Trevor Beales Fireside Stories - Hebden Bridge Circa 1971-1974
2022 - Basin Rock
Se sei un adolescente come Trevor Beales, le fughe possono avvenire anche solo con una chitarra in mano e un registratore di fronte a te, preparando dei demo, che speri possano aprirti le porte verso una alternativa di vita nella scena musicale.
In parte il sogno si avvera nel 1977, quando il cantautore incide con la sua band dell'epoca, Havana Lake, un disco molto orientato verso un suono West Coast, abbastanza facile.
Inutile dire che il disco non frutterà che alcuni concerti in locali minori e il nome degli Havana Lake sparirà presto dalla scena musicale.
Ma i sogni non si abbandonano facilmente, e Trevor Beales torna a suonare, accompagnato dalla sua chitarra, suonata in fingerpicking, e dai nastri con incise le sue canzoni, da proporre a un improbabile discografico che dovesse assistere ad una sua esibizione.
Beales muore improvvisamente nel 1987, a soli trentatré anni. La logica vorrebbe che la sua musica resti a questo punto dimenticata e sconosciuta per sempre, ma, più di trent'anni dopo la sua morte, l'incontro casuale tra la sua vedova e una persona che lavora nell'industria musicale porta alla digitalizzazione di una raccolta di demo di canzoni, che il giovanissimo Beales aveva registrato nella soffitta della casa di famiglia, e che infine formano il suo tardivo debutto da solista, Fireside Stories.
A un primo ascolto, si è portati a pensare di trovarsi di fronte ad outtakes di Bert Jansch o di Nick Drake; la chitarra è protagonista solitaria in due brani, Dance of Mermaids, che richiama sonorità alla Jansch, e la jazzata Braziliana.
L'album si apre con la blueseggiante Marion Belle, già presente nel LP degli Havana Lake, qui presentata senza gli orpelli di arrangiamenti pesanti e datati. Dati il periodo e il luogo in cui il disco è stato registrato, non potevano mancare canzoni di commento sociale o di protesta, tra cui l'ironica Then I'll Take You Home.
Forse è improbabile che generi lo stesso tipo di culto di altri artisti scomparsi dalle scene troppo presto e poi riproposti, come Eva Cassidy o Karen Dalton; comunque Fireside Stories cattura lo stato di grazia di un cantautore dotato, che sarebbe stato altrimenti dimenticato, se non fosse stato riasumato dalla soffitta di casa e rispolverato, per far risplendere i suoi suoni alla luce del sole.