Zu And Spaceways Inc. Radiale
2004 - Atavistic/Touch and Go
Il disco non fatica assolutamente ad entrare in sintonia con qualsiasi orecchio: ai suoni che cercano di imitare appunto, i versi di qualche animale strano, si alternano puri esempi di ambient metropolitano e tribale (merito della ritmica Jacopo Battaglia). La stesso logica sarà poi ripresa dal batterista Hamid Drake, che con i suoi compagni Spaceways Inc. darà sfoggio di bravura nelle ultime quattro tracce del disco.
Uno sguardo all´oriente e alle sue mille millenarie culture: con l´introduzione di "Vegetalista" ci immaginiamo immersi in una metropoli asiatica tra modernità funky, colonizzata dal classicismo orchestrale di sax, a volte suonati in simbiosi, a volte come a dialogare in dilettiche incomprensibili, tra veganesimo e new economy. Una forte componente teatral-musicale regna nel suond di questo nuovo lavoro facendoci credere di assistere alle prove generali per la colonna sonora di uno spettacolo teatrale: se pensiamo all´approccio oscuro di "Canicula" o ai ritmi cangianti su una base ritmica stabile (tra rock e jazz) di "You and Your Folks, Me and My Folks", tutto questo ci viene più facile da immaginare.
È sempre e comunque un lavoro d´insieme, non traspare mai alcun personalismo tra i componenti del quartetto e la necessaria presenza di tutta la band esprime la voglia sempre maggiore di coinvolgere diversi ospiti e collaboratori quasi fissi: la presenza del grande sassofonista Ken Wandermark (presente con gli Zu nei primi quattro brani del disco) ci aveva regalato forte emozioni free jazz già all´epoca di “Igneo”.
L´avvolgente carica groove di "Trash a Go Go" parla afro, come a volere omaggiare il gigante buono Fela Kuti: un funky-jazz tra Parker e Mingus che poggia sui canoni del post rock.
"Theme de Yo Yo" continua il discorso black, ma è spezzettata da continui incidenti sonici di sax alto e baritono (imitando l´andamento di uno Yo Yo) che si avvicinano alle atmosfere jazz-core di lavori passati: anche se ai ragazzi piace definire la loro musica semplicemente Soul (o musica dell´anima), come ci ha spiegato Massimo Pupillo in una nostra intervista poco tempo fa.
Non esistono linee d´orizzonte per questa band: le loro idee sono inesauribili, rinnovabili, i loro suoni sono partiti da un punto di vista che possiamo definire di "nicchia", se vogliamo usare un termine radiofonico da hit (non me ne vogliano), ma dal primo “Bromio” (1999) ne è passata di acqua sotto ponti. Oggi con “Radiale” abbiamo il sentore di una grande maturazione, sia sotto l´aspetto melodico, che sotto il profilo intellettuale. Ottima l´impronta di Bob Weston al mixaggio.