Willem Maker Agapao
2011 - Makerworks Recordings
Poi ci sono dischi di blues che regalano al pubblico il blues. Cioè, lo stivale nella sabbia, il sudore sulla fronte, un sole bastardo che ti spacca gli occhi, lo scricchiolio dei pavimenti e l’odore del legno delle case nella prateria americana. La barba ancora bagnata dalla birra e quella voce roca e spezzata, pronta a brontolare chissà quale nuova maledizione del working class man di turno in un pomeriggio torrido e faticoso e sempre uguale. Ci sono dischi blues che ti fanno salire sulla montagna sacra, con i lupi ad aspettar la luna. E, questa volta, lo sciamano che ti sta parlando si chiama Willem Maker.
Agapao e’, di fatto, un amore incondizionato. E’ puro southern, è gospel, è tra i più essenziali e soddisfacenti dei roots-concept moderni. Ci sono rimandi a Jim Dickinson, Alvin Youngblood Heart, vagamente Otis Taylor e anche Eels, per certi versi. Ha le storie scritte sulla pelle, e sono racconti che catturano immediatamente il cuore. Il suo destino è inciso in un collo di bottiglia inserito nel mignolo e il suo strisciare grida nell’anima di chi lo ascolta.
Dopo le precedenti valide pubblicazioni, Stars Fell On (2007) e New Moon Hand (2009), questo potrebbe esser considerato come il disco di Maker per eccellenza, in cui il musicista mette in opera il meglio di sé stesso registrando tutto da solo (basso, batteria, chitarre, voci ecc.).
Direzionando il lavoro verso il mercato on-line (pare siano state prodotte un numero di copie fisiche a tiratura molto limitata), l’artista offre il free download di alcuni brani degli album precedenti e gli artworks realizzati dal grafico Christoph Mueller, che comprendono anche i testi.
Agapao è un album da non farsi scappare, una super prova del genere Americana e un compagno di viaggio molto interessante.