Vorianova Tempi scueti
2024 - Compagnia Nuove Indye
Il disco, come spiegato nella sua title track, racconta il senso di inquietudine e smarrimento dell’uomo in questa epoca: Tempi scueti pone l’uomo al centro dei cambiamenti e dei viaggi che si compiono per arrivare a essi, nonostante il caos che ci circonda. Il disco è dotato di una forte sensibilità e ciò si nota ne L’invenzioni, un brano che parla del progresso tecnologico e delle invenzioni, così utili e importanti per l’umanità, ma al contempo pericolose, soprattutto se usate nel modo sbagliato. Il sound in queste prime due canzoni è un abbraccio tra la tradizione, la musica elettronica e un testo hip-hop.
Il rischio di disumanizzare l’uomo nella seconda canzone riappare anche nella terza, Farsu: qui vengono criticati i social e l’immagine falsa della realtà che viene nascosta, togliendo il senso d’umanità. Il sound si compone di un incontro tra elettro-rock e classica, quest’ultima scandita dal suono degli archi. Arriva una dolce dedica a Samir, bimbo siriano, che dormiva per fuggire dalla realtà vissuta: Dormi Samir è un inno elettro-pop e d’autore contro la guerra e a sostegno di chi da essa è costretto a scappare. Sulle stesse note della canzone precedente, nasce un’altra dedica, Semu stiddi: questa volta a Sara Masiero e alla sua ricerca di mondi vicini a stelle simili al Sole.
Nel disco appare un’altra donna, che trova il coraggio di raccontarsi e di scrivere una lettera all’uomo che per anni ha abusato di lei: Chiamami Rosa contiene tutto l’amore che ha per sé e il superamento delle violenze subite, e lo sfondo musicale si costituisce tra il folk e l’elettro-pop, con accenni alla musica hip-hop nel cantato. L’hip-hop e l’elettronica restano anche in Sempri ci sarà, brano in cui si parla del girare della ruota della vita e delle esperienze, riempiendo l’esistenza di significato. E il significato è il motore trainante di Ogni nenti: tutto quello che viviamo ne ha uno, anche quando sembra che la vita non abbia senso. L’elettronica qui si fonde con richiami all’alternative. Un sound alternative permane in Salina, dove vengono omaggiati i salinari di Marsala e a ciò che simboleggia il sale, ovvero la conoscenza e il sapore che può dare alla vita.
Ritorna la metafora del viaggio come veicolo di cambiamento in Cu sa se cancia, un’esortazione a diventare sempre la migliore versione di sé e a non rinunciare mai al cambiamento. Il sound unisce accenni di musica folk, rock ed elettro-pop. Avviene una rivisitazione con Sciarra, un’antica filastrocca siciliana, ricostruita con i tempi moderni e nella vita degli adulti, che riprende una serie di dispetti che si fanno i bambini, dichiarandosi scherzosamente guerra, mentre la sciarra degli adulti troppo spesso degenera e porta a effetti distruttivi nella vita degli uomini. Dal cantato da filastrocca, emergono suoni che riprendono anche la musica pop degli anni ’80. A chiudere il disco c’è l’ultima dedica ad una grande donna, Felicita Bortolotto Impastato, madre di Peppino. Chistu potti fari racconta la sua lotta per rendere giustizia a suo figlio e per mantenere viva la sua memoria, una lotta ventennale e accompagnata dolcemente da un sound che unisce folk, cantautorato e musica elettronica.
Tempi scueti dei Vorianova è un disco inquieto, in continuo fermento e movimento, un po’ come l’essere umano nella contemporaneità. L’album descrive, con un sound innovativo e al contempo attento alla tradizione, la figura dell’uomo e il suo cambiamento durante il passaggio del tempo, degli eventi storici e di alcune figure in grado di rivoluzionare il pensiero umano, lasciando due sguardi sulla realtà: uno inquieto e l’altro colmo di speranza per la positività rappresentata dal cambiamento.