Virgin Prunes ...If I Die, I Die
2022 - BMG
#Virgin Prunes #Rock Internazionale#New Wave #Virgin Prunes #Gavin Friday
Un doppio che comprende anche diversi inediti e manifesta l'essenza del post-punk irlandese in fermento e rampa di lancio tra il finire degli anni Settanta e i primi Ottanta. Band come Virgin Prunes e U2 (Dik Evans, chitarrista dei VP fratello di The Edge) muovono i primi passi parallelamente; nonostante i differenti background culturali e religiosi e la comprensione di questi passaggi, queste influenze risultano fondamentali per avvicinarsi alla realtà, Agli interessi di molti adolescenti dublinesi pronti a lanciarsi nel music business, e la ristampa di questo cult-album ravviva la memoria e lo splendore delle grandi occasioni.
..If I Die, I Die viene alla luce originariamente a Dublino nelle stanze dei Windmill Studios e risplende ancora di sovversiva bellezza, pura follia creativa, nove sperimentali tracce quasi sciamaniche, pezzi che riflettono, ripropongono in studio le tetre, quasi oscene, surreali performance live che la band proponeva nel periodo delle registrazioni. Ripercorrendo l'opera, si ha la netta sensazione che i Virgin Prunes siano finiti nel dimenticatoio troppo in fretta, la loro coerenza e teatralità spettrale messe in ombra dalla dilagante popolarità dei più accessibili concittadini e amici U2. Nel disco d'esordio i Prunes guidati da Gavin Friday fondono chitarre stonate a sintetizzatori e drum machine, miscele esplosive che rimbombano, tuonano, squarciando l'oscurità ambientale che la band ricrea tra le note, notturne atmosfere che aleggiano sulle malevoli poetiche accuratamente preparate dai "derelitti" dublinesi, coadiuvati da Colin Newman in fase di produzione e mix. Baby Turns Blue, unico singolo estratto, resta la canzone più famosa in carriera e, insieme alla conclusiva Theme For Thought, la drammatica Bau-Dachöng costituiscono i migliori momenti di un lavoro a tratti eccessivo, ma assolutamente necessario.