Fortune is always hiding<small></small>
Italiana • Rock • garage, sunshine-pop, indie-rock

Zabrisky Fortune is always hiding

2011 - Shyrec

30/07/2011 di Ambrosia J. S. Imbornone

#Zabrisky#Italiana#Rock #Garage #Indie-rock

Ci sono degli album scanditi dal ritmo di un viaggio, mentre il sole di una “summer […] grey” sfiora i finestrini e ferisce lo sguardo, e la strada fa scorrere i pensieri e li ridimensiona al suo passo.

E’ il caso del terzo album dei veneti Zabrisky, attivi dal 1995, che continuano a perfezionare un’alchimia tra garage-rock, sunshine-pop e indie, che attraversa le latitudini della California, di New York, del brit-pop e ancor prima del beat, con tanto di coretti 60’s (si ascolti ad es. la deliziosa marcetta Have You Ever Seen Your Face), così come talvolta le contrade folk degli States e il Canada di band come i New Pornographers: in tal senso si segnalano Careless Lovers e Better Times, in cui ritmica e chitarre portano il viaggio in scenari quasi western. Ed ancora la combinazione sonora proposta dal quartetto di Mestre si addentra nei territori dei Kinks e degli Weezer.

Queste dieci nuove canzoni sono viatico di un percorso tra luce e chiaroscuri, per le vie di quella fortuna che si cela e nasconde tra le possibilità e le storie del quotidiano. Le chitarre ora si rinfrangono in prismi psichedelici, a catturare umori con bassi densi della luce instabile del crepuscolo, ora scintillano squillanti in stile jingle-jangle o quasi in versione twang, ora appaiono indie-rock, chirurgicamente taglienti ed incisive (v. ad esempio le distorsioni di I Can’t Leave).

La conclusiva Good Company, l’unico pezzo del disco che raggiunga i quattro minuti, si fa notare per l’allure british quasi à la Blur, tra intrecci di riff sporchi e pulizia della linea vocale, groove di basso e leggerezza dell’armonia.

La classe c’è, così come sempre evidente è l’esperienza nell’elaborazione di un sound così fortemente esterofilo e nella cura dei suoni. Però manca qualcosa: generi come il garage sono miniere già molto sfruttate, da cui è difficile estrarre qualcosa di nuovo; inoltre, per quanto gli Zabrisky abbiano una storia coerente, forse non hanno ancora esibito le peculiarità di un progetto carismatico e inconfondibile.

Questo album e i suoi dieci brevi brani (solitamente al di sotto dei tre minuti l’uno) ti conduce con la grazia di quel sole soffice e splendente del garage in spazi gradevoli che accolgono e stemperano gli stati d’animo, ma non ti cambia, non ti segna.

Approvati per intenzione ed impegno, ma con riserva.

Track List

  • SUMMER IS ALWAYS GREY
  • STONE INSIDE
  • I CAN´T LEAVE
  • BETTER TIMES
  • CALLING HOME
  • HAVE YOU EVER SEEN YOUR FACE
  • CARELESS LOVERS
  • GETTING BETTER SO FAR
  • REAL ME
  • GOOD COMPANY