Tutte Le Cose Inutili dovremmo essere sempre così
2014 - Neanderthal
Dovremmo essere sempre così è un lavoro molto delicato, di rara sensibilità artistica. Lao e Meo, rispettivamente chitarra e batteria, prendono la musica italiana, la accartocciano, la bruciano e infine la riaprono. Quello che viene fuori è un sound disarmante, dove Battisti e lo Stato Sociale si incontrano passando per gli Afterhours e i Diaframma, in cui le voci dei due pratesi sovrastano la musica e perforano ogni difesa dell’ascoltatore.
Quello che Dovremmo essere sempre così racconta è lo spleen metropolitano, più reale e meno esasperato di quello “da spiaggia deturpata” di Vasco Brondi, sempre con la speranza di un lieto fine (perché per quanto sia comodo per fare una bella canzone, non può piovere per sempre).
Tutte le cose inutili sono le dormite in autostrada, le pisciate in autogrill, tutti i concerti, tutto il sudore versato, che traspare anche dalla bellissima registrazione in presa diretta (cominciata e finita in soli due giorni) che dà tutta l’impressione di trovarsi davanti a un concerto dal vivo.
Certo i due devono ancora crescere, la metrica semi improvvisata può anche essere fastidiosa (in Muro e Testolina d’oro la fragile struttura dei versi cede), ma in definitiva quella di Tutte le cose inutili è una buona opera prima, che trova i suoi punti di forza nei momenti parlati parlati/sussurati (Prima della pioggia è forse l’episodio più riuscito di tutto il disco), nella composizione musicale minimale e deliziosamente essenziale e soprattutto nell’attitudine.
Perché il punk o ce l’hai addosso o non ce l’hai. Non si compra con una buona produzione.