Valley of the giants<small></small>
• Indie, Rock

Valley Of The Giants Valley of the giants

2004 - Arts & Crafts / Audioglobe

14/07/2004 di Luca Meneghel

#Valley Of The Giants #Indie #Rock

L’anno scorso il Canada e il mondo del rock furono scossi da un album incredibilmente innovativo e brillante, quel “You Forgot In The People” dei Broken Social Scene, recensito anche sulle pagine di Mescalina, che regalò più di un sorriso a tutti gli appassionati di indie, sempre alla ricerca di una nuova grande band. La storia dei Valley of the Giants parte proprio da quell’album e da quella casa discografica, l’Arts & Crafts, che ne curò la pubblicazione: tra i membri del gruppo (definito dai canadesi un “super gruppo” per i grandi nomi che formano la line-up) compaiono infatti due membri dei Broken Social Scene (Brendan Canning e Charles Spearin), oltre a molti altri musicisti pescati dai Shalabi Effect, dagli Squarewaves, dai Godspeed You! e da molte altre band del nuovo continente.
Inutile dire che con una simile formazione le attese da parte degli appassionati erano grandissime e come spesso accade nel caso dei super gruppi, pensiamo agli Zwan di Billy Corgan (bruttissima copia dei Pumpkins) piuttosto che ai Velvet Revolver (bruttissima copia dei Guns ‘n’ Roses), anche i Valley Of The Giants sono caduti in quella che sembrava essere la trappola più rischiosa: la trappola di un album fotocopia dei Broken Social Scene (come le anticipazioni dei musicisti e la stessa casa discografica lasciavano del resto presagire).
Basta la prima “Claudia & Kids” per rendersi conto di questo pericoloso tentativo di emulazione di “You Forgot in the People”: sonorità molto ricercate in un incedere decisamente orientaleggiante fanno pensare ad una colonna sonora perfetta per uno film ambientato in terra araba, ma dietro all’oriente è molto facile rintracciare lo spettro dei fratelli maggiori dei Valley Of The Giants. Non si tratta solamente di un’impressione, e la conferma l’abbiamo per tutta la durata del disco, costruito con pezzi strumentali molto lunghi (fatta eccezione per tre dove compare anche una parte vocale): le canzoni sono una copia di quelle dei più quotati compagni di etichetta, ma è forte la mancanza di ispirazione e quel pizzico di genilità che aveva reso “You forgot in the People” un disco incredibilmente originale.
Otto canzoni molto simili fra loro dove, non a caso, spiccano i tre pezzi cantati, come se le voci fossero un deus ex machina per rompere la monotonia: “Westworld” ha dalla sua un’ugola femminile veramente fantastica, “A Whailing Tale” è un vincente monologo su una base che si ripete senza variazioni e la conclusiva “Bala Bay Inn” segna il ritorno di quella voce che ci aveva incantati nella prima parte del disco (perché questa voce non sia stata sfruttata maggiormente rimane un mistero).
Se mi chiedessero un consiglio sul momento migliore per ascoltare questo album, probabilmente risponderei con un bel viaggio notturno in macchina, su strade deserte: ma il primo consiglio che darei sarebbe quello di lasciare i Valley of the Giants sugli scaffali come cibo per gli appassionati e virare decisi verso i Broken Social Scene, tanto simili e tanto superiori in ogni singolo aspetto.

Track List

  • CLAUDIA & KIDS|
  • WESTWORLD|
  • CANTARA SIN GUITARA|
  • BEYOND THE VALLEY|
  • WAITING TO CATCH A BULLET|
  • A WHAILING TALE|
  • BACK TO GOD’S COUNTRY|
  • BALA BAY INN