RiverFoot-RealityRubs<small></small>
Derive • Suoni

Wilhelm Matthies RiverFoot-RealityRubs

2011 - Field Noise Records

12/04/2012 di Gianpaolo Galasi

#Wilhelm Matthies#Derive#Suoni

E' fine anno, e quindi è tempo di fare i conti con quelle cose che si chiamano classifiche. Mania da ragionieri che con la creatività c'entra poco o nulla, anche se può essere un buon modo per far conoscere a chi ancora non sa materiale notevole di più di un attento ascolto. Già entusiasta per un disco come quello degli Islak Kopek con Mark Alban Lotz, scopro tra i miei contatti questo "RiverFoot-RealityRubs" (Field Noise Records) di Wilhelm Matthies e in pochi ascolti il gioco è fatto: per quello che mi riguarda, è il migliore disco uscito nel 2011.

Residente a Kenosha (Wisconsin), classe 1959; fotografo, compositore e videoartista, Matthews per anni si è dedicato alla chitarra preparata prima di mettersi a progettare e a eseguire le proprie composizioni su di uno strumento a corde di sua creazione. Ispirandosi a Cage per la preparazione e ai lavori orchestrali di Xenakis per la vividezza e asciuttezza del lavoro sui microtoni, ha elaborato uno strumento, che ha chiamato Kokeka, per costruire il quale si è ispirato a diversi strumenti a corda della tradizione (medio)orientale.

Lo scopo era ottenere una resa microtonale sottile e reale tanto quanto quella degli archi utilizzati dal compositore greco. La pipa cinese, il rebab e l'ehru persiani, il koto giapponese, la vina indiana. Il risultato è un cordofono dotato di ponti che possono venire spostati durante le performances, dotato una accentuazione delle risonanze lungo le estremità e che può essere pizzicato o sfregato con diversi tipi di archi. 

Il disco in questione, pubblicato all'inizio di dicembre, è un disco per sola Kokeka. Ci sono sovraincisioni (anche due o tre alla volta), ma ascoltandolo attentamente, e vedendo anche le foto dello strumento, la curiosità per una resa dal vivo resta comunque alta per una musica che si presenta come a cavallo tra contemporanea, improvvisazione e industrial, e che potrebbe mettere d'accordo chi ascolta Stockhausen, z'ev e John Butcher.

Un lavoro di sintesi, di quelli che capita raramente di sentire, e che è praticamente perfetto sotto ogni punto di vista: l'attenzione al dettaglio, l'asciuttezza dell'insieme, il senso di apertura e di compiutezza, la bellezza della registrazione, il suo essere in più di un solo luogo e costruirne se non uno nuovo (per quello non è più tempo) quanto meno ricordarci che vale sempre e comunque la pena di muoversi in una direzione individuale e dedicarcisi con pazienza e dedizione.

Track List

  • RiverFoot-nach(T)wellen 1 (afterShocks 1)
  • RiverFoot-RealityRub
  • RiverFoot-DarkLines
  • RiverFoot-DarkSeeds
  • RiverFoot-OctoberGrounding
  • RiverFoot-StreamStepping
  • RiverFoot-MillingSpilling
  • RiverFoot-nach(T)wellen 2 (afterShocks 2)