Valentina Ranalli Seta
2024 - Emme Record Label
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La potenziale apertura a un pubblico più vasto forse deriva proprio dal percorso della protagonista, che viene da una formazione lirica e poi ha abbracciato il gospel e il musical; nel suo curriculum (giusto per tranquillizzare i “puristi”...) spicca anche un'apprezzata collaborazione con Enrico Pieranunzi (Cantare Pieranunzi, 2022).
Tutte queste influenze ritornano nell'ordito e nella trama dei nove brani che compongono Seta, di cui Ranalli è in larga parte autrice sia dei testi sia delle musiche. La sua voce, romantica e delicata, apparentemente fragile ma in realtà dai contorni molto precisi, si presta alla perfezione a sottolineare le sensazioni raccontate nei testi, che si soffermano su piccoli dettagli di una vita interiore arruffata, all'insegna delle spontaneità e della leggerezza. Ogni lirica si giova di una doppia-tripla rilettura, in stile jazzistico, arricchendosi ogni volta di sfumature e divagazioni diverse.
Seta è dunque anche uno sfoggio di grande tecnica vocale – si ascoltino le accelerazioni-decelerazioni di Kings and Queen, tallonate dal contrabbasso – che però non oscura le qualità dei compagni del quartetto, impegnati a integrare il cantato anche con contributi autonomi e originali. Se fossi costretto a una scelta tra le nove tracce, punterei sicuramente sulla title track, morbidamente sensuale, su Valzer delle ombre, forse la più imparentata con il pop, che approda all'eccezionale progressione del ritornello, e su Pensieri sparsi, interpretata in uno stile colloquiale, a tratto quasi talking. Ma tra i solchi troviamo anche una buona dose di swing e blues, come in Chocolate and Coconut e Lady's Gonna Sing Blues, forse l'unico pezzo un po' manierista e meno spontaneo, che si fregia di un bell'assolo del contrabbasso. Non resta che farsi accarezzare e poi conquistare da questa seta preziosa.