anche se personalmente non sono mai riuscita ad affezionarmi. Per Sanremo 10, per me 6.
Paolo: forse non la sua canzone più bella ma una grande professionalità e una bella canzone onesta con questo “sempre” cantato dal coro che diventa caratterizzante il brano. Brava, una sicurezza. 7,5
Fabrizio Moro – Sei tu
Barbara: che belli i tempi di Pensa, poi si è accasciato su un testo e ne cambia le parole. Ma si sa Moro ha il suo seguito e il brano sarà trasmesso ed ascoltato, vuole restare il tormentato che deve stupirsi di tutto, essendo amato. Da considerare la linea vincente che continua a cavalcare. 6
Paolo: Moro plagia mille canzoni senza neanche accorgersene. La sua esibizione, come quella di Emma, poteva essere prevista secondo per secondo. Fortunatamente urla, ma non urla troppo e si evita un voto ancora più basso. 4
Tananai – Sesso occasionale
Barbara: ma terminare le frasi con “oh” è un segnale della nuova scuola sanremese? Brano studiato al computer per un Lauro vestito da agente di commercio, tanto per accontentare anche le nonne. Vorrebbe dare una chiave poetica al sesso occasionale. 5
Paolo: Sicuro successo (occasionale?). Tananai dal vivo stona come una campana, ma in studio non si sentiranno le stecche e il brano ha una simpatia greve e una furbizia così irritante che ne prevedo grande successo tra i più giovani e tra quarantenni in crisi di mezza età. 4
Irama – Ovunque sarai
Barbara: eh niente la formazione talent è sempre la stessa: canta come se dovessi soffrire, cerca di tirare fuori le emozioni perché sono audience. Almeno in questo Sanremo è davvero sul palco, col pubblico. Salirà in classifica grazie al popolo di Mediterranea. 5
Paolo: Mah. Questa seconda serata continua a proporre brani veramente di pessima qualità: scritti e cantati male e prodotti anche peggio. 4
Aka 7even – Perfetta così
Barbara: è febbraio e sembra estate. È tardi, gli occhi si chiudono e di certo non sarà questo brano a regalarci sogni d’oro. 3
Paolo: Brutta anche questa. ma almeno confezionata decentemente senza essere così (così così) scopertamente falsa ed artefatta. 5,5
Highsnob e Hu – Abbi cura di te
Barbara: Coma Cose in versione dark. Interessante l’interpretazione, naturale, giocano su un minimal ricercato con immagine al contrario, riuscendo a far sentire la fine di questa relazione. Da riascoltare, anche se molto studiati per il popolo “che vorrebbe essere alternativo”. 7
Paolo: L’effetto è Coma Cose con meno qualità ma comunque accettabilmente ascoltabili. Nonostante arrivino alla fine di una serata sanremese pessima come mai, riescono a guadagnare la sufficienza! 6
A presto per le cover e i verdetti finali!